A livello globale le malattie infettive continuano ad essere una delle più rilevanti cause di malattia, disabilità e morte. Accanto a conoscenze ormai consolidate sull’epidemiologia delle malattie infettive e sulle strategie di prevenzione si rafforzano nuove evidenze, quali il ruolo dei cambiamenti climatici sul rischio di emergenza e/o riemergenza di malattie infettive, anche eliminate o apparentemente sotto controllo, o quello dell’alfabetizzazione sanitaria della popolazione.
La globalizzazione e la frequenza e velocità degli spostamenti di merci e persone favoriscono la diffusione di microorganismi, quali virus o batteri, spesso antibiotico-resistenti, con potenziale rischio elevato di esportazione tra Paesi geograficamente distanti ma ormai temporalmente vicini. L’emergenza (virus Ebola, SARS-CoV-2) e/o la riemergenza (poliovirus selvaggio, virus epatite A) di agenti infettivi possono impattare sulla sostenibilità dei sistemi sanitari, richiedendo l’applicazione di iniziative di carattere straordinario e urgente, per fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di rischio per la salute della popolazione.
L’emergenza affrontata in seguito alla pandemia da SARS CoV-2 ha confermato la necessità di rafforzare le misure volte a migliorare la capacità del sistema sanitario di rispondere ad un eventuale situazione di crisi, nonché a proseguire l’impegno nei programmi di prevenzione delle malattie infettive, garantendone applicabilità e sostenibilità.
La sorveglianza delle malattie infettive, peraltro, è prevista dal DPCM 3 marzo 2017, “Identificazione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di mortalità, di tumori e di altre patologie”, e rientra tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Ambiti di intervento prioritari
Gli ambiti di intervento ritenuti prioritari sui quali sono concentrate le attività di prevenzione previste dal PNP 2020-2025 riguardano:
- la preparazione e risposta a una pandemia influenzale o ad altre emergenze infettive;
- il piano di eliminazione di morbillo e rosolia congenita;
- le vaccinazioni;
- le infezioni sessualmente trasmesse;
- la lotta a HIV, AIDS, epatiti virali, poliomielite e tubercolosi-TBC;
- zoonosi e tossinfezioni alimentari;
- malattie trasmesse da vettori;
- antimicrobico-resistenza;
- infezioni correlate all’assistenza.
Determinanti/fattori di rischio:
- esposizione all’agente eziologico e la via di trasmissione (che influenza sia la natura che la probabilità di verificarsi delle varie malattie),
- presenza di soggetti suscettibili nella popolazione generale e in specifici sottogruppi (che può variare in base allo stato di salute della popolazione e/o al fallimento di interventi di immunizzazione),
- comportamenti e atteggiamenti individuali sostenuti da un’errata percezione dei rischi,
- vulnerabilità del sistema di risposta alle emergenze infettive (inclusi i focolai epidemici), che richiede attenzioni e risorse dedicate e che comporta la necessità di adeguare a questo fine sia le organizzazioni, sia i sistemi di informazione e di comunicazione.
Strategie fondamentali per la prevenzione delle malattie trasmissibili, implementate nel PNP 2020-2025:
- il rafforzamento e miglioramento delle attività di sorveglianza, attraverso integrazione e coordinamento tra le competenze epidemiologiche e quelle di laboratorio, finalizzate non solo a quantificare il carico delle malattie infettive, ma anche al riconoscimento dei determinanti e dei rischi e alla valutazione dell’impatto degli interventi di prevenzione.
- Le attività di sorveglianza dovranno essere improntate alla continuità e regolarità delle rilevazioni, alla semplicità e unitarietà dei sistemi informativi e alimentate da tutte le possibili fonti informative, consentendo l’uso epidemiologico delle informazioni cliniche. L’integrazione e il coordinamento tra le diverse capacità di sorveglianza (epi e lab), nonché tra i differenti ambiti (umano, veterinario e ambientale) risulterà cruciale, in particolare per la sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza e all’antimicrobico resistenza (AMR), sulla conoscenza dei cui determinanti si hanno ancora numerose lacune;
- l’organizzazione per le emergenze infettive, sviluppando sia azioni di prevenzione (mirate alla riduzione dei rischi), sia interventi di preparazione, redigendo procedure, piani e protocolli per la gestione delle principali tipologie di emergenza di sanita pubblica;
- il rafforzamento e miglioramento del monitoraggio delle coperture vaccinali mediante il completamento delle anagrafi vaccinali informatizzate a livello locale/regionale, interoperabili con quella nazionale;
- il consolidamento degli interventi di prevenzione, individuati in base alla loro efficacia di campo e offerti in modo tempestivo e omogeneo alla popolazione.;
- la formazione degli operatori sanitari e la comunicazione rivolta alla popolazione che garantisca accessibilità, accuratezza, coerenza e semplicità dei contenuti, e assicuri dialogo e scambio delle conoscenze;
- il coordinamento e l’integrazione funzionale tra i diversi livelli istituzionali e le varie competenze territoriali nella attuazione degli interventi di prevenzione, nella raccolta e nel periodico ritorno delle informazioni, nel sistematico monitoraggio della qualità e dell’impatto delle azioni poste in essere.