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Libera professione intramuraria, Relazione al Parlamento Anno 2010

Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha trasmesso il 20 gennaio 2012 al Parlamento la Relazione sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria – Anno 2010,  secondo quanto disposto dalla legge 120  del 2007.

La Relazione è a cura dell’Osservatorio nazionale per l’attività libero-professionale, istituito presso il Ministero della Salute nel 2008, che realizza uno specifico monitoraggio per presentare un quadro complessivo del fenomeno, il grado di adeguamento alla norma nazionale, le disomogeneità presenti e le criticità evidenziate che impediscono o rallentano il percorso attuativo della legge.

L’ultima edizione della Relazione, riferita al secondo semestre 2010, mette in evidenza in primo luogo lo stato di avanzamento dei programmi regionali per la realizzazione di strutture sanitarie per l’attività libero – professionale intramuraria. Nello specifico, con D.M. 8 giugno 2001, è stato ripartito fra le Regioni l’importo di € 826.143.140,92 (dati riferiti al 31/12/2010, Volume I), delle risorse ripartite con il citato decreto ministeriale, sono stati ammessi a finanziamento n. 418 interventi, per complessivi € 746.843.755,27, pari al 90,40% delle risorse disponibili. Dagli ultimi dati riferiti risulta che 9 Regioni/P.A. hanno completato il programma [P.A. Trento (per n. 11 interventi), Veneto (per n. 39 interventi), Liguria (per n. 22 interventi), Emilia Romagna (per n. 69 interventi), Toscana (per n. 27 interventi), Umbria (per n. 9 interventi), Lazio (per n. 49 interventi), Basilicata (per n. 7 interventi) e Sardegna (per n. 11 interventi)].

Accanto agli interventi di ristrutturazione, ritenuti essenziali per la messa a regime del sistema della libera professione intramuraria, si è indagato, altresì, sulla necessità di acquisire spazi ambulatoriali esterni, tramite acquisto, locazione e stipula di convenzioni. Nel 2010, 15 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto) hanno manifestato tale esigenza (cfr. Volume I).

Un ulteriore elemento conoscitivo del fenomeno proviene dalle informazioni relative all’attivazione, da parte delle Aziende, di specifici strumenti di controllo e verifica del corretto svolgimento dell’attività libero-professionale svolta in intramoenia “allargata”. I dati forniti hanno evidenziato che:

  • in due Regioni/P.A. (Toscana, P.A. Bolzano) non viene esercitata l’intramoenia allargata
  • in 6 Regioni (Basilicata, Liguria, Marche, Umbria, Valle d'Aosta, P.A. Trento) tutte le aziende hanno attivato tali strumenti
  • in 10 Regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Veneto) parte delle aziende insistenti sui rispettivi territori hanno implementato specifiche attività di verifica e controllo sull’intramoenia allargata
  • in 2 Regioni nessuna azienda ha implementato tali specifiche attività
  • per 1 Regione (Lazio) il dato fornito non è completo

Il dato, molto significativo, riscontrato nella Regione Toscana e nella P.A. di Bolzano, rileva che in alcuni contesti è stato possibile gestire il sistema e garantire il superamento dell’intramoenia allargata. Si intende avviare studi volti ad analizzare questi modelli virtuosi al fine di individuarne i punti di forza e promuoverne il trasferimento in altre realtà.

Inoltre nel volume sono inseriti i dati relativi ai costi e ricavi complessivi della Libera Professione per Regione.

In conclusione, lo studio del fenomeno coinvolge diversi ambiti e risulta di conseguenza assai complesso. Alla luce della proroga del termine per il passaggio al regime ordinario, disposta dal decreto legge 29 dicembre 2011 n. 216 “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative” ed in considerazione delle proprie competenze l’Osservatorio intende effettuare, una rilevazione più dettagliata che tenga conto anche dei particolari aspetti legati all’intramoenia allargata. Invero, è già in corso uno specifico monitoraggio sui tempi di attesa delle prestazioni erogate in ALPI, da cui sarà possibile evincere in maniera puntuale la tipologia e il volume delle prestazione prenotate in intramoenia, ovvero in intramoenia allargata. L’Agenas sta, attualmente, provvedendo all’elaborazione dei dati che saranno condivisi con le singole Regioni/P.A. prima dell’invio formale al Ministero ed all’Osservatorio.




Data di ultimo aggiornamento 3 aprile 2013


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