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Obesità


Immagine di una persona in sovrappeso che mangia


L’obesità incide profondamente sullo stato di salute poiché si accompagna a importanti malattie quali il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che, in varia misura, peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata. Sovrappeso e obesità sono, inoltre, tra i principali fattori di rischio oncologico. I tipi di cancro resi più probabili da fattori quali l'obesità e il sovrappeso sono quelli dell'intestino (colon e retto), del rene, dell'esofago, del pancreas e della cistifellea, e per le donne si aggiungono il cancro del seno (nelle donne in post-menopausa), dell’endometrio e dell'ovaio.

L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale

La prevalenza dell'obesità è in costante e preoccupante aumento, non solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito; rappresenta, inoltre, un importante fattore di rischio per varie malattie croniche.

L’obesità deve essere ormai considerata non solo un fattore di rischio per diverse patologie, ma una malattia cronica progressiva e recidivante, anche quando, negli stadi iniziali, non si associ ad alcuna complicanza. Oltre a prevenire l’insorgenza di obesità (prevenzione primaria), occorre quindi sviluppare strategie per prevenire lo sviluppo delle comorbidità associate (prevenzione secondaria) e gli esiti legati a tali comorbidità (prevenzione terziaria).

L’obesità infantile, in particolare, è una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, quali rischio di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, futuri problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali.

In questa ottica è molto importante agire fin dal periodo preconcezionale e in gravidanza per contrastare sovrappeso e obesità nell’infanzia e nell’adolescenza e ridurne la prevalenza in età adulta.

Nessun Paese, fino ad oggi, ha invertito la sua epidemia di obesità, anche se si stanno registrando alcuni segnali di cambiamento positivo che derivano, principalmente, da un appiattimento della prevalenza dell’obesità dell'infanzia. Tuttavia, anche dove ci sono stati progressi, si segnala un aumento delle disuguaglianze nella prevalenza dell'obesità. I gruppi socialmente vulnerabili sono, infatti, più colpiti dall’obesità perché hanno meno accesso all’educazione e a corrette informazioni su stili di vita e salute e vivono, di solito, in zone che non facilitano uno stile di vita attivo. Molto spesso, inoltre, i cibi più economici hanno minore qualità nutrizionale ed elevata densità energetica, rendendo difficile l’adozione di un’alimentazione sana ed equilibrata.

In Italia, l’ISTAT, relativamente all’anno 2021, rileva che, nella popolazione adulta, la quota di sovrappeso è pari al 36,1% (maschi 43,9%, femmine 28,8%), mentre gli obesi sono l’11,5% (maschi 12,3%, femmine 10,8%), evidenziando un trend in costante crescita. Complessivamente, quindi, in Italia si possono stimare in circa 4 milioni le persone adulte obese.

Sistema di sorveglianza OKkio alla Salute

In Italia è attivo dal 2007 il sistema di sorveglianza OKkio alla Salute, nato per monitorare l'evoluzione dell'obesità infantile e valutare gli interventi di promozione della salute avviati, con un dettaglio sia regionale che locale. Il sistema è promosso dal Ministero della Salute e coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute, CNAPPS dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con tutte le Regioni e il Ministero dell’Istruzione. Con Il DPCM 12 maggio 2017 OKkio alla SALUTE è stato inserito tra i Sistemi di sorveglianza di rilevanza nazionale e regionale, istituiti presso L’ISS.

Il sistema di sorveglianza OKkio alla SALUTE permette di monitorare lo stato ponderale dei bambini in ciascuna regione italiana, di fotografare il loro stile di vita e di analizzare il contesto familiare e scolastico di riferimento (circa 50.000 bambini ad ogni raccolta). La raccolta dati del 2019 evidenzia che tra i bambini della III classe della scuola primaria (8-9 anni), misurati con strumenti standardizzati da personale addestrato, erano in sovrappeso il 20,4% e obesi il 9,4% (utilizzando i valori soglia dell'International Obesity Task Force, IOTF).

