L’impatto sociale del fenomeno infortunistico è di estrema rilevanza, non solo a livello sanitario, ma anche dal punto di vista economico. Infatti, le conseguenze in termini di salute sono rappresentate da traumi di diversa gravità, che possono comportare invalidità e, in molti casi, anche morte, con costi sociali e sanitari rilevanti.
L’Istituto nazionale di Statistica (ISTAT) nell’ambito della “Indagini multiscopo sulle famiglie italiane – Aspetti della vita quotidiana” definisce l’infortunio domestico come un evento dannoso accidentale (indipendente dalla volontà umana) che si verifica in un’abitazione, intesa come l’insieme dell’appartamento e di eventuali estensioni esterne (balconi, giardino, garage, cantina, scala, etc.) e che comporta la compromissione temporanea o definitiva delle condizioni di salute di una persona, a causa di lesioni di vario tipo.
L’incidenza di tali infortuni è difficilmente stimabile poiché non esiste un sistema “corrente” di rilevazione a livello nazionale del fenomeno e le fonti di rilevazione appaiono disomogenee e non permettono un confronto tra le Regioni; inoltre, la maggior parte degli eventi non gravi, non accedendo alla rete ospedaliera e non confluendo così in un sistema di registrazione, sfugge all’osservazione.
Nel 2017 sono stati censiti 4,4 milioni di incidenti domestici, 3,3 milioni di persone coinvolte per una stima di 55,4 infortunati su 1000 abitanti (Istat Multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana - Anno 2017 INAIL Banca dati statistica). I dati evidenziano una netta prevalenza di incidenti nel sesso maschile nelle età giovanili, ma dai 30 anni in poi si registra un’inversione di tendenza con una netta prevalenza nelle donne di età maggiore o uguale a 50. Nei maschi prevalgono le ferite e gli schiacciamenti mentre nelle femmine le cadute e le ustioni.
Altre fonti di dati:
La Legge del 3 dicembre 1999, n. 493 (Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici) attribuisce ai Dipartimenti di prevenzione, in collaborazione con i servizi territoriali, i compiti di valutazione e prevenzione dei rischi e di educazione sanitaria in materia di incidenti domestici.
La prima causa degli incidenti domestici va ricercata nella diffusa convinzione che la casa, in particolare quella propria, sia un posto sicuro. Poiché la casa è un luogo privato, ognuno può arredarla e organizzarla senza un confronto con esperti della sicurezza, come avviene per i luoghi pubblici, sottovalutando i rischi.
Per contrastare gli infortuni in ambito domestico il PNP 2020-2025 adotta una strategia multilivello che coinvolge in modo trasversale tutti i servizi sanitari di interesse per il contrasto del fenomeno nella comunità, attraverso azioni di prevenzione integrate ed interventi evidence based, finalizzati a:
Inoltre risulta strategico istituire un sistema di sorveglianza valido su scala nazionale, che permetta di valutare non solo l’entità del fenomeno ma anche di confrontare i risultati di studi effettuati su diverse realtà nazionali e internazionali e fra gruppi di popolazione a rischio. È opportuno supportare l’attività del CAV, favorendo una più rapida comunicazione degli esiti del trattamento da parte delle strutture sanitarie che li hanno contattati in fase di emergenza, rafforzando la modalità di raccolta standardizzata dei dati rilevati e la loro trasmissione all’ISS per la rielaborazione statistica ai fini dell’individuazione della migliore gestione dei rischi nel contesto dei regolamenti REACH e CLP o delle normative specifiche.
Per quanto riguarda gli incidenti stradali, essi sono un grande problema di sanità pubblica a livello mondiale dato il loro notevole impatto sulla salute delle persone. Secondo i dati del Report Mondiale sulla sicurezza stradale dell’OMS, nel 2016, i morti per incidente stradale sono stati circa 1.350.000 e sono la prima causa di morte nella fascia di età 5-29 anni. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile indica come traguardo da raggiungere entro il 2020 il dimezzamento del numero di morti e feriti per incidenti stradali, ma al momento questo obiettivo, a livello sia mondiale sia nazionale, è lontano dall’essere raggiunto.
In Italia, secondo i dati ISTAT, nel 2018 sono stati 172.553 gli incidenti stradali con lesioni a persone, con 3.334 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 242.919 feriti, in lieve calo rispetto all’anno precedente. La stima delle conseguenze economiche degli incidenti stradali è molto alta, calcolata tra l’1% e il 3% del prodotto interno lordo del Paese.
Gli incidenti stradali sono favoriti da alcuni determinanti legati alla persona, quali l’età, le condizioni di salute, l’assunzione di farmaci compromettenti l’attenzione, l’uso di alcol e di sostanze psicotrope, l’equilibrio e i riflessi. Inoltre, bisogna considerare alcuni comportamenti alla guida errati, tra cui i più frequenti sono la distrazione, il mancato rispetto della precedenza, la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi), l’utilizzo dei cellulari e il mancato utilizzo dei sistemi di protezione. Al verificarsi dell’incidente concorrono poi altri determinanti attribuibili alla sicurezza delle strade e alla sicurezza dei veicoli. Infine, condizioni socioeconomiche disagiate e/o lo stato di migrante, che di fatto determinano un minor accesso a formazione e informazione sulle misure di prevenzione, possono influenzare sia la percezione del rischio sia la possibilità di accedere a veicoli più moderni e con migliori dotazioni di sicurezza.
La promozione della sicurezza stradale è definita Livello Essenziale di Assistenza pertanto gli interventi sono considerati prestazioni sanitarie che devono essere garantite alla collettività Per avere effetti sulla riduzione del numero e della gravità degli incidenti stradali sono necessari programmi di lungo periodo, con interventi che incidano simultaneamente su più fattori di rischio, considerando l’interazione di uomo, macchina e ambiente:
La prevenzione degli incidenti stradali richiede un approccio multisettoriale e il coinvolgimento di numerose Istituzioni; in questo campo la Sanità Pubblica esercita un’attività di advocacy presso le altre istituzioni coinvolte, in particolare promuovendo una mobilità sostenibile e sicura.
In questa ottica, durante la pianificazione urbanistica e del territorio risulta fondamentale considerare l’integrazione dei dispositivi di sicurezza stradale, progettando strade più sicure e mettendo in sicurezza i percorsi casa-scuola. È opportuno potenziare il trasporto pubblico ed incentivare il controllo sulle strade da parte della polizia stradale e l’adozione di misure di riduzione della velocità della circolazione.
È utile, infine, migliorare il sistema di rilevazione dei dati sugli incidenti stradali in particolare per conoscere con maggiore accuratezza il numero dei feriti gravi, per identificare meglio cause e dinamiche, al fine di mettere in campo le più appropriate modalità di intervento di prevenzione.
Data di ultimo aggiornamento 7 febbraio 2024