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L’inquinamento dell’aria indoor è un problema complesso, multisettoriale e multidisciplinare perché correlato a molteplici fattori:

  • gli elementi in dotazione dell’edificio, quali i materiali da costruzione e gli impianti (riscaldamento, condizionamento, ventilazione)
  • gli arredi fissi e mobili
  • i rivestimenti (pavimenti, pareti, soffitti)
  • i prodotti chimici di largo consumo usati per la manutenzione e la pulizia degli ambienti
  • le modalità d’uso degli spazi interni (stili di vita, strumenti di lavoro, etc.).
  • comportamenti degli occupanti

I risultati di due progetti Europei (EnVIE project, 2009 e INDEX project, 2006), a cui hanno partecipato anche esperti italiani della Commissione indoor, forniscono indicazioni utili per la realizzazione di una strategia europea per la prevenzione dell’inquinamento indoor. La strategia richiede un approccio interdisciplinare e intersettoriale per la definizione di politiche generali e politiche settoriali, da sviluppare sia a livello nazionale che europeo ed in particolare:

Occorre rafforzare la capacità di prevenzione dei rischi per la salute in tutte le politiche di settore:

  • politiche relative a progettazione,costruzione e manutenzione degli edifici (IAQ Standard e valori guida/Standard ventilazione, ecc )
  • politiche materiali per l’edilizia e arredo
  • politiche sicurezza prodotti chimici di largo consumo
  • politiche per il miglioramento del contesto ambientale
  • politiche che incidono sul risparmio energetico e promuovano l’uso di energia pulita

Inoltre è necessario sviluppare politiche generali per incidere sui comportamenti degli “occupanti” con Campagne di informazione e comunicazione.

Azioni e obiettivi prioritari

Di seguito si indicano le principali linee di azione:

  • politiche generali: è necessario diffondere alla popolazione informazioni relative alla qualità dell’aria indoor e ai rischi correlati, insieme alle modalità per prevenirli. Bisogna privilegiare la consapevolezza dei cittadini, per aumentare le possibilità di controllo dei rischi. L’inquinamento indoor, infatti, rispetto a quello outdoor, si caratterizza per il particolare coinvolgimento degli occupanti gli edifici. Questi, infatti, sopportano direttamente le conseguenze negative dell’inquinamento in termini di benessere e qualità della vita e allo stesso tempo, con i loro comportamenti possono essere i principali responsabili dell’inquinamento stesso. Il ruolo attivo del cittadino può essere sfruttato efficacemente per realizzare strategie per la gestione del problema, soprattutto attraverso la promozione di comportamenti e stili di vita positivi, improntati alla salute. Si possono utilizzare anche strumenti di mercato e incentivi economici e fiscali per orientare i comportamenti e i consumi della popolazione verso gli obiettivi desiderati
  • definizione di linee guida di esposizione ad inquinanti indoor e standard di ventilazione: l’OMS consiglia la definizione di limiti per gli inquinanti indoor per i quali esistono numerose evidenze scientifiche circa gli effetti dannosi per la salute: benzene, biossido di azoto, formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici (soprattutto benzo[a]pirene), monossido di carbonio, naftalene, radon, tricloroetilene e tetracloroetilene. Accanto alla definizione di linee guida per la qualità dell’aria indoor e di standard ventilazione, occorre promuovere:

    • Impiego di prodotti ecologici e di edilizia sostenibile, quali: il Regolamento REACH, il Regolamento Ecolabel (marchio di qualità ecologica dell’UE), il recente Regolamento 305/2011 riguardante i prodotti di costruzione, le strategie e i piani di azione per la promozione di prodotti eco-compatibili (Politica Integrata di Prodotto, Piano di Azione per gli acquisti verdi, Strategia per l’uso sostenibile delle risorse, Piano dell’Eco-innovazione).
    • Regolamentazione della produzione e utilizzo dei prodotti di consumo, con riferimento allo sviluppo a livello comunitario di protocolli standardizzati per testare la qualità dell’aria indoor.
    • Integrazione delle politiche sulla qualità dell’aria indoor con quelle dello sviluppo urbano e soprattutto del consumo energetico degli edifici. Poichè l’aria esterna condiziona l’aria indoor, è necessario privilegiare l’utilizzo di fonti energetiche che minimizzino l’inquinamento dell’aria e progettare edifici a basso consumo energetico. E' necessario implementare le norme che limitano le emissioni in atmosfera di inquinanti derivanti da attività industriali, trasporti, agricoltura, gestione rifiuti, attività domestiche.

 


In Italia il Testo Unico delle leggi sanitarie dell’Igiene degli abitati urbani e rurali e delle abitazioni, approvato con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 – Titolo III, Cap. IV, stabilisce che i regolamenti locali di igiene e sanità definiscano le norme per la salubrità dell'aggregato urbano e rurale e delle abitazioni, secondo le istruzioni di massima emanate nel 1896 dal Ministro per l'interno.
Tali regolamenti forniscono indicazioni circa:

  • l’ubicazione sul territorio
  • la compatibilità degli edifici (rispetto ai punti di captazione acque ad uso potabile, rispetto ad aree stradali, ferroviarie, fluviali etc.)
  • l’esposizione e l'aerazione degli alloggi,
  • la superficie degli spazi abitativi
  • le altezze e i volumi interni dei locali
  • l’illuminazione naturale
  • i servizi, il fonoisolamento
  • la presenza di canne di esalazione, di ventilazione, di canne fumarie e di camini.


Con la legge di riforma sanitaria n.833/78 e il d.Lgs 502/92 di riordino del SSN si sono avuti importanti cambiamenti in materia di igiene edilizia: la scomparsa della figura dell’ufficiale sanitario, mentre il Sindaco resta l’autorità sanitaria locale e il titolare delle funzioni autorizzative in materia edilizia. I Servizi di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica delle ASL sono individuati come organi tecnici ausiliari.

Il DPR 425/1994, all’articolo 4, abolisce la verifica ispettiva in sede preventiva al fine del rilascio del certificato di abitabilità, previsto dell’art. 221 del Testo Unico del 1934. Successivamente l’articolo 136 del Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001) ha eliminato definitivamente il certificato di abitabilità (previsto all’ art. 220 del TULLS), attribuendo queste caratteristiche al certificato di agibilità e consentendo l’autocertificazione dei requisiti igienico-sanitari. Solo per la dichiarazione di inagibilità di un edificio o parte di esso trova ancora conferma il parere vincolante della ASL, ai sensi dell’art. 222 del TU Leggi sanitarie.

Per gli ambienti di lavoro indoor, come gli uffici, si fa riferimento al Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs.81/08)


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Data di pubblicazione: 16 dicembre 2015, ultimo aggiornamento 16 dicembre 2015

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