Home / Temi e professioni / Animali / Sanità animale / Malattie animali / Principali malattie animali / Influenza aviaria - Salute degli animali / FAQ - Influenza aviaria: aspetti sanitari e sicurezza degli alimenti

Influenza aviaria - Salute degli animali

Malattia

Che cos’è

Malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici causata da virus appartenenti alla famiglia Orthomixoviridae. L’Influenza aviaria è causata da ceppi di virus appartenenti al gruppo A classificati in base al tipo di emoagglutinina (H) e neuroaminidasi (N).

Gli uccelli selvatici e in particolare gli acquatici fungono normalmente da serbatoio asintomatico del virus eliminandolo attraverso le feci. Anche se gli uccelli selvatici sono spesso asintomatici risultano al contrario molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile.

Infine i virus influenzali appartenenti al tipo A possono infettare anche altri animali (maiali, cavalli, cani, balene) nonché l’uomo. Data l’elevata frequenza con cui questi virus vanno incontro a fenomeni di mutazione, c’è la possibilità che da un serbatoio animale possa originare un nuovo virus per il quale la popolazione umana risulta suscettibile, dando modo alla malattia di estendersi a livello globale e provocando quindi una pandemia.

I virus influenzali A sono inoltre suddivisi in due gruppi, a seconda della loro capacità di provocare la malattia nel pollame suscettibile all'infezione:

  1.  virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), che causano una malattia estremamente grave, caratterizzata da un'infezione generalizzata del pollame colpito, nel quale possono indurre una mortalità in allevamento molto elevata (fino al 100 %)
  2. virus dell'influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI), che causano nel pollame un'affezione leggera, prevalentemente respiratoria, salvo aggravamento dovuto ad altre coinfezioni o ad altri fattori.

La più grande varietà di virus dell’influenza aviaria è stata isolata dagli uccelli selvatici e in particolare da volatili acquatici appartenenti agli ordini Anseriformi e Charadriformi. Questi animali vivono in gruppi numerosi, compiono lunghe migrazioni e prediligono gli ambienti acquatici (via di diffusione del virus): queste caratteristiche li rendono degli ospiti ideali. Infatti le specie che fungono da serbatoio, venendo a contatto con diversi sottotipi, assicurano le condizioni necessarie per il riassortimento genetico e consentono quindi la persistenza dei virus dell’influenza aviaria in natura e la comparsa di nuove varianti. I virus influenzali si sono nel tempo adattati alle specie serbatoio attenuando la loro patogenicità nell’ospite anseriforme. Questi uccelli consentono quindi la permanenza in natura dei soli virus a bassa patogenicità. I focolai sostenuti da virus ad alta patogenicità negli uccelli selvatici sono molto rari in natura.

Diagnosi

L'Influenza aviaria è un'infezione virale causata dai virus della famiglia Orthomyxoviridae, genere Influenza-virus A. I virus dell'influenza A sono gli unici orthomixovirus di cui sia accertata la capacità di infettare i volatili.; i volatili acquatici costituiscono un importante serbatoio di questi virus.

Diagnosi clinica:

  • febbre
  • depressione
  • inappetenza
  • piume arruffate
  • riduzione dell’assunzione dell’acqua

Nelle galline ovaiole si può riscontrare posizione accovacciata o eretta in stato semi-comatoso, cianosi ed edema di cresta e bargigli con possibile presenza di petecchie ed ecchimosi emorragiche. Respirazione difficoltosa e lacrimazione abnorme. Diarrea acquosa profusa e sete eccessiva dei malati. Deposizione di uova dal guscio morbido inizialmente per poi interromperla. Mortalità dal 50 al 100%.Nei polli da carne depressione grave e alta mortalità. Edema facciale, al collo e segni neurologici come torcicollo e atassia. Nei tacchini simile a quella osservata nei polli.

Diagnosi differenziale

Nella diagnosi differenziale dell'HPAI si devono considerare le seguenti malattie:

  • malattia di Newcastle
  • laringotracheite infettiva
  • peste delle anatre
  • avvelenamenti acuti
  • colera aviario acuto e altre malattie setticemiche
  • cellulite batterica di cresta e bargiglio

Diagnosi di laboratorio

Sono effettuati test sierologici e test virologici per la tipizzazione del sierotipo e stabilire l’indice di patogenicità.

Terapia e profilassi

Non esiste terapia. E' una malattia di categoria A, secondo il Regolamento (UE) 2016/429 e atti delegati, soggetta a denuncia obbligatoria e prevede l’applicazione dai regolamenti citati (abbattimento di tutti gli animali, vuoto sanitario con pulizia e disinfezione e l’istituzione di zone di restrizione). Nel caso di HPAI le zone sono una di protezione (3 km di raggio dall’azienda infetta) e una di sorveglianza (10 km di raggio dall’azienda), secondo di quanto previsto dall’Allegato V del Regolamento delegato (UE) 2020/687.

In caso di emergenza il Ministero ha cura di predisporre, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale, il Piano di vaccinazione con indicazione di scopo, obiettivi, metodo e applicazione. La vaccinazione di emergenza è autorizzata dall’Unione europea su esplicita richiesta degli Stati membri.

Prevenzione

Un efficace piano di sorveglianza unitamente all’applicazione di rigide misure di biosicurezza, rappresentano i pilastri per la prevenzione dell’introduzione dei virus influenzali negli allevamenti avicoli.

Dati epidemiologici nazionali e internazionali

Dati epidemiologici nazionale e internazionali

Il virus ad alta patogenicità H5N1 clade 2.3.4.4b si è notevolmente diffuso in diversi continenti Europa inclusa.

