Il compito di prescrivere l’isolamento domiciliare spetta agli operatori sanitari competenti per territorio. Le indicazioni su come e quando disporlo sono specificate nel Dpcm firmato il 4 marzo 2020 dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.
Il Dpcm dispone che chiunque, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del decreto, abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall'OMS, o sia transitato e abbia sostato nei Comuni di cui all'allegato 1 del Dpcm del 1 marzo 2020, e successive modificazioni, deve comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria competente per territorio, nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta.
Quarantena: cosa devono fare gli operatori sanitari
Contattano telefonicamente e assumono informazioni, il più possibile dettagliate e documentate, sulle zone di soggiorno e sul percorso del viaggio effettuato nei quattordici giorni precedenti, ai fini di una adeguata valutazione del rischio di esposizione. Una volta stabilita la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l'isolamento fiduciario, l’operatore sanitario deve:
Mentre all’interessato viene chiesto di:
Sorveglianza attiva durante l’isolamento
L'operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza. In caso di comparsa di sintomatologia, dopo aver consultato il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta, il medico di sanità pubblica procede secondo quanto previsto dalla circolare n. 5443 del ministero della Salute del 22 febbraio 2020, e successive modificazioni e integrazioni.
Per ulteriori informazioni:
Data di pubblicazione: 5 marzo 2020 , ultimo aggiornamento 5 marzo 2020