La conoscenza puntuale della terapia farmacologica è fondamentale per garantire la sicurezza del paziente e prevenire gli errori non solo in ospedale, ma anche sul territorio e soprattutto nelle transizioni di cura (ricovero del paziente in ospedale, dimissione, trasferimento tra reparti della stessa struttura o ad altra struttura sanitaria).
Nelle transizioni di cura, infatti, la terapia del paziente può essere modificata e, in particolare, possono essere cambiati il principio attivo, il dosaggio, la forma farmaceutica e la via o la frequenza di somministrazione oppure possono essere introdotte nuove prescrizioni o essere sospesi medicinali precedentemente assunti; tali decisioni, se non supportate da una accurata anamnesi farmacologica, possono danneggiare i pazienti.
Evidenze di letteratura mostrano infatti che:
La "riconciliazione farmacologica" (di seguito anche "riconciliazione") è un processo che, partendo dal confronto tra la lista dei farmaci assunti dal paziente, come risultanti dalla ricognizione, e quelli che dovrebbero essere somministrati al paziente nella particolare circostanza, consente di arrivare ad una decisione prescrittiva farmacologica corretta successivamente alla transizione di cura.
Al fine di raccogliere, nella prima fase di ricognizione, un’anamnesi farmacologica corretta e completa comprensiva della esatta denominazione dei medicinali assunti, della dose e della frequenza di somministrazione, il processo di riconciliazione prevede la collaborazione di:
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la riconciliazione una delle migliori strategie per garantire una buona qualità delle cure ai pazienti.
Data di ultimo aggiornamento 13 gennaio 2025