La PrEP o profilassi pre-esposizione consiste nell’assumere una combinazione di farmaci attivi contro HIV prima dei rapporti sessuali. Correttamente assunta da persone sieronegative a rischio di infezione, la PrEP si è dimostrata efficace nel prevenire l’acquisizione dell’infezione da HIV.
Il protocollo attualmente prevede che le compresse siano assunte o quotidianamente (una al giorno) oppure due compresse da 2 a 24 ore prima del rapporto sessuale, seguite da un’altra compressa a 24 ore di distanza dalla prima assunzione e infine un’altra compressa dopo altre 24 ore.
È importante che chi assume la PrEP sia seguito da un infettivologo per monitorare sia lo stato di infezione da HIV che eventuali effetti collaterali, che tuttavia si presentano raramente. È anche necessario che le persone che assumono PrEP vengano controllate per la presenza di infezioni sessualmente trasmissibili. Per questo, chi desidera utilizzare la PrEP come metodo di prevenzione dell’HIV deve recarsi presso un centro di malattie infettive, effettuare alcuni esami (tra cui un test per l’HIV) e, nel caso che l’infettivologo verifichi che non sussistono problemi, ottenere una prescrizione da parte dell’infettivologo per poter acquistare la combinazione di farmaci in farmacia.
Con Delibera del 26 aprile 2023 l’AIFA ha approvato l’indicazione alla rimborsabilità della PrEP al fine di ridurre il rischio di infezione da HIV-1 sessualmente trasmessa in adulti e adolescenti ad alto rischio
L’HIV si può trasmettere solo attraverso i seguenti liquidi biologici di persone con HIV inconsapevoli o non in terapia antiretrovirale efficace:
L'infezione si verifica quando il virus, contenuto in uno di questi liquidi di una persona con HIV non in terapia antiretrovirale efficace, riesce ad entrare nel corpo di un’altra persona, attraverso ferite della pelle o lesioni anche non visibili delle mucose.
Le vie di trasmissione, quindi, sono:
No, certamente non lo trasmette in tutte le condizioni in cui non ci siano scambi di sangue o rapporti sessuali. Inoltre anche in questi casi la trasmissione di HIV può avvenire solo se la persona non sa di avere l’HIV o lo sa, ma non ha ancora raggiunto la soppressione virale attraverso l’assunzione di una terapia efficace.
La possibilità di trasmettere l’infezione da HIV dipende dal tipo di comportamento messo in atto e, soprattutto, dalla quantità di virus presente nel sangue o nelle secrezioni genitali della persona con HIV.
È massima nelle prime settimane dopo l’infezione. È nulla quando una persona con HIV è in terapia con farmaci efficaci
Tra gli efficaci metodi di prevenzione va annoverata la terapia antiretrovirale: non si corre rischio di contrarre l’HIV se si hanno rapporti sessuali non protetti con una persona con HIV in terapia antiretrovirale efficace (con carica virale nel sangue non rilevabile da almeno sei mesi).
Esistono vari tipi di test utilizzati comunemente per la diagnosi, che danno risposte certe dopo tempi diversi dall’ultimo comportamento a rischio:
Per sottoporsi a test HIV su sangue non è necessario essere a digiuno.
Se il test è effettuato con un prelievo di sangue inviato in laboratorio, il risultato è disponibile mediamente in 3 giorni.
Sono test che possono essere effettuati su una goccia di sangue punta dal dito (tra questi il test per l’autodiagnosi dell’infezione da HIV, acquistabile in farmacia) o su saliva. Il risultato dei test rapidi è disponibile in pochi minuti.
Poiché sono test di primo screening, in caso di risultato dubbio o reattivo (positivo) è necessaria una conferma con prelievo venoso. Per conoscere il periodo finestra del prodotto utilizzato occorre riferirsi alle istruzioni della azienda produttrice. Se sono test combinati, il periodo finestra sarà di 40 giorni, se ricercano solo gli anticorpi il periodo finestra sarà di 90 giorni.
