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La conoscenza puntuale della terapia farmacologica è fondamentale per garantire la sicurezza del paziente e prevenire gli errori non solo in ospedale, ma anche sul territorio e soprattutto nelle transizioni di cura (ricovero del paziente in ospedale, dimissione, trasferimento tra reparti della stessa struttura o ad altra struttura sanitaria).

Nelle transizioni di cura, infatti, la terapia del paziente può essere modificata e, in particolare, possono essere cambiati il principio attivo, il dosaggio, la forma farmaceutica e la via o la frequenza di somministrazione oppure possono essere introdotte nuove prescrizioni o essere sospesi medicinali precedentemente assunti; tali decisioni, se non supportate da una accurata anamnesi farmacologica, possono danneggiare i pazienti.

Evidenze di letteratura mostrano infatti che:

  • gli errori correlati a differenze non intenzionali nella terapia coinvolgono fino al 70% dei pazienti al momento del ricovero o della dimissione ospedaliera
  • circa un terzo di tali casi necessita di un nuovo ricovero o di prolungamento della degenza.

La riconciliazione farmacologica è una delle migliori strategie per garantire una buona qualità delle cure

La "riconciliazione farmacologica" (di seguito anche "riconciliazione") è un processo che, partendo dal confronto tra la lista dei farmaci assunti dal paziente, come risultanti dalla ricognizione, e quelli che dovrebbero essere somministrati al paziente nella particolare circostanza, consente di arrivare ad una decisione prescrittiva farmacologica corretta successivamente alla transizione di cura.

Al fine di raccogliere, nella prima fase di ricognizione, un’anamnesi farmacologica corretta e completa comprensiva della esatta denominazione dei medicinali assunti, della dose e della frequenza di somministrazione, il processo di riconciliazione prevede la collaborazione di:

  • diversi professionisti (medici, farmacisti, infermieri)
  • pazienti e familiari/caregiver.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la riconciliazione una delle migliori strategie per garantire una buona qualità delle cure ai pazienti. In Italia, la riconciliazione è stata inserita tra i criteri e tra i requisiti di accreditamento che Regioni e Province Autonome sono tenute ad assicurare ai propri assistiti.

Linee di indirizzo in materia di prevenzione degli errori in terapia farmacologica durante le transizioni di cura

Le "Linee di indirizzo in materia di prevenzione degli errori in terapia farmacologica durante le transizioni di cura" sono state presentate il 25 ottobre 2018 a Roma.

Le Linee di indirizzo costituiscono un output totalmente trasferibile e adattabile anche alle realtà dove non vi è ancora un’informatizzazione dei processi, volendo contribuire al cambiamento culturale che segue l’evoluzione dell’assistenza territoriale.

L’obiettivo è che il documento possa assumere rilievo nazionale nell’ambito delle buone pratiche attraverso un percorso di condivisione con le Regioni e le Province Autonome.

Studi e progetti per la riconciliazione sul territorio

Le Linee di indirizzo sono il frutto di un progetto nato nel 2017, quando si è reso necessario, alla luce dei cambiamenti epidemiologici e sociali nonché tecnologici degli ultimi anni, fornire indicazioni per poter effettuare la riconciliazione anche sul territorio, a fronte di molti degli studi sulla riconciliazione in ambito ospedaliero, dove è più facile sistematizzare il processo.  

In questa ottica, il Ministero della Salute (Direzione generale della programmazione sanitaria, Ufficio 3) ha avviato, nel periodo febbraio 2017-agosto 2018, il progetto "Riconciliazione della terapia farmacologica sul territorio" con l’intento di rilevare:

  1. le situazioni di discontinuità nella transizione tra setting diversi, e più precisamente nel passaggio del paziente anziano dal proprio domicilio al ricovero in una struttura sanitaria protetta (RSA) e del paziente oncologico dimesso da struttura ospedaliera e viceversa
  2. successivamente, elaborare le Linee di indirizzo per effettuare la riconciliazione.

Nel 2017, per sviluppare il progetto, è stato siglato un accordo di collaborazione tra Ministero della Salute (Direzione generale della programmazione sanitaria), e la Regione del Veneto (Settore farmaceutico-protesica-dispositivi medici, sezione programmazione).

La parte progettuale relativa al passaggio del paziente anziano dal proprio domicilio al ricovero in una struttura sanitaria protetta è stata definita dalla Regione del Veneto mentre quella relativa al paziente oncologico ed oncoematologico dimesso da struttura ospedaliera e viceversa è stata approfondita dalla Regione Emilia Romagna (Area politiche del farmaco) con l'Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (IRST) di Meldola, partendo dall’esperienza "Progetto P.R.O.F." che ha interessato le farmacie di comunità della Romagna.

Il progetto si è concluso nell’agosto del 2018.

Raccomandazioni n. 17 e n. 14

Il Ministero della Salute, tra gli interventi sulla sicurezza dei pazienti, ha emanato nel corso degli anni, nel dicembre 2014, la Raccomandazione n.17 per la corretta riconciliazione della terapia farmacologica.

Inoltre, con la Raccomandazione n.14 per la prevenzione degli errori in terapia con farmaci antineoplastici, sono state definite idonee strategie con particolare riferimento all’informatizzazione dei dati e alla sicurezza nei passaggi tra setting assistenziali, individuando come imprescindibili a tale scopo, la comunicazione con il paziente per informarlo e guidarlo nella terapia da assumere presso il proprio domicilio.


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Data di pubblicazione: 3 aprile 2019, ultimo aggiornamento 7 settembre 2022

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