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Comunicato n. 52
Data del comunicato 9 maggio 2019

Verifiche a tappeto, i Nas chiudono 52 studi medici.  Giulia Grillo: “Pugno duro contro l’abusivismo professionale. No alla giungla nella medicina estetica”

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il ministro della Salute, ha intensificato le verifiche sulla regolarità delle strutture e dei centri privati che erogano prestazioni mediche nell’ambito delle attività di controllo condotte nel corso del 2019.

I Nas hanno ispezionato 607 studi professionali medici, ambulatori e poliambulatori, che hanno determinato l’accertamento di irregolarità in 172 strutture (pari al 28% degli obiettivi controllati) a causa di gravi e palesi irregolarità igieniche e strutturali, spesso associate all’assenza autorizzativa e abilitativa dello studio oggetto di accertamento.

I militari hanno eseguito provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività nei confronti di 52 strutture sanitarie, il cui valore economico ammonta a oltre 16 milioni di euro.

“L’abusivismo professionale in ambito sanitario è una piaga gravissima su cui la nostra vigilanza è assoluta e l’aumentato ricorso ai trattamenti di medicina estetica impone una maggiore attenzione su questo campo che rischia di diventare una giungla senza regole. Tutti i trattamenti medici, anche per finalità estetica, vanno eseguiti nel rispetto delle regole e dei protocolli validati scientificamente. Nessuna tolleranza verso fai-da-te e pratiche invasive senza autorizzazione” dichiara il ministro della Salute, Giulia Grillo.

 

Sappiano i delinquenti che pensano di poter agire impunemente, mettendo a repentaglio la salute dei pazienti, che il ministro della Salute e i Nas  faranno ogni cosa in loro potere per contrastare frodi e pratiche illegali. Voglio tranquillizzare i cittadini perché i controlli sono costanti e l’attenzione sul rispetto delle norme è massima e invito a segnalare eventuali casi sospetti. Ringrazio i Carabinieri del Nas che sono sempre in prima linea per assicurare la sorveglianza sulle strutture sanitarie di tutto il Paese” conclude il ministro.

Nel corso dell’operazione sono stati accertati interventi chirurgici di medicina sperimentale denominati “lipofilling articolare”, praticati in cliniche private senza la necessaria autorizzazione.

Riscontrate poi indebite prestazioni di medicina estetica denominate “PRP” (plasma ricco di piastrine) presso alcune cliniche private, poliambulatori e anche studi medici odontoiatrici, finalizzate a processi di rigenerazione cellulare con  fattori di crescita piastrinici a scopo dermatologico e di ricostruzione maxillo-facciale. Questa procedura veniva attuata illegalmente e senza autorizzazioni mediante il prelievo di sangue dai pazienti per essere reinfuso agli stessi una volta lavorato e concentrato per mezzo di apparecchiature convenzionalmente denominate “centrifughe del sangue”.

Qualunque struttura sanitaria privata - accreditata o non accreditata con il Ssn -  che utilizza emocomponenti autologhi per uso non trasfusionale deve aver stipulato una specifica convenzione con l’azienda sanitaria dove opera il servizio trasfusionale e per eventuali segnalazioni, il Centro Nazionale Sangue è l’ente di riferimento in materia.

 “L’attenzione dei Carabinieri dei NAS ha riguardato tutti gli aspetti del delicato comparto - puntualizza il Generale di Divisione  Adelmo Lusi  Comandante dei Carabinieri per la tutela della salute  - con particolare riferimento all’idoneità delle strutture (autorizzazioni, requisiti igienico-strutturali), il possesso di titoli abilitativi in relazione alle diverse specializzazioni, la sicurezza nei luoghi di lavoro (adeguatezza dei sistemi antincendio, corretta applicazione della normativa sul fumo), la corretta custodia e somministrazione dei medicinali, senza escludere il regolare funzionamento delle apparecchiature medico-diagnostiche e lo smaltimento dei rifiuti sanitari. Gli esiti raccolti hanno evidenziato situazioni di irregolarità causate principalmente dall’esercizio abusivo della professione sanitaria, in particolare odontoiatrica, dalla detenzione di farmaci scaduti di validità e dall’erogazione di prestazioni mediche di svariate branche specialistiche in strutture prive di autorizzazione e in locali con carenze igienico-strutturali ed impiantistiche”.

“Complessivamente – ha proseguito il Generale nell’illustrare l’operazione - sono state contestate 341 violazioni penali e amministrative, deferendo all’Autorità Giudiziaria 222 medici e professionisti nel settore sanitario, mentre ulteriori 77 sono stati sanzionati per infrazioni amministrative, per un ammontare di 193mila euro.

