Regione Sardegna

 


 

OBIETTIVI STRATEGICI REGIONALI GENERALI

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AC REGIONALI E LOCALI ED ORGANISMI DI CONTROLLO

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ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DEI CONTROLLI UFFICIALI

 

Piano di sorveglianza della brucellosi suina - (Reg. Polizia veterinaria - D.P.R. n° 320 del 08 febbraio 1954; Legge Regionale N. 1 del 08 gennaio 1969 su “Profilassi e lotta obbligatoria contro le malattie del bestiame in Sardegna” e suo reg. di attuazione del 24 ottobre 1986; D. M. 2 luglio 1992, n. 453, capitolo VI, art. 20 – Provvedimenti per animali di altre specie; Decreto dell’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale 21 ottobre 2009, N. 54)

Macroarea: SANITÀ ANIMALE
Settore: MALATTIE INFETTIVE
Tipologia dell'attività: 5 - Attività di controllo ufficiale a carattere regionale

Autorità competentiruoli
AC Regionali: Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale – Direzione Generale della Sanità – Servizio Prevenzione 
AC Locali: Servizio veterinario di Sanità animale delle Aziende Sanitarie Locali 


Laboratoriruoli
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegnaanalisi di laboratorio


dettagli dell'attività
categorizzazione degli eventuali rischi e modalità di applicazione delle categorie di rischioLe condizioni e la categorizzazione del rischio sono riportate nella successiva tabella (*)
L’attività di controllo sarà svolta presso le aziende che incorrono in almeno una delle succitate condizioni. La categoria di rischio è quantificata con la somma dei valori riferiti alle singole condizioni di rischio che si presentano contemporaneamente nell’azienda suina.
Il Piano non è esteso a tutti gli allevamenti, ma saranno invitati a partecipare soltanto gli allevamenti che si trovino nelle condizioni di cui sopra. La priorità degli interventi e l’intensità dell’applicazione delle misure sarà direttamente proporzionale alll’indice di gravità che si ricaverà dalla somma dei punteggi delle singole situazioni di rischio.
frequenza (o criteri per stabilire frequenza)Semestrale il controllo sierologico ed anagrafico.
Gli esami sugli aborti ed altro materiale patologico per la ricerca dell’agente eziologico saranno svolti in occasione dell’evento patogeno
luogo e momento del controlloil controllo viene svolto in allevamento ed è Programmato sulla base dell’organizzazione dello stesso in modo che possano essere controllati tutti i riproduttori di nuova introduzione nel periodo di quarantena e le scrofe riformate prima della macellazione
metodi e tecniche
  • Somministrazione della scheda rilevazione dati in azienda, con successivi aggiornamenti semestrali, fornita dal Centro di referenza nazionale per la Brucellosi in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna;
  • Sorveglianza sierologica su un campione casuale di animali a cadenza semestrale;
  • Controllo sierologico dei capi di nuova introduzione, degli aborti e delle manifestazioni cliniche compatibili con la brucellosi suina;
  • Costituzione di gruppi di animali indenni e sostituzione di quelli infetti entro un anno dalla diagnosi;
  • ogni Servizio veterinario effettua una ispezione in una azienda suinicola aderente al Piano a cadenza annuale.
modalità rendicontazione, verifica e feedbackA cadenza annuale, entro il 30 aprile, i dati relativi alle attività svolte nell’ambito del Piano in oggetto sono raccolti e trasmessi al Servizio Prevenzione dai Servizi veterinari di Sanità animale e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Sarà utilizzato lo stesso modello della rendicontazione tecnico-finanziaria dei Piani di risanamento cofinanziati dall’UE attualmente previsto nella Decisione 2008/940/CE del 21.10.2008.
Le verifiche saranno effettuate da parte del Servizio della Prevenzione nei confronti del Servizio veterinario di una ASL interessata dal Piano attraverso un audit a cadenza annuale. Inoltre, ogni Servizio veterinario effettua una ispezione in una azienda suinicola aderente al Piano a cadenza annuale.
Per assicurare il feedback, a cadenza bisettimanale, il Servizio Prevenzione dell’Assessorato invia per posta elettronica ai Servizi veterinari di Sanità animale interessati dal Piano un report riportante i dati dell’attività diagnostica del laboratorio

(*) Condizioni e Categorizzazione del rischio

 

 

TipoOrdinanza Sindacale di sequestro recenteAttività di risanamento già  svolta su Ordinanza SindacaleIsolamento B. suisAttività Diagnostica per sintomi tipici diagnosticatiAttività diagnostica per sintomi generici
Livello54321

 

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Piano di risanamento degli allevamenti caprini dalle lentivirosi - (Regolamento di Polizia veterinaria approvato con D.P.R. n° 320 del 08 febbraio 1954; Legge Regionale N. 1 del 08 gennaio 1969 su “Profilassi e lotta obbligatoria contro le malattie del bestiame in Sardegna” e suo regolamento di attuazione del 24 ottobre 1986; Direttiva 2003/50/CE relativa al rafforzamento dei controlli sui movimenti di ovini e di caprini; Decreto Legislativo 19 agosto 2005 di recepimento della Direttiva 2005/50/CE; Decreto dell’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale 21 ottobre 2009, N. 54)

