Per visualzzare correttamente il contenuto della pagina occorre avere JavaScript abilitato.
Vai al sito Malattie infettive

Le gastroenteriti sono infezioni molto frequenti che colpiscono stomaco e intestino; sono caratterizzate da nausea, vomito e diarrea e nelle forme più gravi da disidratazione


Immagine raffigurante un intestino

Le gastroenteriti sono infezioni molto comuni che riguardano lo stomaco e l’intestino.

Possono essere causate da numerosi agenti patogeni e sono caratterizzate da sintomi quali nausea, vomito e diarrea (3 o più scariche al giorno di feci non formate/liquide o aumento della frequenza delle evacuazioni giornaliere - con emissione di feci non formate - rispetto alle normali abitudini della persona) che nelle forme più gravi e, soprattutto nel bambino, portano ad una delle conseguenze più temute della malattia: la disidratazione.

La trasmissione dell’infezione può avvenire per contatto diretto via mani-bocca con soggetti malati o portatori (contagio interpersonale). Molti agenti patogeni hanno un serbatoio animale (agenti zoonosici) e  per questo la trasmissione dell’infezione può avvenire per contatto diretto via mani-bocca con animali domestici malati o portatori o, indirettamente, a seguito dell’ingestione di alimenti e/o acqua contaminati.

Infine l’infezione può essere contratta via mani-bocca per contatto con superfici o oggetti contaminati. Portare alla bocca cibo contaminato da mani non lavate (ma anche un bicchiere, una stoviglia o una posata maneggiate da mani contaminate da virus o batteri della gastroenterite), può rappresentare un importante fattore di rischio per questo tipo di infezioni.

Nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni a risoluzione spontanea, ma in caso di persistenza dei sintomi per diversi giorni, il medico prescriverà esami specifici ed eventualmente terapie antibiotiche, accanto a quella reidratante.

Le gastroenteriti possono essere causate da:

  • virus (tra i più frequenti: rotavirus, norovirus, adenovirus, cytomegalovirus)
  • batteri (salmonella, campylobacter, escherichia coli patogeni, clostridium difficile, clostridium perfringens, bacillus cereus, vibrio cholera, bacteroides fragilis, yersinia enterocolitica, shigella)
  • protozoi (giardia, entamoeba histolytica, cryprosporidium); elminti (tricocefalosi, trichinellosi, botriocefalosi, strongiloidosi, toxocarosi, schistosomiasi).

Le forme di gastroenterite virale sono spesso chiamate "influenza intestinale", in modo improprio, in quanto non sono causate dal virus influenzale.

Nei Paesi industrializzati i virus sono gli agenti più frequentemente responsabili degli episodi diarroici acuti e colpiscono soprattutto in inverno. Tra questi il rotavirus è la causa più frequente di gravi forme di gastroenterite tra i bambini al di sotto dei 5 anni, mentre i Norovirus sono una causa comune di gastroenterite sia tra i bambini che tra gli adulti. Solo in Italia si stima che i rotavirus siano causa di circa 300.000 casi di gastroenterite l’anno.

La trasmissione da persona a persona è comune nelle forme da shigella o da rotavirus; quelle da clostridium difficile compaiono in genere nelle persone che abbiano effettuato di recente prolungati trattamenti antibiotici.
Tra le infezioni gastroenteriche trasmesse da alimenti sono da segnalare le salmonellosi associate al consumo di uova e prodotti a base di uova crude o carni poco cotte di pollo e maiale, le campilobatteriosi associate al consumo di pollame e latte non pastorizzato,  l’escherichia coli enteroemorragico, associato recentemente al consumo di germogli, e il colera, associato al consumo di frutti di mare crudi o poco cotti.

Diarrea
si parla di "diarrea acuta" quando una persona presenta 3 o più scariche diarroiche nell’arco di 24 ore; di ‘diarrea persistente’ quando gli episodi di diarrea durano oltre 14 giorni; di ‘diarrea cronica’ quando la durata è superiore ad un mese; di ‘dissenteria’ quando nella diarrea sono presenti scariche di sangue e di muco (non è presente nelle infezioni virali e in quelle da batteri produttori di enterotossine).

Febbre
è spesso presente.

Vomito
è frequente nelle forme virali o nelle forme causate da ingestione di tossine batteriche (es. da Staphylococcus aureus)

Dolori addominali
non sempre presenti

Le gastroenteriti, almeno nei Paesi industrializzati sono forme in genere a risoluzione spontanea, che non lasciano conseguenze. Infatti solo il 10% delle persone colpite si rivolge al medico e solo il 7% di queste vengono ricoverate per conseguenze legate alla malattia.

