Annualmente dal 2020 l’Italia adotta un Piano nazionale di Sorveglianza della PSA, approvato e cofinanziato dalla CE, e che contempla anche le misure di eradicazione per la regione Sardegna. Analogamente al Piano nazionale del 2022, che già aggiornava e potenziava le misure di cui ai Piani precedenti, il Piano nazionale di sorveglianza ed eradicazione per la PSA per il 2023, ha l’obiettivo di proteggere il patrimonio suinicolo nazionale dal virus PSA e si articola nei principali ambiti di seguito elencati:
Alla luce della nuova situazione epidemiologica, è stata elaborata e trasmessa alla CE un’integrazione al Piano 2022 relativa alle misure di eradicazione da condurre nelle aree in restrizione. La strategia di eradicazione in Piemonte e Liguria, concordata e univoca, consiste, in estrema sintesi, nell’installare una barriera per il contenimento della popolazione di cinghiali infetta e quindi dell’area di circolazione virale per raggiungere i seguenti obiettivi specifici: o evitare che l'infezione si trasmetta dai suini selvatici ai suini domestici o contenere l’infezione all’interno della zona infetta attuale o ridurre progressivamente l'area di circolazione virale.
Il Piano presentato presentato alla CE per il 2023 prevede tra le principali misure:
Il Piano prevede inoltre l’applicazione delle misure contemplate dalle norme vigenti in caso di focolaio nel domestico. Fa parte integrante del Piano la parte relativa all’eradicazione in regione Sardegna, che persegue l’obiettivo della completa eradicazione. La radicale revisione di strategia di lotta alla malattia degli ultimi anni ha determinato un’evoluzione favorevole, sia dal punto di vista epidemiologico che gestionale, che ha consentito la revisione della classificazione delle zone di restrizione, liberando gran parte del territorio, e inserendo il rimanente nelle zone di restrizione parte I, II e III. Questo consentirà una ripresa del settore commerciale relativamente alle movimentazioni e commercializzazione di suini vivi, carni e prodotti.
(Vedi news:Peste Suina Africana in Sardegna: ridotte zone restrizioni)
Come previsto dalla normativa in vigore, a seguito della conferma del primo caso di PSA in Piemonte sono stati tempestivamente convocati il Gruppo degli Esperti per la definizione della zona infetta e l’Unità di Crisi Centrale che ha, tra l’altro, il compito di definire la strategia di controllo ed eradicazione della malattia nelle aree interessate e in quelle limitrofe. È stata quindi individuata e definita la zona infetta, nella quale è stata vietata qualsiasi attività agro-forestale anche tenuto conto che la malattia è trasmissibile attraverso le movimentazioni di animali, persone, veicoli e materiali contaminati (tra cui rifiuti di cucina, scarpe o vestiti, attrezzi zootecnici ecc.).
Analoga procedura è stata attivata non appena è stato confermato il caso a Roma, e quelli di Calabria e Campania. Anche a seguito del focolaio del domestico, nel piccolo allevamento semibrado di Roma ricadente nella zona infetta istituita per il selvatico, sono state applicate le misure previste dalle norme. Inoltre, a seguito dei casi di PSA sia in Piemonte e Liguria che in Lazio, si sono svolte in Italia due missioni del team comunitario EUVET, un gruppo di esperti che fornisce assistenza tecnica agli Stati Membri coinvolti dall’epidemia di PSA nell’ambito della gestione della malattia e delle misure da adottare contestualizzate nelle diverse realtà dei diversi territori. Nell’ambito delle misure di contrasto alla malattia, l’applicazione e la verifica del livello di implementazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti suini, è un pilastro fondamentale nella prevenzione dell’infezione, in riferimento alle possibilità di contatto con i cinghiali, responsabili del mantenimento del virus nell’ambiente e della sua diffusione in virtù delle grosse distanze che possono coprire anche giornalmente, e in relazione alla corretta gestione delle norme igienico-sanitarie in allevamento.
Relativamente al settore selvatico, tenuto conto del riconosciuto ruolo epidemiologico dei cinghiali già nel 2021 era stato elaborato un documento di indirizzo tecnico in materia di prevenzione della PSA nel selvatico, per e di supportare le Regioni e P.A. a migliorare gli aspetti correlati alla preparazione e alle misure di gestione della popolazione di cinghiali in funzione dell’aumentato rischio di introduzione del virus della PSA in Italia. Oltre a quanto sopra, in conseguenza del rilevamento della PSA in Italia continentale, con il D.L. 9/2022 convertito in legge dalla L. 7 aprile 2022, n. 29, per prevenire e contenere la diffusione della PSA in Italia (quelle indenni da PSA e nelle parti indenni in caso di presenza della PSA), le Regioni e Province Autonome hanno elaborato ed adottato i Piani regionali di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della PSA nei suini da allevamento e nella specie cinghiale (cosiddetti PRIU), che prevedono tra l’altro, la ricognizione della consistenza della specie cinghiale e le modalità di attuazione dei metodi per la gestione della specie.
In riferimento all’attività di formazione, come le altre misure, rappresenta uno strumento indispensabile nell’insieme della strategia di contrasto ed eradicazione, al fine di aumentare il livello di conoscenza e sensibilizzazione di tutte le figure coinvolte nelle attività di sorveglianza, stimolare il coinvolgimento attivo del settore venatorio. Infine, a partire dal 2021, il Piano Nazionale di Sorveglianza per PSA prevede un nuovo sistema di sorveglianza anche per Peste Suina Classica (PSC), disponendo che tutti i campioni di suini domestici, prelevati nell’ambito delle attività di sorveglianza passiva per PSA, siano testati anche per PSC. La strategia di sorveglianza si basa sulla ricerca virologica del genoma virale per entrambe le Pesti Suine.
Per approfondimenti:
Per approfondire consulta il sito Trovanorme.it
Data di ultimo aggiornamento 15 settembre 2023