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Covid-19, Rt sotto 1 in tutta Italia. L'Iss: "Differenze regionali non sono per forza condizione per misure diverse in fase2"

immagine analisi iss

L’indice Rt 

L’indice Rt, che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, già dal 6 aprile si attestava mediamente a un valore tra 0,2 e 0,7, considerando l’intero Paese. Lo dimostrano i modelli matematici elaborati dall’Iss e dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, presentati durante la conferenza stampa di approfondimento epidemiologico.

Questo indice rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l’applicazione delle misure di contenimento dell’epidemia stessa. Lo schema seguente riporta il valore di Rt nelle diverse regioni italiane, escludendo quelle per cui il dato non è considerato sufficientemente stabile.  

Rt, sottolineano gli esperti dell’Iss, è solo uno degli indicatori che servono a definire i provvedimenti da adottare nella Fase 2. La differenza tra gli indici regionali non rappresenta necessariamente una condizione per differenziare le misure successive a questa fase. Il valore di Rt, che sarà pubblicato settimanalmente, rappresenta uno strumento importante per monitorare le misure di controllo nel tempo e la loro efficacia.

Regione Rsymp

media 95%CI-inf 95%CI-sup
Calabria 0,47 0,29 0,71
Emilia-Romagna 0,71 0,67 0,74
Friuli Venezia-Giulia 0,62 0,51 0,73
Lazio 0,59 0,50 0,68
Lombardia 0,40 0,38 0,42
Marche 0,60 0,46 0,76
Molise 0,63 0,27 1,07
Puglia 0,60 0,48 0,73
Sardegna 0,69 0,54 0,88
Sicilia 0,34 0,23 0,47
Toscana 0,57 0,49 0,66
Umbria 0,42 0,19 0,67
Veneto 0,61 0,55 0,69
Bolzano 0,64 0,50 0,78
Trento 0,44 0,33 0,56

Le fonti dell’infezione

Durante l’approfondimento è stato presentato anche uno studio preliminare sulle fonti di infezione condotto dall’Iss su circa 4500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile. Il 44,1% delle infezioni si è verificato in una rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro.

Aumentano i casi positivi di sesso femminile tra gli over 80

Nella seconda fase dell’epidemia (1-23 aprile), tra gli over 80, si registra un numero più alto di casi di Covid-19 nel sesso femminile contrariamente a quanto avvenuto durante la prima fase (gennaio-marzo). Nella fascia 80-89 anni i casi femminili rappresentano il 22,5 per centro contro il 17,9 di quelli maschili. Dopo i 90 anni: il 15,5 per cento contro il 5,7.

Le zone rosse

Allo stato attuale si contano zone rosse in 106 comuni italiani di 9 regioni. Molte di queste sono in fase di chiusura nei prossimi giorni.

La guida pratica per chi si prende cura degli anziani

Sempre durante la conferenza stampa è stata presentata una guida pratica dedicata a chi si prende cura degli anziani, realizzata dal dipartimento di Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Iss e disponibile sul sito dell’Istituto (https://www.iss.it/covid-19-opuscoli. L’opuscolo, tradotto in 8 lingue (inglese, francese, spagnolo, rumeno, polacco, russo portoghese e tamil) si rivolge soprattutto a badanti e offre indicazioni su come proteggere gli anziani proteggendo anche se stessi, visto che prendersi cura di un anziano significa aiutarlo ad alzarsi, camminare, mangiare e lavarsi e non è possibile quindi mantenere il distanziamento di almeno un metro. Il documento sarà disponibile anche in forma di decalogo in modo da essere pubblicato sia come post sui social sia in versione stampabile come poster e verrà affisso in farmacie, studi medici, ospedali.  


Consulta

schede Iss

schede Fondazione Bruno Kessler 



Data di pubblicazione: 24 aprile 2020 , ultimo aggiornamento 24 aprile 2020


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