Con questa sorveglianza l’Italia partecipa da sempre all’iniziativa della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Childhood Obesity Surveillance Initiative – COSI, risultando, anche nell’ultima rilevazione, tra le nazioni con i valori più elevati di eccesso ponderale nei bambini insieme ad altri Paesi dell’area mediterranea.

Health Behaviour in School-aged Children

I dati italiani 2022 dell’Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi di età scolare (HBSC), condotto su un campione di studenti di 11, 13 e 15 anni, sulla base di quanto auto-dichiarato evidenziano che il 18,2% dei ragazzi 11-17 anni è in sovrappeso e il 4,4% obeso.

L’eccesso ponderale diminuisce lievemente con l’età, è maggiore nei maschi e nelle Regioni del Sud. Rispetto alla precedente rilevazione, effettuata nel 2017/2018, tali valori risultano in aumento per entrambi i generi (17% sovrappeso e 3% obeso).

Tra i comportamenti alimentari scorretti, permane l’abitudine di non consumare la colazione nei giorni di scuola, con prevalenze che vanno dal 21% a 11 anni, al 27,9% a 13 anni e al 29,6% a 15 anni; tale percentuale è maggiore nelle ragazze in tutte le fasce d’età considerate ed è sostanzialmente stabile rispetto al passato.

Solo un terzo dei ragazzi consuma frutta almeno una volta al giorno (lontano dalle raccomandazioni) con valori migliori tra le ragazze e nella fascia d’età degli 11enni. Il consumo di verdura almeno una volta al giorno è raggiunto da solo un adolescente su quattro ed è maggiore nelle ragazze. 

Le bibite zuccherate/gassate sono consumate più dai maschi in tutte e tre le fasce d’età considerate (le consumano almeno una volta al giorno: il 14,4% degli undicenni; il 14,5% dei tredicenni; il 12,6% dei quindicenni). Il trend, in discesa dal 2010 al 2018, subisce un arresto in quest’ultima rilevazione.

L’eccesso ponderale nei 17enni è pari al 19,3% (15,9% sovrappeso e 3,9% obesità) ed è sensibilmente maggiore nei maschi (maschi sovrappeso e obesi: 19,8% e 3,9% vs femmine: 11,7% e 2,8%). Circa un diciassettenne su due consuma tutti i giorni la prima colazione con valori lievemente inferiori tra le ragazze. Le ragazze consumano, più dei ragazzi, frutta e verdura almeno una volta al giorno (32% consumo di frutta e 36% consumo di verdura vs frutta 29% e verdura 24%).

L’attività fisica quotidiana è nettamente maggiore tra i maschi (7,1% vs 3%); per contro le ragazze a questa età passano più tempo davanti agli schermi.

Sistema di sorveglianza PASSI

I dati della sorveglianza PASSI,

coordinata dall’ISS, sulla popolazione adulta tra 18 e 69 anni, aggiornati al 2020-2021, mostrano che oltre 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale, (BMI tra 25 e 29.9) e oltre 1 adulto su 10 è obeso (BMI ≥ 30). L’essere in eccesso ponderale è una caratteristica più frequente al crescere dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione. 
I dati del sistema di sorveglianza PASSI d’Argento, sulla popolazione con più di 65 anni, nel quadriennio 2017-2020 relativi a peso e altezza portano a stimare che la maggior parte degli ultra 65enni (58,1%) sia in eccesso ponderale: il 43,9% in sovrappeso e il 14,2% obeso.

Piano Nazionale della Prevenzione

Il PNP 2020-2025, adottato con Intesa Stato-Regioni del 6 agosto 2020, sottolinea che l’obesità incide profondamente sullo stato di salute poiché si accompagna ad importanti malattie quali il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che in varia misura peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata e considera l’obesità infantile, in particolare, come una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, quali rischio di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, futuri problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali.

