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Gravidanza, allattamento e Covid-19

Indice

Data ultima verifica: 3 novembre 2021


Donne in gravidanza e allattamento (Mostra risposte)

Sì, le madri COVID-19 positive e i bambini non vanno separati ma devono essere messi nelle condizioni di rimanere insieme, praticare il contatto pelle-a-pelle e il rooming-in giorno e notte, soprattutto dopo il parto e durante l’avvio dell’allattamento, tranne in caso di condizioni cliniche materne o neonatali gravi.

Anche le donne con patologia da COVID-19 sospetta non dovrebbero essere separate dai loro bambini in attesa dei risultati del tampone per SARS-CoV-2.

Nel caso in cui la madre non sia in condizioni cliniche tali da potersi occupare del suo bambino, deve essere considerato un altro family-caregiver.

Se il neonato necessita di cure fornite dalla terapia intensiva neonatale, bisogna garantire alla madre e al padre il libero accesso ad un’area dedicata e separata, utilizzando le misure di prevenzione.

Va raccomandato l’utilizzo della mascherina da parte della madre quando si allatta o si entra in contatto ravvicinato con il bambino, insieme alle altre misure di prevenzione. I neonati e i bambini non devono indossare mascherine o altre forme di copertura per il viso a causa del rischio di soffocamento.

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Sì, l'allattamento va tutelato ogni qualvolta sia possibile, anche in corso di pandemia.
Le donne positive al nuovo coronavirus non devono rinunciare ad allattare al seno il proprio bambino e il contatto pelle a pelle non è controindicato per le donne SARS-CoV-2 positive.
Il rischio connesso all’allattamento è legato soprattutto al contatto ravvicinato con la madre, attraverso le goccioline del respiro (droplet), durante il quale, come pure durante il rooming-in e l'allattamento, è raccomandata l’adozione di misure di prevenzione quali il lavaggio delle mani e indossare una mascherina chirurgica. 

Anche nel caso si utilizzi latte materno spremuto con tiralatte manuale o elettrico, la madre deve lavarsi le mani e seguire le raccomandazioni per una corretta pulizia degli strumenti dopo ogni utilizzo. Se vi è la possibilità, considerare l’utilizzo di latte umano donato.

Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato dovrebbero essere momentaneamente separati.
In questo caso, andrebbe evitato il ricorso automatico ai sostituti del latte materno, implementando piuttosto la spremitura del latte materno o il ricorso all’uso di latte umano donato.

La compatibilità dell’allattamento materno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con COVID-19 va valutata caso per caso.

L’utilizzo del latte materno spremuto di madre SARS-CoV-2 positiva, per il proprio neonato, all’interno di una terapia intensiva neonatale segue protocolli specifici.

Sì, il Ministero della salute raccomanda la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, con vaccini a mRNA, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre e per le donne che allattano, senza necessità di sospendere l’allattamento. La raccomandazione è in linea con l’aggiornamento del documento Indicazioni ad interim su vaccinazione contro il COVID-19 in gravidanza e allattamento, dell’ Istituto Superiore di Sanità (ItOSS -ISS).

Per quanto riguarda la vaccinazione nel primo trimestre, sebbene la vaccinazione possa essere considerata sicura in qualsiasi periodo della gravidanza, sono ancora poche le evidenze. Le donne che desiderino vaccinarsi nel primo trimestre devono valutare rischi e benefici insieme al proprio medico.

Il target prioritario per la vaccinazione in gravidanza sono le donne a maggior rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 (es. professioniste sanitarie, caregiver) e/o a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da COVID-19 (donne con fattori di rischio come età> 30 anni, BMI>30, comorbidità come diabete e ipertensione, cittadinanza di Paesi ad alta pressione migratoria).

Si sottolinea che, se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza dopo aver già ricevuto il vaccino, non c'è evidenza in favore dell'interruzione della gravidanza. Inoltre, se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.

È raccomandata la vaccinazione dei conviventi per limitare ulteriormente il rischio di contagio delle donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Se sei in gravidanza o in allattamento e decidi di vaccinarti parlane con il tuo medico. Il personale sanitario è tenuto a illustrare nella maniera più chiara possibile il rapporto tra rischi e benefici, così da permettere a ogni donna di prendere la decisione più appropriata per il proprio caso.

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Sì. Le donne che allattano possono vaccinarsi, senza alcuna necessità di interrompere l’allattamento.

La donna che allatta deve essere informata che la vaccinazione non espone il lattante a rischi e gli permette di assumere, tramite il latte, anticorpi contro SARS-CoV-2.

Il neonato allattato da madre vaccinata segue il suo calendario vaccinale senza alcuna modifica.

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La trasmissione verticale, da mamma a bambino, del virus SARS-CoV-2 è possibile. Nonostante le evidenze siano ancora scarse, ad oggi viene comunque considerato un evento raro.

Le donne in gravidanza positive al nuovo coronavirus non devono necessariamente effettuare un parto cesareo. In relazione alle attuali conoscenze, infatti, non c'è indicazione elettiva al taglio cesareo nelle donne positive al nuovo coronavirus e rimangono valide le indicazioni attuali al taglio cesareo.

Le misure di prevenzione raccomandate per tutte le donne in gravidanza e che allattano, indipendentemente dalla scelta se vaccinarsi o meno, non sono diverse da quelle per la popolazione generale: un'accurata igiene delle mani, l’uso della mascherina negli ambienti chiusi e in prossimità di altre persone non conviventi/non vaccinate, un'adeguata ventilazione degli ambienti, ma si raccomanda soprattutto di rispettare scrupolosamente le misure di distanziamento fisico. 

Per le donne COVID-19 positive si raccomanda in particolare di:

  • considerare l’utilizzo della mascherina quando si allatta o si entra in contatto ravvicinato con il bambino
  • evitare di tossire o starnutire in prossimità del bambino
  • lavare accuratamente le mani prima di toccare il bambino e/o di spremere il latte (manualmente o meccanicamente)
  • utilizzare un mastosuttore (tiralatte) ad uso individuale in caso di spremitura meccanica del latte in ospedale
  • adottare un’accurata disinfezione delle superfici e degli oggetti una volta rientrata a casa
  • applicare le misure di isolamento e igiene previste per la popolazione positiva al COVID-19 una volta rientrata a casa, prevedendo una gestione congiunta di madre e bambino; i neonati e i bambini non devono indossare mascherine o altre forme di copertura per il viso a causa del rischio di soffocamento.
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Fonte:

Direzione Generale della Prevenzione sanitaria
in collaborazione con Istituto Superiore di Sanità


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