L'osteoporosi è una malattia sistemica dell'apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità ossea. Questa situazione porta a un aumento del rischio di frattura (in particolare di vertebre, femore, omero, ossa del polso e della caviglia) per traumi anche minimi. L’osteoporosi viene distinta in due forme: primaria, che include le varietà post-menopausale e senile, e secondaria, che è dovuta a diverse patologie e all’assunzione di alcuni farmaci nel medio-lungo periodo.
Nel corso della vita, circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore, vertebra o polso, in maggioranza dopo i 65 anni.
Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Secondo i dati ISTAT relativi all’anno 2022, il 7,9% della popolazione italiana (il 13,2% delle femmine e il 2,3% dei maschi) ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 30,8% oltre i 74 anni (il 45,3% delle femmine e il 10,5% dei maschi).
Le fratture da fragilità per osteoporosi hanno rilevanti conseguenze, sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sia sanitari sia sociali.
La mortalità da frattura del femore è del 5% nel periodo immediatamente successivo all’evento e del 15-25% a un anno. Nel 20% dei casi si ha la perdita definitiva della capacità di camminare autonomamente e solo il 30-40% dei soggetti torna alle condizioni precedenti la frattura.
Lo scheletro si sviluppa rapidamente durante l’infanzia, la pubertà e l’adolescenza, raggiungendo le sue dimensioni e densità minerale massimali intorno ai 20-25 anni di età (picco di massa ossea). Dopo il raggiungimento del “picco” e sino alla menopausa nella donna e ai 65-70 anni nell’uomo, i processi di rimodellamento dell’osso rimangono in equilibrio, a meno che non siano presenti malattie, condizioni o terapie farmacologiche particolari.
Successivamente il riassorbimento osseo tende a prevalere sulla formazione di nuovo osso e lo scheletro inizia a perdere minerali con conseguente riduzione della massa ossea.
Le caratteristiche genetiche individuali sono importanti in questo processo, ma lo sono altrettanto alcuni fattori di rischio modificabili quali la sedentarietà e la scarsa attività fisica, l’alimentazione non equilibrata povera di calcio e ricca di sale, il consumo rischioso e dannoso di alcol, l’abuso di caffeina, l’eccesso ponderale (sovrappeso e obesità), l’eccessiva magrezza, i disturbi del comportamento alimentare e il tabagismo. Inoltre, le donne hanno, rispetto agli uomini, una minore massa ossea e la riduzione degli ormoni sessuali che si verifica con la menopausa ne determina una più rapida e precoce perdita.
Una crescita ossea non ottimale nelle prime fasi della vita incide negativamente sulla salute dello scheletro quanto la perdita di massa ossea in età più avanzata e pertanto la prevenzione primaria dell’osteoporosi deve iniziare fin dalla prima infanzia.
Per proteggere la salute delle ossa è necessario mantenere un’alimentazione equilibrata e corretta e uno stile di vita sano e attivo.
Per "costruire l’osso" in età pediatrica è molto importante l’assunzione di calcio e vitamina D, ma quantità adeguate di calcio con la dieta sono necessarie anche in età successive, per minimizzare la perdita della massa ossea, in entrambi i sessi. Per la vitamina D, a tutte le età, è importante anche una appropriata esposizione alla luce solare.
Con l’insorgenza della menopausa nelle donne e dopo i 70 anni negli uomini è utile rivolgersi al proprio medico per una valutazione delle condizioni delle ossa. L’identificazione precoce dell’osteoporosi può consentire, infatti, l’attuazione di misure finalizzate al rallentamento o all’arresto della malattia e alla prevenzione delle fratture da fragilità, eventualmente ricorrendo, ove necessario secondo il giudizio del medico, a farmaci che permettono di aumentare la densità dello scheletro, tenendo conto del genere, dell’età, della gravità dell’osteoporosi, della presenza di ulteriori fattori di rischio (per esempio il rischio di cadute) e delle comorbilità del paziente.
Un controllo periodico andrebbe poi sempre effettuato in quei pazienti affetti da particolari patologie o che assumono nel medio-lungo periodo farmaci che possono causare osteoporosi.
Per approfondire
I principali fattori di rischio per l'osteoporosi sono rappresentati da:
La principale complicanza dell’osteoporosi è rappresentata dalle fratture, che sono soprattutto a carico di anca, colonna vertebrale, polso e spalla e che possono presentarsi anche dopo un trauma banale o spontaneamente.
Una frattura da osteoporosi a sua volta rappresenta un importante fattore di rischio per una seconda frattura:
Una frattura da osteoporosi è anche un importante fattore di rischio di mortalità: si stima che il 28% delle donne e il 37% degli uomini ricoverati per frattura da osteoporosi muoiano entro un anno dalla frattura.
Il rischio di frattura dell’anca a 10 anni e di fratture osteoporotiche maggiori (vertebrali, dell’anca, dell’avambraccio o della parte prossimale dell’omero) a 10 anni può essere valutato mediante l’algoritmo di rischio FRAX messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che tiene conto della densità minerale ossea del collo femorale e dei fattori di rischio del paziente.
La diagnosi di osteoporosi si avvale di diversi strumenti:
Costruire delle ossa sane e robuste durante gli anni dell’adolescenza e proseguire per tutta la vita tenendo sotto controllo i fattori di rischio e adottando tutte le misure che favoriscano la salute dell’osso protegge dall’osteoporosi.
L’impoverimento dell’osso comincia intorno ai trent’anni, ma nelle donne subisce un’accelerazione dopo la menopausa
Una serie di misure generali aiutano a contrastare l’osteoporosi:
Questa forma di prevenzione passa soprattutto attraverso la prevenzione delle cadute che espongono al rischio di fratture. Nelle persone anziane anche i difetti della vista e le turbe dell’equilibrio possono contribuire alle cadute. Anche l’uso di sedativi e tranquillanti può facilitare le cadute.
Si consiglia quindi:
Un trattamento anti-osteoporosi va instaurato:
I trattamenti per l’osteoporosi comprendono:
Il trattamento viene effettuato in genere per 3-5 anni consecutivi. Sarà in seguito il medico, sulla base delle caratteristiche individuali del paziente, a decidere se protrarlo ulteriormente.
Data di pubblicazione: 1 marzo 2023 , ultimo aggiornamento 19 aprile 2024