Anche al fine di prevenire e contrastare obesità/sovrappeso, in particolare nell’infanzia, Il Piano prevede di intervenire attraverso un approccio intersettoriale, agendo a partire dai primi 1000 giorni (nonché in fase pre-concezionale) e lungo tutto il corso della vita per ridurre i fattori di rischio individuali e rimuovere le cause che impediscono ai cittadini scelte di vita salutari.  Tali obiettivi saranno perseguiti nei Piani Regionali attraverso Programmi Predefiniti (PP), che tutte le Regioni devono attuare secondo un modello comune, come ad esempio il PP Comunità attive, il PP Scuole che promuovono salute e il PP Luoghi di lavoro che promuovono salute, e programmi Liberi (PL) che ogni Regione definisce per perseguire obiettivi non previsti dai PP.

Complicanze

L’obesità deve essere ormai considerata non solo un fattore di rischio per diverse patologie, ma una malattia cronica progressiva e recidivante, anche quando, negli stadi iniziali, non si associ ad alcuna complicanza.

L’obesità costituisce un fattore di rischio cardiovascolare, in grado di indurre una maggiore incidenza di accidenti cardio- e cerebrovascolari, incrementando la frequenza e la gravità di altri fattori noti di rischio quali la dislipidemia, l’ipertensione arteriosa, il diabete e l’insulinoresistenza.

Le donne obese presentano frequentemente disturbi del ciclo quali amenorrea, oligomenorrea o anche polimenorrea, correlati ad una condizione di anovulatorietà, con ridotto potenziale di concepimento e, in caso di gravidanza, rischio aumentato di complicanze ostetriche materno-fetali.  

L’espansione del grasso addominale compromette l’escursione del diaframma e la ventilazione peggiorando così l'ossigenazione del sangue.

È da evidenziare, anche, la difficoltà che i soggetti obesi incontrano in diversi ambiti quali la mobilità in casa, la cura dell’igiene, i lavori domestici, le attività fuori casa (camminare per più di 100 metri, sollevare le buste della spesa), le attività lavorative (affaticamento precoce, dolore posturale, impossibilità di svolgere alcune mansioni). L’obesità è fortemente correlata al dolore articolare e alla osteoartrosi ed è un fattore di rischio di disabilità indipendentemente dall’età, dal livello di attività fisica e da patologie croniche.

È necessario, quindi, promuovere una cultura che consideri l’obesità come una malattia cronica complessa e recidivante anche al fine di contrastare, a tutti i livelli, lo stigma nei confronti delle persone che ne sono affette tenendo conto che interventi focalizzati sulla responsabilità individuale nello sviluppo del sovrappeso e obesità possono rafforzare lo stigma. Lo stigma nei confronti dell’obesità è stato documentato in tutti gli ambiti sociali, inclusi la famiglia, la scuola, i luoghi di lavoro, le organizzazioni sanitarie e rappresenta uno degli aspetti più debilitanti e spesso trascurato del vivere in una condizione di obesità con un impatto negativo sulla salute fisica, psicologica, sociale e sulla qualità delle cure delle persone affette.

Diagnosi

Un corretto inquadramento diagnostico è il presupposto fondamentale per individuare le persone da indirizzare ai percorsi preventivi diagnostico terapeutici assistenziali (PPDTA).

La quantità di grasso corporeo viene comunemente espresso con IMC, parametro che esprime il rapporto tra il peso corporeo ed il quadrato dell’altezza (IMC=peso (kg) / altezza2 (m)). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce un individuo normopeso per un IMC ≥ 18,5 kg/m2 e < 25 kg/m2, sottopeso se < 18,5 kg/m2, in sovrappeso se ≥ 25 kg/m2 e obeso se ≥ 30 kg/m2.

L’IMC è semplice da calcolare e da utilizzare, tuttavia, pur essendo correlato per circa il 60% con la quantità di grasso corporeo, non ne misura direttamente la quantità né la distribuzione corporea e, pertanto, non è sempre sufficiente ad effettuare un accurato inquadramento dell’obesità.