Il test con prelievo di sangue si può fare in tutte le strutture pubbliche, ospedaliere e territoriali o nei laboratori accreditati.
La “tutela della riservatezza della persona assistita” secondo la legge 135/90 (art. 5 comma 1) è massima. Per questo il test può essere eseguito anche in forma anonima e gratuita e in ogni provincia esiste almeno un centro in cui può essere richiesto il test con queste modalità.
I test rapidi si possono effettuare anche in contesti non sanitari (sedi di associazioni, in particolari eventi pubblici, o presso servizi e strutture rivolti a persone o popolazioni maggiormente vulnerabili all’HIV) e vengono solitamente offerti gratuitamente e nel rispetto dell’anonimato.
È anche possibile acquistare in farmacia test per l’autodiagnosi dell’infezione da HIV. Si tratta di test rapidi, anche in questo caso un risultato dubbio o reattivo va confermato con un test eseguito su prelievo venoso.
E' importante effettuare il test:
Non si corre alcun rischio nel vivere insieme a persone con HIV ed è possibile avere una relazione di coppia senza rischi. Nel caso di rapporti sessuali con partner con HIV con carica virale rilevabile nel sangue (persona non ancora in terapia, all’inizio della terapia prima della soppressione virale o nello stato di fallimento virologico), va sempre utilizzato il profilattico o un altro efficace strumento di prevenzione.
Quando i farmaci contro l’HIV rendono talmente bassa la quantità di virus circolante da rendere pari a zero il rischio di trasmissione del virus da parte della persona con HIV in terapia stabilmente efficace (U=U), è possibile scegliere all’interno di una coppia di non utilizzare il profilattico o la PrEP, concordandolo con il/la partner e consultando l’infettivologo.
Le persone con HIV con carica virale persistentemente negativa possono oggi avere figli in modo naturale senza rischi per il/la partner e per il nascituro.
Si tratta di farmaci specifici usati nel trattamento dell’infezione da HIV, che bloccano la riproduzione del virus nelle cellule, riducendo la quantità di virus che circola nell’organismo.
Esistono diverse classi di farmaci, che, combinate tra loro, controllano il virus e consentono alle persone con HIV di avere una buona qualità di vita, grazie anche al minor impatto sull’organismo e ai minori effetti collaterali. Le evidenze scientifiche dicono che le prospettive di vita per chi oggi scopre di avere l’HIV ed entra subito in terapia sono simili a chi non ha l’HIV.
Poiché ad oggi non esiste una cura definitiva che elimina del tutto il virus dall’organismo né un vaccino efficace, i farmaci vanno assunti per tutta la vita.
In alcune condizioni si può pensare di essere stati esposti al rischio di infezione da HIV, ad esempio se si verificano:
In questi casi è necessario andare il più presto possibile, senza superare le 48 ore, al Pronto soccorso di un grande ospedale o al reparto di infettivologia più vicino. Un medico discuterà con la persona la situazione e nel caso prescriverà, previo consenso, un primo test per l’HIV e un trattamento preventivo per un periodo di un mese (profilassi post-esposizione PEP), nel tentativo di evitare la possibile infezione da HIV.
No. La Legge n.135/1990, agli articoli 5 e 6, prevede disposizioni specifiche, volte a garantire l’anonimato nella rilevazione delle infezioni da HIV e il divieto di svolgere indagini volte ad accertare lo stato di sieropositività dei dipendenti da parte di datori di lavoro per l’instaurazione di un rapporto di lavoro, al fine di evitare discriminazioni nonché violazioni di riservatezza sullo stato di sieropositività per HIV.
Una sentenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 218 del 1994) ha parzialmente modificato l’art.5 della Legge 135 con riferimento alla possibilità di procedere ad un accertamento dell’infezione da HIV nel caso di attività che comportino rischi per terzi, nell’ambito delle professioni sanitarie o di sicurezza da valutare volta per volta e che comunque non indicano una inidoneità assoluta alla professione.
Ministero della Salute, Direzione generale della prevenzione sanitaria
in collaborazione con le sezioni L e M del Comitato tecnico sanitario - CTS