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La strategia veterinaria di contrasto all’antibiotico-resistenza è pienamente inglobata nella strategia nazionale definita dal Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza 2022-2025 (PNCAR) e concorre al raggiungimento degli obiettivi definiti dallo stesso, quali la promozione dell’uso appropriato degli antibiotici e la riduzione dell’incidenza e dell’impatto delle infezioni da microrganismi resistenti in ambito umano e animale.

Il settore veterinario si è prefissato obiettivi specifici in diverse aree di interesse e ha settato indicatori per valutare l’efficacia delle misure adottate e l’eventuale necessità di un loro miglioramento.

Con l’applicazione del regolamento (UE) 2019/6, gli Stati membri devono raccogliere dati pertinenti e comparabili sul volume delle vendite e sull’impiego dei medicinali antimicrobici utilizzati negli animali. Dal progetto volontario ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption), quindi, si passa a una raccolta di dati obbligatoria (ASU - Antimicrobial Sale and Use) secondo requisiti specifici definiti da atti delegati e di esecuzione al predetto regolamento.

Secondo i dati ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption) in Italia, nel periodo 2010-2022, si osserva una riduzione del 62,7% delle vendite totali di antibiotici per animali produttori di alimenti.

I dati derivanti dal progetto ESVAC hanno fornito la base per quegli indicatori - definiti già nel Piano Nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza 2017-2020, che rappresenta appunto gli  impegni governativi di riduzione di:

  • ≤ 30% consumo di antibiotici totali
  • ≤ 30% consumo di antibiotici somministrati per via orale
  • ≤ 10% consumo di Antimicrobici di Importanza Critica (Critically Important Antimicrobial - CIA)
  • consumo di colistina a un livello di 5 mg/PCU.

Il nuovo PNCAR 2022-2025 ha confermato e/o integrato tali impegni:

  • ≤ 30% consumo di antibiotici totali
  • ≤ 20% consumo di antibiotici somministrati per via orale
  • mantenimento livelli di consumo di Antimicrobici di Importanza Critica (Critically Important Antimicrobial - CIA) sotto la soglia europea
  • mantenimento livelli di consumo di colistina sotto 1 mg/PCU

Risultati 2022

Facendo riferimento agli obiettivi ecco i target raggiunti rispetto all’anno 2016

  • riduzione del 46,62% del consumo di agenti antibiotici totali negli animali produttori di alimenti  
  • riduzione del 48,5% del consumo di agenti antibiotici da somministrare per via orale 
  • riduzione del 90,4% del consumo dei CIA 
  • riduzione del consumo di colistina a livelli di 0,58 mg/PCU.

Per approfondire


Ministero della salute

In linea con i principi del Piano d’Azione Globale sull’Antimicrobico-Resistenza (GAP) predisposto nel 2015 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e supportato da FAO (Food and Agriculture Organization) e OIE (World Organisation for Animal Health), il Ministero della salute si è dotato di un Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-resistenza (PNCAR) con un approccio "One Health", all’interno del quale si delinea anche la strategia veterinaria per la salute animale e la sicurezza alimentare.

Il Ministero della salute, in conformità con le linee di indirizzo della UE sul controllo dell’antibiotico-resistenza nel settore veterinario:

Sistema di farmacosorveglianza

Tracciare il medicinale veterinario, sia in termini di vendita - dal produttore al destinatario finale (allevatore, ambulatorio veterinario, ecc.) - che di impiego - dal medico veterinario alla somministrazione al singolo animale/gruppo di animali - permette di incrociare le informazioni per garantire un più efficace sistema di farmacosorveglianza e un quadro molto più preciso del reale consumo di agenti antibiotici (es. per tipologia di allevamento, ovvero per specie animale e tipologia di produzione). Ciò rappresenta uno strumento essenziale per una valutazione del rischio e di gestione del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, permettendo di intervenire in maniera quanto più mirata ed efficace per ridurne l’uso improprio degli antibiotici.

Istituti zooprofilattici

Gli Istituti zooprofilattici sperimentali, tra i vari compiti, si occupano di diagnosi delle malattie degli animali e di quelle trasmissibili all’uomo (zoonosi), rappresentando un importante supporto per il veterinario libero professionista, nell’ambito della sua attività clinica fornendo, su richiesta, servizi diagnostici specifici per la valutazione dell’antimicrobico-resistenza (antibiogramma). Presso l’IZS del Lazio e della Toscana è attivo il Centro di Referenza Nazionale/Laboratorio Nazionale di Riferimento (CNR-LNR) per l’antibioticoresistenza al quale afferiscono dal territorio le informazioni integrate di antibiotico-resistenza in agenti batterici di origine animale richieste dalle direttive comunitarie. 

Tali dati alimentano il database gestito dal laboratorio e vengono utilizzati per la produzione dei report annuali previsti dall’EFSA e per le altre esigenze nazionali.

Sul portale del Centro di Referenza Nazionale sono a disposizione dei medici veterinari anche una serie di pillole pensate per fornire informazioni indipendenti su aspetti critici relativi ad alcune classi di antibiotici registrati per uso veterinario, con lo scopo di favorire la sensibilizzazione sui “principi di uso prudente” negli animali.

Per approfondire


L'antibiotico-resistenza può propagarsi da paese a paese con lo spostamento di persone e animali o con gli scambi di alimenti, mangimi o altri possibili veicoli di resistenza antibiotica. È quindi necessario coordinare gli sforzi a livello europeo e mondiale.