Altri indici antropometrici utili nella diagnostica di primo livello sono le circonferenze corporee e, in particolare, la circonferenza della vita e dei fianchi.  A valori della circonferenza della vita superiori a 80 cm nella donna e a 94 cm nell’uomo si osserva un aumento della probabilità di sviluppare patologie, quali il diabete, malattie cardiovascolari e tumori.

Per valori superiori agli 88 cm e ai 102 cm, rispettivamente nella donna e nell’uomo, il rischio risulta maggiormente aumentato.

Nell’ambito della diagnosi di primo livello, l’analisi dell’impedenza bioelettrica (BIA) è un metodo rapido e non invasivo per stimare la composizione corporea (massa magra, massa grassa e acqua corporea). È economica e di facile utilizzo. Data la sua semplicità e diffusione, può essere ritenuta utile tra le indagini di primo livello, rimanendo però limitata nella valutazione della distribuzione del grasso e del suo reale quantitativo in condizioni di disidratazione marcata o negli stati edematosi. Inoltre, tra le indagini di primo livello, andrebbero considerate quelle che consentono di intercettare fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo 2) o altre condizioni mediche correlate all’obesità come la sindrome delle apnee notturne o problematiche osteoarticolari.

L’innovazione tecnologica ha reso disponibili tecniche di diagnostica per immagine applicabili alla composizione corporea. La tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, nonostante l’elevata precisione, sono entrambe costose e rispettivamente una invasiva e l’altra con un lungo tempo di esecuzione. La Dual Energy X Ray Absorptiometry (DXA) è ritenuta la metodica di riferimento per la composizione corporea.

Prevenzione

In linea con quanto raccomandato dall’OMS occorre modificare l'ambiente obesogenico al fine di facilitare l’adozione di un’alimentazione nutrizionalmente equilibrata e corretta, con un ridotto consumo di alimenti troppo ricchi di zuccheri, sali e grassi, di aumentare l’attività fisica e ridurre la sedentarietà. Tra gli interventi raccomandati dall’OMS da implementare o da rafforzare in Italia si possono menzionare:

  • interventi di sostegno alla genitorialità
  • interventi volti ad aumentare la competenza in salute (health literacy) relativa all’alimentazione (nutritional literacy) e degli stili di vita in generale
  • campagne di marketing sociale
  • promozione dell’allattamento al seno
  • implementazione dell’approccio e delle reti delle Scuole che promuovono salute
  • diffusione di “luoghi di lavoro che promuovono salute” con implementazione di interventi per la sana alimentazione e l’attività motoria (secondo il modello Workplace Health Promotion -WHP)
  • interventi di modifica dell’ambiente urbano per la promozione dell’attività fisica
  • interventi sulla qualità nutrizionale nella ristorazione collettiva e nei distributori di alimenti e bevande
  • interventi per la riduzione dell’impatto delle strategie di marketing di alimenti e bevande adottate dalle industrie (in linea con le strategie già indicate dal Ministero della Salute italiano nel documento “Linee di indirizzo per la comunicazione commerciale relativa ai prodotti alimentari e alle bevande”)

L’importanza di promuovere uno stile di vita sano e attivo

Uno stile di vita corretto è indispensabile strumento sia di prevenzione che di terapia e deve essere considerato non solo in termini di dieta e attività fisica, ma come un complesso insieme di fattori, non indipendenti l’uno dall’altro.

Le Linee Guida per una sana alimentazione basate sul modello alimentare mediterraneo, costituiscono un documento di riferimento per la realizzazione di interventi sul miglioramento della qualità della dieta.

Lo svolgimento di una regolare e quotidiana attività fisica è fondamentale sia per la prevenzione che per la gestione e il trattamento del sovrappeso e dell’obesità. Sia l’esercizio aerobico che quello contro resistenza svolgono un ruolo fondamentale nella riduzione dell’eccesso ponderale, ma i benefici dell’esercizio fisico possono essere ottenuti solo a condizione che l’attività venga protratta nel tempo.

