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Celiachia, relazione annuale 2011

La tutela della salute del celiaco è un obiettivo sanitario e sociale importante che il Ministero della Salute porta avanti ormai da anni. Il numero delle nuove diagnosi in Italia è evidentemente in continuo aumento, anno dopo anno.

Al momento l'unica terapia per i soggetti celiaci è la dieta priva di glutine. Anche se questo trattamento dietetico può in alcune circostanze, limitare la vita sociale delle persone affette da celiachia, non presenta effetti collaterali ed è in grado di controllare i sintomi della malattia e prevenire le complicanze.

Il Ministero della Salute dalla sua parte sostiene il celiaco nel suo inserimento nella vista sociale, a scuola, in ospedale, in ufficio e al ristorante.
L'impegno del Ministero e delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano è sintetizzato nella presente relazione che racchiude i dati e le novità scientifiche a livello nazionale e mondiale.

Le realtà territoriali, infatti, fornendo i propri dati, permettono annualmente di disegnare il quadro qualitativo e quantitativo della malattia celiaca nel nostro Paese. Dalle informazioni ricevute, inoltre, è stato possibile apprezzare le libere iniziative di ciascuna realtà regionale che ogni anno si organizza per rendere meno gravosa la vita quotidiana del celiaco.

A permettere di fronteggiare i costi per l'implementazione delle attività di prevenzione, dirette o correlate, alla produzione dei pasti senza glutine e alla formazione degli operatori del settore alimentare ci sono i fondi previsti dagli artt. 4 e 5 della Legge 123/2005 che il Ministero della Salute ogni anno ripartisce alle Regioni.

Alla luce delle informazioni raccolte nella presente Relazione, i celiaci diagnosticati ad oggi risultano 135.800, ancora troppo pochi rispetto al numero di celiaci presumibilmente presenti in Italia se si considerano le stime di questa patologia. I dati sono comunque confortanti se si pensa che nel 2011 il numero di celiaci è raddoppiato rispetto ai celiaci diagnosticati prima della Legge 123/2005. Ma l'impegno del Servizio Sanitario Nazionale nell'opera di sensibilizzazione e di informazione agli operatori sanitari a riconoscere i sintomi e a porre diagnosi correttamente continua perché una diagnosi precoce significa meno rischi e complicanze per i pazienti e miglior utilizzazione delle risorse comuni.

Consulta la Relazione annuale 2011



Data di pubblicazione: 6 novembre 2012 , ultimo aggiornamento 14 gennaio 2013


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