Questo virus è stato in grado di provocare gravi fenomeni di mortalità in Italia in specie di uccelli selvatici normalmente non suscettibili alla malattia come il gabbiano comune, il gabbiano reale le gru ma anche negli stessi anatidi.

H5N1 si è dimostrato inoltre in grado di infettare diverse specie di mammiferi sia in Europa che nel Nord e Sud America provocando in alcuni casi gravi fenomeni di morìa anche in specie protette con rischio di estinzione.

A tale riguardo si evidenziano in particolare gravi fenomeni di mortalità registrati in tutta Europa in particolare in colonie di uccelli marini nidificanti sulle coste atlantiche occidentali o sul mar Baltico.

Diversi casi di infezione sono stati accertati anche in diversi allevamenti di animali da pelliccia in Finlandia e Spagna (visoni, volpi artiche); in volpi e lupi. Particolare preoccupazione ha destato la conferma di diversi casi alcuni mortali di H5N1 in gatti polacchi infettatisi a seguito della ingestione di carne di pollame infetta non sottoposta a cottura.

Per quanto riguarda i casi più eclatanti registrati in altri continenti si evidenziano i gravi fenomeni di mortalità riscontrati in Peru’ in colonie di leoni marini ed in particolare i recenti casi di un particolare sottotipo di H5N1 che ha colpito i bovini da latte negli USA con oltre 800 allevamenti in 15 diversi Stati. La malattia si è trasmessa attraverso la movimentazione di animali e attraverso il latte. Circa 35 persone in particolare personale di stalla ha contratto la malattia in forma lieve (congiuntivite).E’ stato registrato anche un caso conseguente all’ingestione di latte crudo.

Nonostante il genotipo del virus H5N1 circolante tra i bovini americani non sia stato riscontrato in Europa in Italia sono stati effettuati controlli retrospettivi nei bovini da latte italiani che hanno dato esito negativo.

Nel 2024 in tutta la UE sono stati confermati 460 focolai di Influenza aviaria ad alta patogenicità prevalentemente causati da H5N1 in allevamenti di pollame.

In Italia nel 2024 i focolai nel pollame ammontano a 35 unità mentre I casi negli uccelli selvatici sono stati 67.


Piano di eradicazione e azioni di controllo

Attività di sorveglianza in Italia

Ogni anno in Italia il Ministero della salute adotta un piano di sorveglianza nazionale cofinanziato dalla Commissione europea che prevede controlli basati sul rischio negli allevamenti avicoli nonché negli uccelli selvatici che ha come obbiettivo quello di individuare la presenza e prevalenza dei virus influenzali a bassa patogenicità LPAI e di quelli ad alta patogenicità HPAI sia negli avicoli domestici che nei volatili selvatici.

L’attività di sorveglianza negli allevamenti di pollame viene effettuata in funzione del rischio di introduzione negli allevamenti ed eventuale successiva diffusione tra questi .

I fattori di rischio che vengono presi in considerazione sono i seguenti:

  • ubicazione delle aziende avicole in zone ad alta densità di volatili selvatici migratori, in particolare di quelli appartenenti alle “specie bersaglio”
  • presenza di aree ad alta densità di aziende avicole
  • caratteristiche strutturali e gestionali del sistema produttivo avicolo
  • situazione epidemiologica presente e pregressa (fattori di rischio di introduzione e diffusione rilevati nel corso delle precedenti epidemie)
  • flusso e tipologia di scambi commerciali
  • tipologia produttiva e misure di biosicurezza degli allevamenti commerciali di specie a rischio (presenza nell’azienda di categorie di pollame a lunga vita produttiva, multi-età e multispecie)
  • presenza di aziende avicole free-range in cui il pollame può entrare in contatto con i volatili selvatici (assenza di barriere o barriere non funzionali)

sulla base di questi fattori vengono individuati allevamenti sia del settore industriale sia del settore rurale (svezzatori, commercianti e rurali).

Oltre a tale piano e qualora i dati epidemiologici (prevalenza e incidenza dei focolai di malattia negli allevamenti intensivi di pollame) evidenzino una grave situazione di rischio, specifiche misure di controllo ed eradicazione vengono adottate nell’ambito della Unità di Crisi centrale che vede coinvolti il Ministero della salute, esperti del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza aviaria dell’IZS delle Venezie nonché gli Assessorati competenti delle regioni interessate. Tali misure prevedono di solito la creazione di ampie zone di controllo (ZUR -zone di ulteriore restrizione) dove viene regolamentato l’accasamento del pollame , effettuata una sorveglianza rinforzata negli allevamenti ed effettuati controlli diagnostici prima che gli animali vengano inviati al  macello.

Raccomandazioni

L’influenza aviaria è una malattia altamente contagiosa dei volatili. Benché i virus influenzali umani ed aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, i virus aviari non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente ed in determinate condizioni, che prevedono un’esposizione attraverso il contatto diretto con volatili morti o ammalati, con superfici o materiali contaminati da escreti e secreti infetti (es. feci) o attraverso le mucose (orali, oculari, nasali), con aerosol infetti, o eventualmente attraverso il consumo di carni non ben cotte di volatili infetti.
Il personale esposto a rischio deve adottare misure di protezione individuale (uso di specifici DPI).

 

FAQ - Influenza aviaria: aspetti sanitari e sicurezza degli alimenti

Tutte le domande e risposte sulla influenza aviaria.

Consulta

FAQ - Influenza aviaria: aspetti sanitari e sicurezza degli alimenti


Data di ultimo aggiornamento: 3 gennaio 2025


Condividi

Collegamento al sito www.izsvenezie.it. Apre una nuova pagina


.