L'antibiotico-resistenza non può essere risolta con sforzi isolati e settoriali ma va affrontata con un approccio attivo e olistico fondato sui rischi, in una prospettiva "One Health", che vede la cooperazione intersettoriale (medicina umana e veterinaria, agricoltura, ambiente e commercio) a livello nazionale e internazionale.

Questi i principali organismi coinvolti:

Commissione Europea

Nel 1999, con l’emergere di forti preoccupazioni riguardo all’aumento dei rischi per la salute derivanti dalla resistenza agli antimicrobici, la Commissione europea ha imposto il divieto di utilizzare taluni agenti antimicrobici per incrementare la crescita ponderale.

Dal 1 gennaio 2006, con il Regolamento (CE) N. 1831/2003, l’Unione Europea ha vietato l’utilizzo dei restanti antimicrobici utilizzati come promotori della crescita ponderale animale. Tale divieto è stato sottolineato con il Regolamento (UE) 2019/6 e il Regolamento (UE) 2019/4

Piano d’azione contro i crescenti rischi di resistenza antimicrobica (2011-2016)

Nel 2017, la Commissione ha adottato il Piano d’azione dell'UE "One Health"  contro la resistenza antimicrobica, che si basa sul piano d'azione 2011.

Gli obiettivi principali del piano si basano su tre pilastri essenziali:

  • fare dell'UE una regione in cui si applicano le migliori pratiche
  • promuovere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione
  • definire l'agenda mondiale

EMA - Agenzia europea del medicinali

Per l’EMA (European Medicines Agency) combattere l’antimicrobico-resistenza rappresenta una priorità assoluta.

L’EMA supporta la Commissione europea e gli Stati membri per la promozione dell’uso prudente degli antimicrobici negli animali, coordina le attività di sorveglianza delle vendite e dell’impiego degli antimicrobici e fornisce parere e raccomandazioni scientifiche sull'uso di specifici antimicrobici negli animali.

L'EMA coordina il progetto  ESVAC dal 2010.

EFSA - Autorità europea per la sicurezza alimentare

Anche l'EFSA (European Food Safety Authority) è coinvolta negli sforzi di sorveglianza dell’antimicrobico-resistenza. Raccoglie dati relativi alla resistenza agli antimicrobici di batteri zoonosici e commensali isolati da alimenti e da animali in tutta l'Europa, e li analizza fornendo ai gestori del rischio supporto e consulenza scientifica indipendente sui rischi per la salute dell’uomo e degli animali derivanti dalla comparsa, diffusione e trasmissione di resistenza agli antimicrobici nella filiera alimentare e nelle popolazioni animali.

I dati relativi al flusso delle zoonosi vengono inviati annualmente all’EFSA che provvede ad aggregarli in una relazione di sintesi annuale dell’Unione europea sia come Report riassuntivi comunitari che come singoli Report annuali nazionali.

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ECDC - Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie

L'ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) è un’Agenzia Europea istituita nel 2005 con lo scopo di identificare, valutare e comunicare i pericoli per la salute pubblica connessi a tutte le malattie infettive, conosciute ed emergenti, incluse quelle provocate da agenti zoonosici.

Dal 2011, l’EFSA elabora anche, in collaborazione con l’ECDC, una relazione annuale sulle zoonosi, sui focolai di origine alimentare e sulla resistenza agli antimicrobici, che illustra l’andamento della situazione in Europa, presentando i dati di resistenza anche di batteri zoonosici isolati da casi umani.

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Organizzazione mondiale per la sanità animale - WOAH

L’WOAH promuove l'uso responsabile e prudente degli agenti antimicrobici negli animali terrestri e acquatici, in modo da preservarne l'efficacia terapeutica e prolungarne l'uso sia negli animali che nell'uomo.

Tra i suoi obiettivi, vi è lo sviluppo di una vasta gamma di standard e linee guida internazionali in questo campo per l'uso responsabile e prudente dei prodotti antimicrobici negli animali e per la sorveglianza e il monitoraggio delle quantità utilizzate.

WHO - Organizzazione mondiale della sanità

Il WHO (European Food Safety Authority) ha sviluppato un Piano d’Azione Globale (Global Action Plan for antimicrobial resistance) per combattere la resistenza antimicrobica, con l'obiettivo di garantire, il più a lungo possibile, la continuità del successo dei trattamenti terapeutici e la prevenzione delle malattie infettive con medicinali efficaci e sicuri, di qualità garantita, utilizzati in modo responsabile e accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Esso individua cinque obiettivi strategici:

  1. migliorare la consapevolezza e la comprensione della resistenza agli antimicrobici attraverso programmi di comunicazione pubblica e un’adeguata formazione del personale sanitario
  2. rafforzare la conoscenza attraverso la sorveglianza continua e attenta del fenomeno, per conoscerne la diffusione e lo sviluppo e individuare tempestivamente misure correttive adeguate
  3. ridurre l’incidenza delle infezioni attraverso la loro prevenzione, così da limitare l’uso degli antimicrobici
  4. ottimizzare l’uso di agenti antimicrobici
  5. aumentare gli investimenti nello sviluppo di nuovi farmaci, strumenti diagnostici e vaccini, tenendo conto delle esigenze di tutti i Paesi

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Data di pubblicazione: 13 dicembre 2019, ultimo aggiornamento 13 novembre 2024

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