Malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici. Questi fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. L’influenza nel pollame si può presentare nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) e da ceppi ad alta patogenicità (HPAI). La malattia è soggetta ad obbligo di denuncia.
I virus influenzali A sono suddivisi in due gruppi, a seconda della loro capacità di provocare la malattie nel pollame suscettibile all'infezione:
La più grande varietà di virus dell’influenza aviaria è stata isolata dagli uccelli selvatici e in particolare da volatili acquatici appartenenti agli ordini Anseriformi e Charadriformi. Questi animali vivono in gruppi numerosi, compiono lunghe migrazioni e prediligono gli ambienti acquatici (via di diffusione del virus): queste caratteristiche li rendono degli ospiti ideali. Infatti le specie che fungono da serbatoio, venendo a contatto con diversi sottotipi, assicurano le condizioni necessarie per il riassortimento genetico e consentono quindi la persistenza dei virus dell’influenza aviaria in natura e la comparsa di nuove varianti. I virus influenzali si sono nel tempo adattati alle specie serbatoio attenuando la loro patogenicità nell’ospite anseriforme. Questi uccelli consentono quindi la permanenza in natura dei soli virus a bassa patogenicità. I focolai sostenuti da virus ad alta patogenicità negli uccelli selvatici sono molto rari in natura.
L'Influenza aviaria è un'infezione virale causata dai virus della famiglia Orthomyxoviridae, genere Influenza-virus A. I virus dell'influenza A sono gli unici orthomixovirus di cui sia accertata la capacità di infettare i volatili.; i volatili acquatici costituiscono un importante serbatoio di questi virus.
Diagnosi clinica:
Nelle galline ovaiole si può riscontrare posizione accovacciata o eretta in stato semi-comatoso, cianosi ed edema di cresta e bargigli con possibile presenza di petecchie ed ecchimosi emorragiche. Respirazione difficoltosa e lacrimazione abnorme. Diarrea acquosa profusa e sete eccessiva dei malati. Deposizione di uova dal guscio morbido inizialmente per poi interromperla. Mortalità dal 50 al 100%. Nei polli da carne depressione grave e alta mortalità. Edema facciale, al collo e segni neurologici come torcicollo e atassia. Nei tacchini simile a quella osservata nei polli.
Diagnosi differenziale
Nella diagnosi differenziale dell'HPAI si devono considerare le seguenti malattie:
Diagnosi di laboratorio
Sono effettuati test sierologici e test virologici per la tipizzazione del sierotipo e stabilire l’indice di patogenicità.
Terapia e profilassi
Non esiste terapia. E' una malattia di categoria A, secondo il Regolamento (UE) 2016/429 e atti delegati, soggetta a denuncia obbligatoria e prevede l’applicazione dai regolamenti citati (abbattimento di tutti gli animali, vuoto sanitario con pulizia e disinfezione e l’istituzione di zone di restrizione). Nel caso di HPAI le zone sono una di protezione (3 km di raggio dall’azienda infetta) e una di sorveglianza (10 km di raggio dall’azienda), secondo di quanto previsto dall’Allegato V del Regolamento delegato (UE) 2020/687.
In caso di emergenza il Ministero ha cura di predisporre, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale, il Piano di vaccinazione con indicazione di scopo, obiettivi, metodo e applicazione. La vaccinazione di emergenza è autorizzata dall’Unione europea su esplicita richiesta degli Stati membri.
Prevenzione
Un efficace piano di sorveglianza unitamente all’applicazione di rigide misure di biosicurezza, rappresentano i pilastri per la prevenzione dell’introduzione dei virus influenzali negli allevamenti avicoli.
Nel periodo 2020 - 2021 diversi Paesi europei sono stati colpiti da un’epidemia di Influenza aviaria causata da sottotipi H5N1 e H5N8. L’ondata epidemica del 2020/2021 è stata una delle più vaste e durature epidemie di HPAI che si siano mai verificate in Europa e ha praticamente interessato la quasi totalità dei paesi europei inclusa l’Italia.
Solo nel 2021 il numero di focolai da H5N1 attualmente confermato nella popolazione di pollame domestico ha raggiunto oltre i 280 focolai e 614 negli uccelli selvatici mentre per il sottotipo H5N8 sono stati confermati 105 focolai nei domestici e 191 nei selvatici.
L’origine di questi fenomeni epidemici è attribuibile alla migrazione di uccelli selvatici principalmente dal nord est Europa (Russia , Kazakistan , Mongolia). Molti uccelli selvatici pur essendo portatori del virus non manifestano sintomi di malattia ma trasmettono il virus al pollame domestico che al contrario manifesta forme molto gravi con fenomeni di mortalità che può interessare tutto l’effettivo.
Consulta
L’attività di sorveglianza in Italia viene svolta per individuare la presenza e prevalenza dei virus influenzali a bassa patogenicità LPAI, nonché di quelli ad alta patogenicità HPAI sia negli avicoli domestici che nei volatili selvatici.
Il metodo di sorveglianza in Italia è stato definito in base al rischio, tenendo in considerazione i seguenti fattori:
In base al rischio di introduzione e/o di diffusione sono stati testati sia allevamenti del settore industriale sia del settore rurale (svezzatori, commercianti e rurali).
Sono state identificate province ad alto rischio di introduzione e diffusione, suddivise per regione, sono:
Le province considerate a rischio medio sono:
La restante parte del territorio nazionale è stata classificata come “a basso rischio”, e le attività di sorveglianza sono basate sulla notifica di casi e sospetti di influenza (sorveglianza passiva), e sulla sorveglianza attiva degli svezzatori come definito dalla legislazione nazionale.
Consulta:
Piano nazionale di sorveglianza per l'influenza aviaria - 2021
L’influenza aviaria è una malattia altamente contagiosa dei volatili. Benché i virus influenzali umani ed aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, i virus aviari non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente ed in determinate condizioni, che prevedono un’esposizione attraverso il contatto diretto con volatili morti o ammalati, con superfici o materiali contaminati da escreti e secreti infetti (es.feci) o attraverso le mucose (orali, oculari, nasali), con aerosol infetti, o eventualmente attraverso il consumo di carni non ben cotte di volatili infetti. Il personale esposto a rischio deve adottare misure di protezione individuale.
Il rispetto di rigorose misure di biosicurezza negli allevamenti, contenute nell’ordinanza 26 agosto 2005 e successive modifiche, nel decreto 25 giugno 2010 e nella decisione di esecuzione 2018/1136/UE, rappresenta lo strumento fondamentale per prevenire l’introduzione, e successiva diffusione, dei virus influenzali con particolare riferimento ad evitare il contatto con i volatili selvatici.
IZS delle Venezie - Influenza aviaria
Tutte le domande e risposte sulla influenza aviaria.
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FAQ - Influenza aviaria: aspetti sanitari e sicurezza degli alimenti
Data di ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2021