È necessario sia modificare lo stile di vita individuale che creare condizioni ambientali atte a facilitare l’assunzione e il mantenimento nel tempo di comportamenti salutari, attraverso facilitazioni al trasporto attivo e all’uso dei mezzi pubblici o realizzando e adeguando aree verdi urbane e lo sviluppo di un ambiente urbano che incoraggi la pratica di attività fisica.

L’attività fisica può e deve, comunque, essere inserita nella routine giornaliera, ad esempio attraverso il cammino, attività alla portata di tutti e a qualsiasi età, che non richiede abilità particolari né tempi di apprendimento, si può fare ovunque, è piacevole e socializzante o sul posto di lavoro, facendo brevi passeggiate durante la pausa, preferendo l’uso delle scale e aderendo a programmi specifici di promozione di sana alimentazione e attività fisica ove presenti.

Il ruolo del medico generale e pediatra

Il medico di medicina generale (MMG) e il pediatra di libera scelta (PLS) hanno un ruolo fondamentale per la promozione di uno stile di vita sano e attivo. Essi infatti conoscono la storia clinica dei propri pazienti, il loro contesto familiare, sociale e lavorativo e rappresentano il principale legame tra la popolazione ed il sistema dei servizi. I loro ambulatori sono capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale. È necessario, pertanto, favorire la crescita della consapevolezza nei MMG e nei PLS circa l’importanza strategica del loro ruolo nello stimolare e sostenere il cambiamento degli stili di vita dei propri assistiti e delle loro famiglie e far conoscere le offerte presenti sul territorio.

Il medico curante, MMG e PLS, collabora alla prevenzione e al contrasto dell’obesità tramite: 

  • la misurazione del peso, dell’altezza e della circonferenza vita
  • il calcolo del BMI
  • l’indagine sulle abitudini alimentari e sugli apporti abituali dietetici
  • l’individuazione dei bambini/adulti con sovrappeso od obesità non grave e non complicata, fornendo alle famiglie un intervento di “prevenzione rinforzata” con monitoraggio frequente
  • l’esecuzione di un counselling motivazionale breve per il miglioramento della dieta e dell’attività fisica
  • la definizione di obiettivi nutrizionali e di attività motoria realistici, da verificare al successivo follow-up
  • la valutazione delle forme secondarie di obesità e delle complicanze/comorbidità, considerando l’eventuale necessità di interventi specialistici in centri di secondo e terzo livello
  • l’utilizzo della rete e dei percorsi previsti dal Percorso Preventivo Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PPDTA) dell’obesità

Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità

Il 27 luglio 2022 è stato adottato, con Accordo Stato-Regioni, il documento recante le “Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità”.

 “Accordo, ai sensi degli articoli 2, comma 1, lettera b), e 4, comma 1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281 tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano sul documento recante “Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità”. Rep. Atti n. 163 /CSR del 27 luglio 2022.

La diffusione dell’obesità è aumentata nel tempo, raggiungendo dimensioni epidemiche, e costituisce ormai uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale, con una preoccupante espansione nell’età infantile che può provocare una precoce insorgenza di patologie croniche non trasmissibili. I bambini in sovrappeso o obesi hanno maggiori probabilità di diventare adulti obesi, rispetto a quelli di peso normale. L’obesità incide profondamente sullo stato di salute poiché si accompagna a importanti malattie quali il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che, in varia misura, peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata. Sovrappeso e obesità sono, inoltre, tra i principali fattori di rischio oncologico. È necessario contrastare il sovrappeso e l’obesità anche nell’anziano, non solo per ridurre il rischio cardio-metabolico, ma soprattutto per ridurre la disabilità ad essi correlata.

L’impatto dell’obesità e delle sue conseguenze richiede interventi urgenti ed incisivi per contrastarne la diffusione. Un approccio strategico intersettoriale, attento a tutti i determinanti socioculturali, ambientali, relazionali e emotivi che influenzano le abitudini alimentari e lo stile di vita, nonché life-course e per setting, è, pertanto, necessario al fine di promuovere stili di vita sani, prevenire l’insorgenza di sovrappeso/obesità, individuare precocemente i soggetti a rischio e prevenire le eventuali complicanze clinico-metaboliche legate all’eccesso ponderale. In questa ottica è molto importante agire fin dal periodo preconcezionale e in gravidanza per contrastare sovrappeso e obesità nell’infanzia e nell’adolescenza e ridurne la prevalenza in età adulta.