Gli interventi dei NAS hanno determinato il sequestro di 1.915 confezioni di medicinali scaduti di validità o defustellati e svariate apparecchiature e dispositivi medici non regolari, per un valore stimato in oltre 103mila euro” – ha concluso il generale.

Tra le situazioni più significative accertate dai NAS si evidenziano:

 

NAS di Milano, Bologna e Firenze

Nel corso di verifiche nei rispettivi territori di competenza, i NAS hanno individuato 6 strutture sanitarie private che applicavano trattamenti di “PRP” non autorizzati, sequestrando complessivamente 7 centrifughe del sangue indebitamente impiegate e 300 kit composti da provette ed aghi e hanno denunciato 10 medici ritenuti responsabili a vario titolo di somministrazione di medicinali imperfetti, violazione delle norme di sicurezza per la raccolta, controllo e lavorazione del sangue umano, erogazioni di prestazioni sanitaria in strutture prive di autorizzazione al funzionamento e lesioni colpose.

 

Nucleo Carabinieri AIFA

Il Nucleo Carabinieri NAS operante presso l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha individuato e deferito alla Procura della Repubblica di Roma 11 medici chirurghi ortopedici per aver effettuato, in regime privatistico, illeciti interventi chirurgici di “lipofilling articolare”. Gli accertamenti hanno consentito di appurare l’erogazione, presso una clinica della Capitale, di oltre 100  trattamenti che venivano realizzati inoculando tessuto adiposo del medesimo paziente in un sito anatomico differente, pratica medica considerata terapia medicinale avanzata, ma nel caso specifico applicata in totale assenza di autorizzazione e di protocolli clinici approvati.

 

NAS di Salerno

Sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria la titolare di un centro estetico, peraltro privo di autorizzazione e un medico chirurgo, ritenuti responsabili in concorso per aver erogato prestazioni di medicina estetica ricorrendo, in più occasioni, anche all’uso di medicinali scaduti di validità. Sequestrato l’intera struttura e 70 confezioni di farmaci altrimenti destinati alla somministrazione ai clienti.

 

NAS di Palermo

È stato individuato un centro polidiagnostico, convenzionato anche con il SSR,  risultato carente dei minimi requisiti sanitari necessari per il funzionamento. Deferito all’Autorità Giudiziaria il titolare e disposta l’immediata cessazione dell’attività.

 

NAS di Bologna

Nel corso di un’ispezione ad un centro estetico, il NAS ha riscontrato che la titolare, sebbene priva di titoli, svolgeva attività riservate al medico estetista ed all’infermiere. Sequestrati 3 confezioni di farmaci ad azione anestetico-topico e aghi ipodermici, nonché 10 apparecchiature ad uso estetico prive delle previste dichiarazioni di conformità rilasciate dal costruttore.

La stessa titolare è stata denunciata per esercizio abusivo della professione sanitaria.

 

NAS di Roma

Nel corso di mirata attività, il NAS ha scoperto uno studio che erogava prestazioni di medicina estetica in totale assenza di requisiti ed autorizzazione sanitaria nonchè di figure professionali in possesso di titolo accademico riconosciuto. Nel corso dell’intervento è stato eseguito il sequestro penale dello studio e delle relative attrezzature per un valore stimato in oltre un milione di euro.

 

NAS di Ancona e Firenze

A conclusione di specifici accertamenti a contrasto dell’abusivismo nel settore sanitario, sono state individuate tre cliniche di medicina estetica nelle quali venivano erogate prestazioni di chirurgia estetica invasiva superando le limitazioni imposte dalle concessioni autorizzative dell’Autorità sanitaria, non applicando le linee guida di corretta pratica clinica oppure svolgendo interventi in sedazione profonda, determinando, in alcuni casi, lesioni ai pazienti. Nei medesimi contesti, i NAS hanno eseguito sequestri di farmaci (anestetici o di esclusivo uso ospedaliero) anche scaduti, apparecchiature mediche (elettrocoagulatori) e documentazione clinica relativa alle prestazioni eseguite. Le risultanze hanno determinato il sequestro preventivo di una struttura, l’emissione di un provvedimento di cessazione dell’attività medica per un secondo centro ed il deferimento all’Autorità giudiziaria per 4 medici chirurghi.

 

 

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Data di pubblicazione: 9 maggio 2019, ultimo aggiornamento 9 maggio 2019