Macroarea: SANITÀ ANIMALE
Settore: MALATTIE INFETTIVE
Tipologia dell'attività: 5 - Attività di controllo ufficiale a carattere regionale

Autorità competentiruoli
AC Regionali: Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale – Direzione Generale della Sanità – Servizio Prevenzione 
 
 
AC Locali: Servizio veterinario di Sanità animale delle Aziende Sanitarie Locali della Sardegna 
 
 


Laboratoriruoli
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegnaeffettuazione analisi di laboratorio


dettagli dell'attività
categorizzazione degli eventuali rischi e modalità di applicazione delle categorie di rischioLe condizioni caratterizzanti il rischio ed i suoi livelli sono riportate nella successiva tabella *
L’attività di controllo sarà svolta presso le sole aziende caprine che, aderendo volontariamente al Piano, si impegnano ad applicare in allevamento le misure sanitarie previste.
Alla categoria di rischio di cui sopra deve essere addizionato il valore di 0,5 nel caso di compresenza di animali della specie ovina.
L’introduzione di animali delle specie caprina ed ovina sarà subordinata agli esiti favorevoli degli esami di laboratorio e dei controlli clinici.
Il Piano non interesserà tutti gli allevamenti caprini, ma saranno invitati ad aderire quelle aziende caprine (o miste - prevalentemente caprine) in cui si riscontrino le condizioni di rischio di cui sopra. L’ordine di priorità per l’accesso sarà determinata dal livello della categoria di rischio.
frequenza (o criteri per stabilire frequenza)Il controllo sierologico ed anagrafico ha cadenza semestrale, allorché potranno essere svolti anche altri esami di laboratorio per lentivirosi ovi-caprina (isolamento virale, PCR e altro).
luogo e momento del controlloAllevamento. Il controllo semestrale interesserà di tutti i soggetti di età superiore ai 6 mesi, compresi i capi introdotti dopo il precedente controllo
metodi e tecniche
  • Somministrazione della scheda di rilevazione dati in azienda, con successivi aggiornamenti semestrali; rilievo di condizioni strutturali e manageriali minime per l’implementazione delle misure sanitarie previste; sottoscrizione da parte dell’allevatore dell’impegno a rispettare i vincoli del Piano;
  • Isolamento dei capi con sintomatologia clinica e successivo avvio alla macellazione entro 30 giorni dall’adesione;             
  • Sorveglianza sierologica sulla totalità dei capi di età superiore ai 6 mesi delle specie caprina ed ovina presenti in azienda;
  • Separazione dei capi positivi sierologicamente sino all’avvio a macellazione;
  • Allontanamento di tutti i capi positivi entro 1 anno se la prevalenza è < 20%; nei greggi con prevalenza superiore l’allontanamento potrà essere programmato nell’arco di più anni;
  • Controllo sierologico preliminare (presso l’azienda di provenienza) dei capi da introdurre;
  • Rimonta pari o superiore al 30 % dell’effettivo, con il distacco dalla madre al parto ed allattamento artificiale con latte/colostro ricostituito, vaccino oppure caprino risanato termicamente (56° x 60’);
  • ogni Servizio veterinario effettua una ispezione in una azienda aderente al Piano a cadenza annuale
modalità rendicontazione, verifica e feedbackA cadenza annuale, comunque entro il 30 aprile, i dati relativi alle attività svolte nell’ambito del Piano in oggetto sono raccolti e trasmessi al Servizio Prevenzione dai Servizi veterinari di Sanità animale e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Sarà utilizzato lo stesso modello della rendicontazione tecnico-finanziaria dei Piani di risanamento cofinanziati dall’UE attualmente previsto nella Decisione 2008/940/CE del 21.10.2008.
Le verifiche saranno effettuate da parte del Servizio della Prevenzione nei confronti del Servizio veterinario di almeno due ASL interessate dal Piano attraverso un audit a cadenza annuale. Inoltre, ogni Servizio veterinario effettua una ispezione in una azienda aderente al Piano a cadenza annuale.
Ai fini del feedback, Servizio Prevenzione dell’Assessorato dell’Igiene e Sanità invierà, per posta elettronica, ai Servizi veterinari di Sanità animale delle ASL interessate, a cadenza bisettimanale, un report riportante i dati dell’attività diagnostica del laboratorio.

* Condizioni caratterizzanti il rischio ed i suoi livelli

 

 

Tipo di rischioSvolgimento di attività di risanamento già extra-PianoSintomatologia riferibile a CAEVhSintomatologia Sospetta di CAEV
Livello321

 

MODALITA' DI REALIZZAZIONE DI AUDIT

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MISURE ADOTTATE PER GARANTIRE IL RISPETTO DEI CRITERI OPERATIVI

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Data di pubblicazione: 14 maggio 2013, ultimo aggiornamento 14 maggio 2013

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