Ministero della Salute

FAQ - Tumore del colon-retto

Ultimo aggiornamento:  6 novembre 2006

1. Cos’è il tumore del colon-retto?

È un tumore che colpisce l’ultima parte dell’intestino (colon-retto). È al secondo posto come frequenza tra le malattie tumorali in Italia e in Europa.

2. Come si forma?

In genere si sviluppa a partire da piccole formazioni benigne, chiamate polipi o più precisamente adenomi, che si formano nell’intestino con l’età. Solo una piccola percentuale di questi adenomi può trasformarsi in un tumore vero e proprio. Il processo di trasformazione è comunque molto lento (10-15 anni).

3. Cosa si può fare per diagnosticare precocemente il tumore del colon-retto?

In caso di diagnosi precoce si può guarire in un’altissima percentuale di casi. È scientificamente provato che l’esecuzione periodica di esami come la ricerca del sangue occulto fecale o la rettosigmoidoscopia può salvare molte vite: si possono diagnosticare tumori allo stadio iniziale, e quindi più facilmente guaribili, o asportare polipi prima che diventino tumori.

4. Cos’è l’esame per la ricerca del sangue occulto fecale?

Consiste nel verificare la presenza o meno di sangue nelle feci, invisibile a occhio nudo. Si rivolge a persone che non hanno apparenti disturbi intestinali.

5. L’esame per la ricerca del sangue occulto fecale va fatto anche in assenza di disturbi?

Sì, perché i tumori del colon-retto spesso non danno alcun disturbo per anni. Uno dei segni più precoci di un tumore o di un polipo intestinale è però proprio il sanguinamento, invisibile a occhio nudo, anche diversi anni prima della comparsa di qualsiasi altro sintomo.

6. A chi ci si può rivolgere per effettuare l’esame per la ricerca del sangue occulto fecale?

In molte Regioni italiane sono in corso o in fase di realizzazione programmi di screening mediante ricerca del sangue occulto fecale: le persone tra i 50 e i 70-74 anni vengono invitate dalla Asl mediante una lettera a ritirare il materiale per effettuare l’esame.

7. Come si esegue l’esame per la ricerca del sangue occulto fecale?

Bisogna raccogliere un campione di feci in un apposito flacone, senza osservare alcuna particolare dieta. La raccolta va effettuata a casa e il campione va riconsegnato al laboratorio del programma di screening.

8. Se l’esame risulta negativo?

In caso di esito negativo le persone sono invitate a ripetere il test ogni 2 anni.

9. E se l’esame risulta positivo?

L’esame risulta positivo per la presenza di sangue occulto fecale in circa 5-6 persone su 100. Questo non indica necessariamente la presenza di tumori o polipi intestinali: un sanguinamento nelle feci può dipendere anche da cause banali come emorroidi, ragadi o diverticoli. A volte, però, il sanguinamento può essere il primo segnale della presenza di polipi, che possono essere asportati per impedirne la possibile trasformazione in tumore maligno. Più raramente, chi risulta positivo al test ha effettivamente un tumore: in genere, però, è in fase molto precoce e quindi più facilmente curabile. In tutti i casi di positività a questo esame è necessario un accertamento con colonscopia.

10. Cos’è la colonscopia?

È un esame che serve a controllare le pareti interne del colon-retto. Si esegue con il colonscopio, uno strumento flessibile grosso più o meno come un mignolo e munito di una telecamera: illuminando le pareti interne dell’intestino, permette di individuare eventuali alterazioni. Durante la colonscopia si possono asportare ambulatorialmente la maggior parte dei polipi eventualmente rilevati. Solo in rarissimi casi l’esame provoca complicanze che richiedono un ricovero ospedaliero.

11. Ogni quanto va ripetuto la ricerca del sangue occulto fecale?

L’esame va fatto regolarmente ogni due anni. Nella Regioni dove è già partito un programma di screening organizzato, la Asl invia regolarmente un invito per posta

12. La ricerca del sangue occulto fecale è un esame affidabile?

Come tutti gli esami di screening, non è infallibile. È possibile infatti che polipi o piccoli tumori non provochino un sanguinamento tale da essere evidenziato dall’esame. È quindi opportuno rivolgersi al proprio medico in presenza dei seguenti disturbi:

  • modificazioni persistenti delle abitudini intestinali
  • presenza di sangue nelle feci evidente a occhio nudo
  • sensazione di ingombro rettale persistente dopo l’evacuazione.


13. Oltre alla ricerca del sangue occulto nelle feci, ci sono altri metodi di diagnosi precoce del cancro del colon-retto?

Sì: oggi sappiamo che mediante un particolare esame, la sigmoidoscopia, è possibile vedere se ci sono polipi o tumori nell’ultima parte dell’intestino. È qui infatti che si localizzano il 60-70% dei tumori o polipi che possono trasformarsi in tumore. Questo esame consente di trovare tumori in fase iniziale e perciò più facilmente curabili, ma soprattutto di eliminare i polipi che potrebbero evolvere in forme maligne.

14. Come si esegue la sigmoidoscopia?

Tramite un endoscopio, uno strumento flessibile del diametro di 1 cm, munito di una fonte di luce: introdotto dall’ano, permette di esaminare la superficie interna dell’ultima parte dell’intestino e asportare eventuali polipi. La sigmoidoscopia dura circa 10 minuti. Perché riesca bene, occorre una buona pulizia intestinale, tramite una semplice peretta due ore prima.

15. L’esame provoca dei disturbi?

Di solito è ben tollerato e solo raramente provoca dolore, di breve durata. Non occorre somministrare farmaci. Dopo l’esame si può riprendere la normale attività quotidiana. Prelievi o asportazione di polipi effettuati durante l’esame possono provocare lievi perdite di sangue, generalmente controllabili. Solo in pochissimi casi (1 su 10.000 esami) sono state osservate complicanze tali da richiedere un ricovero ospedaliero.

16. Dopo la sigmoidoscopia sono necessari altri esami?

Se si riscontrano polipi di grosse dimensioni o con particolari caratteristiche (7% dei casi) va fatta anche una colonscopia: si possono così escludere alterazioni negli altri tratti dell’intestino, che in questi casi sono più frequenti.

17. A chi ci si può rivolgere per la sigmoidoscopia?

In alcune Regioni italiane sono in corso o in fase di progettazione programmi di screening di popolazione in cui uomini e donne tra i 58 e i 60 anni sono invitati a effettuare una sigmoidoscopia. L’esame è del tutto gratuito e non necessita di richiesta medica.

18. La sigmoidoscopia è un esame affidabile?

Come tutti gli esami di screening, non è infallibile. Per quanto raramente, può accadere che polipi o tumori non siano visualizzati, o che siano presenti nella parte più alta del colon, non esplorata con l’esame. Bisogna quindi rivolgersi al proprio medico in presenza dei seguenti disturbi:

  • modificazioni persistenti delle abitudini intestinali
  • presenza di sangue evidente a occhio nudo nelle feci.


19. Ogni quanto va ripetuta la rettosigmoidoscopia?

I programmi di screening che invitano a fare la rettosigmoidoscopia propongono l’esame una sola volta nella vita, perché riduce il rischio di ammalarsi di tumore del colon-retto per molti anni. Si raccomanda comunque di ripetere l’esame ogni 10 anni