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FAQ Salute Mentale

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Data ultima verifica: 14 marzo 2024


Domande e risposte (Mostra risposte)

I disturbi mentali comprendono un’ampia gamma di patologie e, come molti studi dimostrano, la maggior parte di questi possono essere curati, ottenendo una significativa riduzione dei sintomi e restituendo alle persone che ne sono affette il proprio stato di benessere psicofisico, il miglioramento della qualità di vita e il recupero dell’indipendenza. Esistono, infatti, trattamenti efficaci sia per disturbi mentali lievi che per quelli più gravi. L’importante è diagnosticarli precocemente per poter intervenire tempestivamente con i trattamenti necessari.

La maggior parte delle persone che soffrono di disturbi mentali sono in grado di lavorare o di svolgere attività di vario tipo, ad esempio volontariato, etc, con risultati di ottimo livello. Essere integrati in attività sociali/lavorative è salutare perché conferisce non solo stabilità finanziaria e integrazione sociale, ma soprattutto sensazioni di utilità, identità e status. Al contrario, l’essere disoccupati produce stress, caduta dell’autostima, isolamento sociale e affettivo, problemi nella gestione delle relazioni interpersonali, con un possibile maggior rischio di sviluppare o di peggiorare una patologia mentale. 

La grande maggioranza delle persone con disturbi mentali non è pericolosa, anzi, è vittima della violenza più frequentemente delle persone che non soffrono di disturbi mentali. In alcune persone, però, che soffrono di disturbi mentali gravi come la schizofrenia o i disturbi di personalità, l’abuso di alcool e droghe può far commettere atti violenti. Alcuni studi condotti negli Stati Uniti hanno stimato che solo il 3-5% degli atti violenti può essere attribuito ad individui con problemi mentali seri. Infatti, è più probabile che un individuo con problemi mentali seri sia più spesso vittima di un reato rispetto alla popolazione generale (si stima 10 volte in più) o possa commettere il suicidio. Sebbene ci siano studi che segnalino una relazione tra violenza e malattia mentale, il contributo al tasso di violenza, in generale, di soggetti con disturbi psichici è nella realtà minimo. Erroneamente, però, tale relazione viene percepita dalla popolazione generale in maniera esagerata contribuendo, pertanto, alla discriminazione e all'allontanamento degli individui con disturbi psichici.

Alcuni studi hanno rilevato che alcuni fattori di rischio possono aumentare la probabilità di essere violenti nei pazienti con disturbi mentali (schizofrenia o disturbo bipolare). Tali fattori sono, ad esempio, una pregressa storia di violenza, utilizzo e dipendenza da sostanze d’abuso, detenzione giovanile, aver subito abusi fisici, essere vittima di un crimine, aver affrontato un divorzio o la perdita del lavoro. Inoltre, la ricerca suggerisce che un trattamento adeguato (psicofarmaci, psicoterapia, supporto della comunità etc.) può aiutare a diminuire la “violenza” nei soggetti con disturbi mentali.

 

La depressione è una malattia causata dall’interazione di diversi fattori: genetici, biologici, psicosociali, ambientali e può essere curata, ma perché questo avvenga la forza di volontà da sola non basta.  Per curare la depressione è necessario che chi ne è affetto si rivolga a specialisti del settore che definiranno il percorso terapeutico/psicologico più indicato per ogni paziente. Come per tante altre malattie è molto importante riuscire a diagnosticarla e identificarne il livello di gravità già dai primi segnali di allarme, perché spesso viene sottovalutata.

L'anoressia è una malattia particolarmente diffusa nel genere femminile, anche se sono in aumento nei maschi e in tutte le fasce d’età. La fascia di età per l’esordio è 15-19 anni, con una tendenza negli ultimi anni ad un esordio sempre più precoce. Segnali di allarme infatti anche in bambini prima degli 8 anni e nelle persone anziane.

 Le cause derivano dalla concomitanza di fattori sociali, psicologici e biologici. Si associa ad una grave sofferenza psicologica, emotiva e a difficoltà relazionali e sociali. Può presentare forme gravi combinate con depressione, disturbo bipolare, disturbi di ansia, vissuti di traumi, disturbi del sonno, disturbi dell’immagine corporea.  Il riconoscimento precoce del disturbo comporta un miglioramento dell’evoluzione a lungo termine e una più alta probabilità di guarigione. Necessita di un trattamento specialistico multidimensionale e interdisciplinare in cui è essenziale una grande collaborazione tra figure professionali con differenti specializzazioni.

Per approfondire consulta:

Il deficit di attenzione con iperattività (ADHD) è uno dei più frequenti disturbi neuropsichici dell’età evolutiva. E' caratterizzato dalla triade sintomatologica disattenzione, impulsività  comportamentale e verbale e iperattività motoria. Si riscontra prima dei 12 anni, ma circa il 65% dei bambini con una diagnosi di ADHD mostra ancora sintomi in età adulta, con vari livelli di compromissione funzionale.  Queste caratteristiche del comportamento compromettono, con differenti livelli di gravità, la qualità di vita del bambino nei vari ambienti in cui si trova a trascorrere la propria giornata.

L’autismo è causato da una combinazione di fattori genetici e ambientali in grado di agire precocemente sullo sviluppo cerebrale. Oggi è ampiamente dimostrato che le cause dei disturbi dello spettro autistico non sono da attribuire né ai vaccini né ad errori educativi o a conflitti familiari. I bambini nascono con questo disturbo e i genitori non ne hanno alcuna responsabilità.

Le stime di prevalenza internazionali concordano che almeno 1 persona ogni 100 presenti un disturbo dello spettro autistico. La più recente stima di prevalenza negli Stati Uniti indica che 1 persona ogni 58 presenti il disturbo dello spettro autistico. In Italia, i dati dell’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico stimano che 1 bambino ogni 77 nella fascia di età di 7-9 anni presenti il disturbo dello spettro autistico. 

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