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In Europa

La situazione attuale in UE e nel mondo

Da ormai un decennio l’epidemia di Peste Suina Africana sta interessando alcuni Paesi Europei. La malattia è attualmente diffusa in Polonia, Germania, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Grecia, Lituania, Romania, Ungheria, Bulgaria: ad oggi sono stati registrati migliaia di focolai negli allevamenti di suini domestici e nei cinghiali selvatici.

A settembre 2018 il Belgio ha segnalato i primi casi di malattia nei cinghiali selvatici, facendo registrare un preoccupante balzo in avanti della PSA verso l’Europa occidentale; grazie a un piano di controllo rigoroso e costoso, il paese ha eradicato la malattia a fine 2020. A settembre 2020 il virus è arrivato in Germania ed è stato rilevato in alcune carcasse di cinghiale nelle zone immediatamente a ridosso del confine con la Polonia.

Fuori dall’UE, la PSA sta interessando alcuni Paesi africani, Russia, Ucraina, Moldova, Cina, India, Filippine e diverse aree dell’Estremo Oriente.

Per approfondire:

In Italia

Il 7 gennaio 2022 l'Italia continentale è stata raggiunta dall’ondata epidemica di PSA con la conferma di positività al virus in una carcassa di cinghiale rinvenuta in Regione Piemonte, nel Comune di Ovada, provincia di Alessandria. A distanza di qualche giorno, nuove positività in carcasse di cinghiali sono state rinvenute in zone limitrofe e anche in Regione Liguria, nelle province di Genova e Savona. Il 5 maggio 2022 è stata riscontrata anche nel Lazio, in un piccolo cinghiale nella zona nord della città di Roma e successivamente, il 9 giugno, la malattia è stata riscontrata anche in un allevamento suinicolo della tipologia semibrado, a Roma, a poca distanza dalla zona di rinvenimento della prima carcassa di cinghiale infetta dell’area, quindi in una zona già ricompresa nell’area in restrizione. Da maggio 2023 nuovi casi di malattia in carcasse di cinghiale rinvenute nell’ambiente e poi risultate infette sono stati riscontrati in Calabria (5 maggio 23), e in Campania (22 maggio 23), rispettivamente nelle province di Reggio Calabria e Salerno. In Calabria vi è stato il coinvolgimento anche di 6 allevamenti, i primi dei quali distanti circa 20 km dal comune di Africo, sede dei primi ritrovamenti. In Campania i primi ritrovamenti di carcasse positive si localizzano nel comune di Sansa (prov. SA), a confine con la Basilicata. Analogamente a quanto fatto in Piemonte, Liguria e Lazio, sono state immediatamente attivate tutte le misure di contrasto previste dalla normativa vigente nazionale ed europea, nonché dall’ordinanza commissariale.

Fino al rilevamento del virus in Piemonte, in Italia la malattia era presente unicamente in Sardegna dal 1978. Grazie ai favorevoli risultati raggiunti negli ultimi anni attraverso una sinergia di azione con il Governo centrale e la Commissione Europea, l'obiettivo dell’eradicazione della malattia è ormai vicino e tangibile. Dal 2018, infatti, si l’assenza di focolai nel settore domestico e un numero esiguo di casi nel selvatico in cui ormai gli unici rilievi sono di tipo sierologico. Questo contesto ha consentito, a dicembre 2022, una revisione delle zone di restrizione del territorio regionale, precedentemente classificato secondo il Regolamento (UE) 2023/594 (che prevede la definizione di zone di restrizione di livello decrescente dalla Zona III alla Zona I con misure differenziate a seconda del livello di rischio sanitario) interamente come zona III. La attuale classificazione vede la stragrande maggioranza del territorio sardo libero dalla malattia e quindi da ogni restrizione alla circolazione di animali e di prodotti derivati e differenzia il rimanente territorio in zona di restrizione parte I (cioè zona a confine con II e III ma non infetta), e e una residuale zona parte III (zona con PSA anche nel suino domestico). Lo scorso ottobre 2023 infatti la CE ha riconosciuto ufficialmente l'eradicazione della PSA dal cinghiale su tutto il territorio sardo.

La malattia, nonostante l’immediata applicazione delle misure previste dalla normativa europea e nazionale ha proseguito la sua diffusione nel territorio nazionale sia attraverso le naturali movimentazioni dei cinghiali, sia a causa delle movimentazioni delle persone e dei mezzi, andando ad interessare anche la Lombardia (provincia di Pavia), l’Emilia Romagna (provincia di Piacenza). Ciò determina la continua rimodulazione delle zone di restrizione.

Prevalentemente si tratta di casi nei cinghiali, tuttavia ad agosto 2023 la malattia è stata notificata in un allevamento della provincia di Pavia. Nel giro di poche settimane sono stati coinvolti da una violenta ondata epidemica ben 9 allevamenti. La prontezza e la tempestività di azione delle autorità sanitarie regionali e locali hanno consentito di contenere efficacemente la diffusione dell’infezione evitando il tracolo del settore suinicolo regionale e nazionale da un punto di vista sanitario ed economico e commerciale. Inoltre, a soli tre mesi dall’estinzione dell’ultimo focolaio la CE ha accettato a gennaio 2024 la proposta di revoca della zona di restrizione parte III (zona ad alto rischio per PSA – consulta la sezione "Cosa sapere"). Si consideri che la norma prevede un periodo di tre anni prima della revoca delle zone di restrizjone parte III e delle relative misure di restrizione, o di un anno ma in presenza di specifiche condizioni.

Sotto il profilo genetico, il virus isolato sul territorio continentale mostra notevole somiglianza con quello circolante in Europa, mentre è completamente diverso dal virus sardo. Pertanto, al momento si stima che del la via di ingresso potrebbe essere legata prevalentemente alle attività dell’uomo, come l’abbandono nell’ambiente di resti di alimenti a base di carne suina non controllati e provenienti da Paesi infetti e il trasporto del virus mediante mezzi di locomozione, movimentazioni degli animali selvatici (cinghiali).


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Data di pubblicazione: 25 gennaio 2023, ultimo aggiornamento 30 gennaio 2024

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