La strategia nazionale si è sviluppata in linea con gli obiettivi dei piani d’azione promossi dall’OMS e dall’UE, in particolare con l’adozione dell’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020, finalizzato a implementare le politiche nazionali di contrasto all’obesità.

Il documento sottolinea l’importanza di garantire una gestione integrata tra i diversi ambiti di competenza preventiva e clinico nutrizionale delle persone in sovrappeso/obese e descrive gli elementi costitutivi di un percorso preventivo-diagnostico-terapeutico-assistenziale (PPDTA), integrato e condiviso tra l’area preventiva e quella clinica, per un precoce, sinergico e simultaneo inquadramento delle persone in sovrappeso e/o obese e che favorisca il raccordo tra la medicina di base, i Dipartimenti di Prevenzione e i diversi setting di cura specialistici ambulatoriali/ospedalieri.

Le linee guida forniscono elementi di policy di sistema e di indirizzo sulle azioni necessarie per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità, in particolare quella infantile, con l’obiettivo di:

  • fornire agli operatori e ai decisori istituzionali uno strumento per scelte organizzative e comportamenti professionali omogenei
  • individuare un percorso integrato e condiviso tra l’area preventiva e quella clinica per un precoce, sinergico e simultaneo inquadramento preventivo e clinico-nutrizionale, che rappresenti anche un anello di raccordo tra la medicina di base, i Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di Prevenzione e i diversi setting di cura specialistici ambulatoriali/ospedalieri
  • definire i campi di applicazione della classificazione eziologica e fenotipica dell’obesità, i criteri diagnostici attraverso l’utilizzo di test biochimici e metodiche di riferimento

L’obiettivo, in linea con quanto definito dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025, è anche contrastare le diseguaglianze di genere e sociali nella prevenzione e nella gestione dell’obesità e ridurre o evitare interventi eterogenei e frammentari, fornendo a operatori e decisori uno strumento di supporto per scelte organizzative e professionali omogenee, ferma restando l’autonomia delle Regioni nell’adottare misure organizzative in linea con le proprie esigenze di programmazione.

Il documento definisce la classificazione eziologica e fenotipica dell’obesità e i criteri diagnostici attraverso l’utilizzo di test biochimici e metodiche di riferimento e fornisce indicazioni su quando ricorrere alla chirurgia bariatrica.  Delinea a livello nazionale le misure da implementare in ogni Regione per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità e individua anche alcuni indicatori di monitoraggio per verificarne l’applicazione nelle realtà territoriali.

Il documento è stato elaborato dal Tavolo di lavoro ad hoc istituito con Decreto del Ministro della salute 18 gennaio 2019, e successive modifiche e integrazioni, presso la Direzione generale della prevenzione sanitaria che ha coordinato i lavori insieme con la Direzione generale degli alimenti e della nutrizione coinvolgendo numerosi professionisti del settore, i cui componenti sono stati individuati con DD 15 aprile 2019.

I documenti “Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione, adottato con Accordo Stato-Regioni del 7 marzo 2019, e “Linee di indirizzo sull’attività fisica. Revisione delle raccomandazioni per le differenti fasce d’età e situazioni fisiologiche e nuove raccomandazioni per specifiche patologie, adottato con Accordo Stato-Regioni il 3 novembre 2021, rappresentano strumenti a disposizione degli operatori sanitari e non, dei decisori e dei diversi stakeholder coinvolti a vario titolo nella promozione dell’attività fisica, delineandone competenze e ruoli, in modo che possano progettare e attuare interventi efficaci per la promozione della salute e per la prevenzione.




Data di pubblicazione: 2 marzo 2021 , ultimo aggiornamento 20 marzo 2024



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Argomenti - Alimentazione e malattie croniche non trasmissibili

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