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La campylobatteriosi è una malattia infettiva causata dal batterio Gram negativo Campylobacter jejuni e meno frequentemente da Campylobacter coli. Altre specie sono C. lari, C. fetus e C. upsaliensis. Il batterio è un’importante causa di malattia diarroica in tutto il mondo.

Nei paesi industrializzati, uomini e bambini di età inferiore ai 5 anni, presentano la più alta incidenza di malattia, anche se tutte le fasce di età possono essere colpite. Nei paesi in via di sviluppo, la malattia è confinata tra i bambini di età inferiore ai 2 anni. Campylobacter è una delle maggiori cause di diarrea del viaggiatore.


Il pollame ed il bestiame rappresentano i principali serbatoi. Anche gli animali domestici possono essere “serbatoi” del Campylobacter e favorirne la trasmissione, mentre il contagio diretto da uomo a uomo è piuttosto raro.

Cuccioli, gattini, suini, ovini e roditori possono altrettanto essere fonte di infezione per l’uomo. Nelle aree temperate, molti casi si verificano durante i mesi caldi, quando c’è un significativo aumento di Campylobacter tra i polli. Oltre alla stagione, altri fattori correlati alla diffusione del Campylobacter negli animali serbatoio sono il livello di biosicurezza, l’età del pollame, le modalità di somministrazione dei mangimi, i trasferimenti dei capi da un allevamento a un altro, le condizioni di trasporto del pollame, l’acqua e i medicinali somministrati agli animali.

La fonte comune di episodi epidemici di infezione raramente viene individuata; tuttavia, l’infezione da Campylobacter è associata prevalentemente al consumo di acqua o di latte contaminati o di alimenti a rischio consumati crudi, come i molluschi bivalvi. Nei casi sporadici, la principale via di trasmissione è la carne di pollame, a rischio di contaminazione durante la manipolazione sia da parte dei produttori sia da parte dei consumatori.

Chiunque può contrarre un'infezione da Campylobacter. Tuttavia, alcuni gruppi di persone sono maggiormente a rischio di infezione o di malattia grave. Questi gruppi includono:

  • Bambini di età inferiore ai 5 anni
  • Adulti di 65 anni e più
  • Persone con un sistema immunitario fragile
  • Persone che lavorano con gli animali

Il periodo di incubazione della campylobatteriosi varia generalmente dai 2 ai 5 giorni (1-10 giorni) a seconda della dose di batterio presente nell’alimento contaminato ingerito.

I sintomi sono solitamente leggeri o moderati e consistono in febbre e malessere che possono precedere di un giorno diarrea, dolori addominali, mal di testa, nausea e talvolta vomito. La loro durata varia generalmente da alcuni giorni fino a due settimane. 

Molte infezioni sono asintomatiche e la maggior parte sono autolimitanti. Rare complicazioni comprendono l’artrite reattiva (circa l’1% dei casi), la sindrome di Guillain-Barrè (circa lo 0,1% dei casi), casi di sindrome dell’intestino irritabile.

Sebbene la maggior parte dei casi abbia un decorso benigno, in alcuni casi la disidratazione, soprattutto in anziani e bambini può peggiorare al punto da richiedere il ricovero ospedaliero; raramente il decorso può portare al decesso. 

 

L'infezione da Campylobacter viene diagnosticata con un test di laboratorio:

  • un test diagnostico rapido che rileva il materiale genetico del batterio, oppure
  • un esame colturale che coltiva e permette di isolare i batteri.

Gli esami di laboratorio possono fornire informazioni utili per orientare le decisioni relative al trattamento. Infatti, talvolta, le infezioni da Campylobacter possono essere gravi e richiedere un trattamento antibiotico. Ciò è particolarmente vero per le persone a rischio di malattie gravi, tra cui le persone di 65 anni e più, le persone in gravidanza e le persone con un sistema immunitario fragile.

Le persone affette da diarrea devono bere molti liquidi (acqua, soluzioni di reidratazione orale) per evitare la disidratazione.

La maggior parte delle persone affette da infezione da Campylobacter guarisce senza ricorrere agli antibiotici. Tuttavia, gli antibiotici a volte vengono utilizzati anche per trattare l'infezione da Campylobacter nei soggetti a rischio di malattia grave.

Alcuni Campylobacter sono resistenti agli antibiotici comunemente usati per trattare le infezioni. Le infezioni resistenti agli antibiotici possono essere più difficili da trattare, durare più a lungo, causare malattie più gravi e comportare costi sanitari più elevati.

Misure di controllo in tutti i settori della catena alimentare, dalla produzione alla preparazione e conservazione del cibo, contribuiscono a ridurre il rischio di infezione da Campylobacter.

La trasmissione del Campylobacter attraverso il latte può essere facilmente controllata tramite la pastorizzazione e quella attraverso l’acqua con un sicuro sistema di potabilizzazione; inoltre, la trasmissione attraverso i prodotti freschi può essere ridotta evitando l’impiego di acqua contaminata per l’irrigazione dei campi e operando un accurato lavaggio degli alimenti da parte del consumatore.

La contaminazione della carne avviene durante la macellazione, attraverso il contatto con il materiale fecale o tramite il contenuto intestinale degli animali in macellazione. Il lavaggio della carne dopo la macellazione riduce il rischio di contaminazione, così come il congelamento dei prodotti alimentari. Per eliminare il Camplylobacter dai cibi contaminati l’unico metodo efficace è quello di introdurre un trattamento battericida come il riscaldamento (cottura o pastorizzazione) o l’irradiazione (raggi gamma).





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Le informazioni pubblicate in "La nostra salute" non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Data di pubblicazione: 4 giugno 2024, ultimo aggiornamento 4 giugno 2024