La complicanza principale delle gastroenteriti, in particolare nei bambini e nei soggetti fragili, è la disidratazione.

In una piccolissima percentuali di casi, però, si possono verificare gravi complicanze, quali la sindrome emolitico-uremica o la sindrome di Guillain-Barré

Nella valutazione iniziale del paziente, il medico terrà conto delle caratteristiche delle scariche diarroiche (entità, frequenza, aspetto, consistenza, presenza o meno di sangue e muco) e degli altri sintomi (febbre, vomito ecc).

Importante ricostruire cosa la persona colpita dalla gastroenterite abbia fatto nelle ore/giorni precedenti alla comparsa dei sintomi (es. se il paziente ha mangiato frutti di mare crudi, se è stato a contatto con altre persone portatrici degli stessi sintomi, se ha fatto viaggi recenti in Paesi con scarse condizioni igieniche ecc.).

Molto importante è la ricerca dei segni e sintomi di disidratazione:

  • elevata frequenza del battito cardiaco (> 90/min)
  • pressione arteriosa bassa con ulteriore caduta della pressione quando ci si mette in piedi
  • aspetto disidratato della cute e delle mucose
  • occhi infossati
  • stato soporoso
  • nei neonati e nei bambini molto piccoli, segni di disidratazione sono: l’infossamento della fontanella sulla sommità del capo, il pianto senza lacrime, l’aspetto disidratato di cute e mucose, il pannolino che rimane asciutto per più di tre ore

Nei pazienti molto disidratati, con la febbre alta e che presentino sangue o pus nelle feci, il medico richiederà l’esame colturale delle feci (coprocoltura) per individuare il microrganismo responsabile.
In quelli con diarrea persistente, oltre alla coprocoltura, verrà effettuato l’esame parassitologico delle feci su più campioni.

Nelle forme leggere

Può essere utile assumere:

  • probiotici, ossia microrganismi, quali il Lactobacillus GG, in grado di migliorare l’equilibrio della microflora endogena e aiutare a combattere la diarrea
  • farmaci anti-diarroici: riservati alle forme leggere, vanno assolutamente evitati nelle forme con dolori addominali, o se è presente sangue nelle feci.

Nelle forme più gravi

con presenza di disidratazione, occorre intervenire subito con la somministrazione di soluzioni reidratanti (contenenti elettroliti) e di abbondanti liquidi o, nei casi più gravi, con il ricovero in ospedale e la somministrazione di soluzioni contenenti elettroliti per via endovenosa. Evitati i succhi di frutta confezionati che possono aggravare la diarrea.

Dopo aver provveduto ad una adeguata idratazione, si può riprendere a mangiare, meglio se in pasti piccoli e frazionati (es. 6 pasti al giorno) alimenti solidi, astringenti (es. patate lesse, riso bollito, banane, crackers, pollo).

Nei casi più gravi, inoltre, possono essere prescritti antibiotici dal medico così come nelle persone più a rischio (bambini molto piccoli,anziani, soggetti immunocompromessi ecc).
Nelle forme ad eziologia virale gli antibiotici non vanno usati perchè non hanno alcun effetto.

La prevenzione delle infezioni gastroenteriche si basa prevalentemente su misure igieniche e comportamentali.

Ecco alcune semplici regole da seguire:

  • Lava sempre bene le mani dopo essere stato alla toilette e prima di mangiare o manipolare del cibo
  • Pulisci la toilette e disinfetta il coperchio e la seduta del water dopo aver utilizzato il bagno, dopo un episodio di vomito o una scarica di diarrea
  • Fai la massima attenzione alla conservazione dei cibi; come regola generale è bene non consumare carne, insalate, salse, che siano state tenute a temperatura ambiente per più di 2 ore
  • Mantieni la temperatura del frigorifero tra 1 e 4°C
  • Se non sei certo della provenienza, consuma la carne ben cotta ed evita di consumare uova o salse fatte con uova crude
  • Non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie
  • Quando viaggi in zone con scarse condizioni igieniche, bevi solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata, evita il ghiaccio.

Per approfondire


  • Condividi
  • Stampa
  • Condividi via email
Le informazioni pubblicate in "La nostra salute" non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Data di pubblicazione: 7 gennaio 2014, ultimo aggiornamento 7 maggio 2021