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Immagine di un uomo che pensa

La fertilità maschile può essere compromessa in diverse condizioni quali patologie neoplastiche e terapie antineoplastiche. La crioconservazione degli spermatozoi preserva la fertilità in queste situazioni. Tale metodologia infatti permette di mantenere le cellule e i tessuti a -196°C in azoto liquido per un tempo indefinito.

La preservazione della fertilità, in questi ultimi anni, è diventata di notevole importanza soprattutto nella gestione di questo tipo di pazienti.

La neoplasia, infatti, può indurre effetti diretti o indiretti sulla spermatogenesi:

  • i primi sono causati dalla patologia stessa che può influenzare la funzione dell’apparato riproduttivo mediante alterazioni ormonali e metaboliche
  • mentre i secondi sono determinati dagli effetti negativi associati alla chemio e radioterapia. Tale effetto si correla a sterilità permanente o temporanea

Inoltre, l’epitelio seminifero, come tutti i tessuti ad elevato ricambio cellulare, è estremamente sensibile alle radiazioni ionizzanti che possono indurre gravi danni al DNA. Infatti, la chemioterapia e la radioterapia oltre a bloccare la spermatogenesi, inducono, con meccanismi diversi, frammentazione del DNA con conseguenti alterazioni cromosomiche e geniche responsabili di sterilità, aborti e malformazioni fetali.

Per questo motivo è importante rivolgersi alla Banca del Seme presso i Centri pubblici di crioconservazione dei gameti prima di iniziare le diverse terapie oncologiche.

 


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Data di pubblicazione: 20 settembre 2016, ultimo aggiornamento 17 settembre 2020

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