L’obesità è la risultante dell’interazione tra componenti comportamentali, sociali e metaboliche, alcune geneticamente determinate, altre riconducibili a fattori ambientali. Molti aspetti dell’ambiente in cui oggi vivono e lavorano le persone incoraggiano abitudini alimentari scorrette e/o una ridotta attività fisica che aumentano il rischio di obesità. I determinanti ambientali hanno una rilevante influenza anche sul dispendio energetico, non favorendo, ad esempio, per i bambini le occasioni di movimento prima e dopo la scuola o le attività sportive o ludiche extra-scolastiche all’aria aperta. Inoltre, sono sempre più diffuse, nel tempo libero, le attività sedentarie quali guardare la televisione o usare il computer.
Una sana alimentazione associata a uno stile di vita attivo, al contrario, è un valido strumento per la prevenzione, la gestione e il trattamento di molte malattie. Un regime dietetico adeguato ed equilibrato, infatti, non solo garantisce un apporto di nutrienti ottimale in grado di soddisfare il fabbisogno dell’organismo, ma permette anche l’apporto di sostanze che svolgono un ruolo protettivo e/o preventivo nei confronti di determinate condizioni patologiche.
Avere molti chili di troppo comporta una serie di conseguenze a breve e a medio- lungo termine.
Le persone obese nella vita di tutti i giorni presentano affanno, anche compiendo attività fisica di bassa intensità, sudano profusamente, hanno disturbi del sonno e russano (questa condizione è chiamata sindrome delle apnee notturne, che comporta una scarsa ossigenazione del sangue anche per lunghi periodi durante il sonno notturno e aumenta il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari, quali ictus e infarto), hanno sonnolenza diurna e problemi alle articolazioni (dolori alla schiena, alle ginocchia e alle anche).
Inoltre frequentemente i soggetti obesi autolimitano la loro vita sociale, hanno problemi della sfera psicologica, quali bassa autostima, che possono sfociare nella depressione.
A lungo termine l’obesità comporta un aumentato rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, e quindi accidenti cardio-vascolari, diabete di tipo 2 e tumori.
Obesità e sovrappeso sono condizioni associate ad elevata mortalità e rappresentano un importante fattore di rischio per le principali malattie croniche: malattie cardiovascolari (in particolare infarto e ictus), ipertensione, diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica, alcune forme di tumori (in particolare il tumore dell’endometrio, del colon retto, renale, della colecisti, della prostata e della mammella).
L’obesità aumenta anche il rischio di malattie della colecisti (calcoli) e delle malattie muscolo-scheletriche (in particolare artrosi degenerativa).
La valutazione della quantità e della distribuzione del grasso corporeo può essere effettuata in diversi modi.
L’indice di massa corporea (IMC o BMI) permette di fare diagnosi di sovrappeso e obesità, ma non dà informazioni sulla distribuzione, né sull’esatta quantità del grasso corporeo (un culturista può avere un IMC molto elevato pur non essendo obeso; un anziano con scarsa massa muscolare può avere un eccesso di grasso corporeo pur presentando un IMC nel range di normalità).
L'Indice di Massa Corporea (IMC, kg/m2) si calcola: dividendo il peso, espresso in kg per il quadrato dell'altezza, espressa in metri, come indice indiretto di adiposità.
A seconda dell'MC si definiscono le seguenti categorie:
Un altro metodo per diagnosticare il sovrappeso e l’obesità, è misurare la circonferenza del punto vita. Una circonferenza superiore a 94 cm negli uomini e a 80 cm nelle donne è considerata patologica.
Inoltre, la distribuzione del grasso può essere valutata con la plicometria cutanea (la misurazione dello spessore delle pieghe cutanee in diversi distretti corporei), con il rapporto tra la circonferenza della vita e dei fianchi o con tecniche strumentali avanzate quali l’ecografia, la TAC o la risonanza magnetica che possono valutare anche la quantità del grasso ‘nascosto’ all’interno dell’addome, cioè del grasso ‘viscerale’, che è il più pericoloso dal punto di vista metabolico e del rischio cardiovascolare.
La valutazione iniziale del paziente obeso deve comprendere anche la determinazione del livello plasmatico di alcuni ormoni (come quelli della tiroide e del surrene), l’assetto lipidico (colesterolo e trigliceridi), la misurazione della pressione arteriosa.
Il trattamento dell'obesità consiste nella riduzione del peso corporeo, da effettuarsi sotto stretto controllo medico, seguendo un’alimentazione corretta ed effettuando un regolare programma di attività fisica, adeguato alle proprie possibilità e nel successivo mantenimento di un peso adeguato alla propria altezza. Può essere d’aiuto in alcuni casi, ricorrere ad un supporto psicologico.
La dieta per la riduzione del peso deve essere personalizzata; in linea generale deve comprendere frutta e verdura; cereali (pane e pasta) con moderazione e preferibilmente integrali, privilegiare carne e pesce, come principali fonti di proteine.
Andranno invece evitati sale e zucchero aggiunti a cibi e bevande, i cibi troppo ricchi di sale (es. insaccati) e di grassi e zuccheri (merendine, patatine fritte, cibi dei fast food e di rosticceria/pizzerie ecc), i soft drink e le bevande alcoliche. Si ricorda che un bicchiere di vino contiene 120 Kcal, senza apportare nessuna sostanza nutritiva.
Molto importante, quando si acquistano cibi confezionati, è leggere l’etichetta nutrizionale per verificare il contenuto calorico e il contenuto qualitativo e quantitativo in grassi (evitare i prodotti ricchi in acidi grassi saturi, soprattutto trans).
L’attività fisica va iniziata in maniera graduale (soprattutto per i più sedentari), cominciando con 10-15 minuti di attività aerobica (camminata a passo veloce, nuoto, tennis, tapis roulant, ballo, ecc) e aumentando gradualmente, fino a raggiungere almeno i 30 minuti al giorno, 5 giorni a settimana. Qualche piccolo accorgimento può contribuire a mantenere un livello adeguato di attività fisica: non prendere mai l’ascensore, ma fare le scale, andare a fare la spesa alimentare a piedi se non si devono portare buste pesanti, evitare di usare l’autovettura per coprite brevi distanze.
Nei pazienti con forme di obesità grave (IMC > 40) o in quelli con IMC > 35 e altre condizioni mediche associate (ad es. la sindrome delle apnee da sonno, diabete, ipertensione arteriosa) che possono trarre beneficio da un’importante perdita di peso, un’alternativa di trattamento è rappresentata dalla chirurgia bariatrica (chirurgia dell’obesità).
Gli interventi chirurgici per l’obesità possono essere classificati in:
Molti di questi interventi vengono ormai effettuati per via laparoscopica (cioè praticando delle mini-incisioni sull’addome, attraverso le quali vengono inserite le strumentazioni chirurgiche e una mini-telecamera).
Nonostante i grandi progressi di questa branca della chirurgia, soprattutto nel caso degli interventi più complessi, il tasso di mortalità rimane dell’ordine dello 0,5-2% e non mancano le complicanze a breve e lungo termine, per cui sono da destinare a casi molto selezionati.
Il PNP 2020-2025, adottato con Intesa Stato-Regioni del 6 agosto 2020, anche al fine di prevenire e contrastare obesità/sovrappeso, in particolare nell’infanzia, prevede di intervenire attraverso un approccio intersettoriale e life-course, agendo a partire dai primi 1000 giorni (nonché in fase pre-concezionale) e lungo tutto il corso della vita per ridurre i fattori di rischio individuali e rimuovere le cause che impediscono ai cittadini scelte di vita salutari.
Si può fare molto per prevenire sovrappeso e obesità.
Ecco alcune indicazioni:
limitare il consumo di grassi e zuccheri, molto abbondanti soprattutto nei cibi confezionati e nei soft drink
aumentare il consumo di verdure, legumi, cereali integrali e, in generale cibi freschi, non processati
seguire una dieta variata, riducendo le porzioni, nel caso in cui si voglia perdere peso
limitare l’alcol, che oltre ad essere nocivo alla salute degli organi, è anche un’importante fonte di calorie, senza apportare nessun vantaggio nutrizionale
non ricorrere al cibo come genere di conforto, nel caso in cui ci si senta depressi o giù di corda
dare ai bambini un buon esempio in materia di alimentazione; i figli di genitori obesi tendono a loro volta ad avere problemi di peso
fare una regolare attività fisica: gli adulti dovrebbero fare almeno 30 minuti/giorno per 5 volte/settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata (camminare a passo veloce, andare in bicicletta, nuotare, ballare); i bambini almeno 60 minuti/giorno; nel caso in cui si desideri perdere peso, il livello di attività fisica dovrà essere gradualmente incrementato.
Il Tavolo di lavoro per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità è stato istituito presso l’Ufficio 8 della Direzione generale della prevenzione sanitaria, con decreto ministeriale 18 gennaio 2019 e successive integrazioni. Il Tavolo è stato prorogato fino al 6 giugno 2021 con decreto 15 dicembre 2020.
Il Tavolo ha il compito di provvedere, alla luce della letteratura scientifica esistente, delle esperienze cliniche e buone pratiche esistenti, alla predisposizione di un documento strategico nazionale di indirizzo finalizzato a:
Con decreto direttoriale 15 aprile 2019 sono stati nominati i componenti del Tavolo di lavoro, sulla base delle designazioni ricevute.
Ministero della Salute
Altri Enti/Istituzioni
Il Tavolo di lavoro ha durata di diciotto mesi a decorrere dalla data della riunione di insediamento, con possibilità di un’unica proroga con durata massima di sei mesi, su determinazione del tavolo medesimo.
Il documento strategico nazionale di indirizzo è trasmesso al Ministro per il tramite della Direzione generale della prevenzione sanitaria.
Data di pubblicazione: 2 marzo 2021 , ultimo aggiornamento 2 marzo 2022