Un CC del NAS

Continua l’impegno in prima linea dei Carabinieri del NAS per fronteggiare il COVID-19. Il servizio dei militari dell’Arma non solo è teso a far rispettare i provvedimenti delle Autorità per il contenimento dell’epidemia, ma anche a individuare e punire coloro che approfittano dell’emergenza per commettere irregolarità commerciali.

In tale ambito, particolarmente attivo è stato il NAS di Cremona che negli ultimi giorni, a seguito di diversi controlli, ha sequestrato quasi 6.000 mascherine e 364 flaconi da 5 litri di liquido igienizzante per le mani, per un valore commerciale di quasi 13.000 euro e sanzioni amministrative quantificate in circa 4.000 euro.
Il medesimo NAS, inoltre, ha eseguito anche un controllo presso un poliambulatorio lombardo, ove veniva effettuato un test di screening per la ricerca del virus, senza che all’Autorità sanitaria fosse stata comunicata la pratica della specialità medica di infettivologia.

Anche i NAS di Parma e Salerno stanno verificando le autorizzazioni amministrative di alcuni laboratori che, nelle ultime settimane, hanno cominciato a pubblicizzare dei costosi esami diagnostici per la ricerca del COVID19. In particolare, due aziende site in provincia di Piacenza si offrivano, dietro compenso in denaro, di effettuare dei prelievi ematici anche a domicilio, mentre un laboratorio campano effettuava l’esecuzione di test rapidi, nonostante fosse privo di autorizzazione da parte della Regione. Tutte le strutture sono state diffidate dal continuare le loro attività e segnalate alle Autorità competenti per eventuali valutazioni di carattere amministrativo e sanitario.

Il NAS di Roma, invece, sta effettuando dei controlli finalizzati a verificare la provenienza di alcuni dei dispositivi per la protezione individuale venduti nella capitale. Le indagini dei Carabinieri hanno già portato alla luce alcune gravi irregolarità. In un caso, infatti, i militari hanno scoperto che 500 mascherine rinvenute presso una farmacia erano state prodotte all’interno di una tipografia, ove sono stati sequestrati altri 1.000 dispositivi per la protezione delle vie respiratorie, tutti posti in commercio senza rispettare i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente.

In un altro caso, invece, il NAS romano ha scoperto che le 100 mascherine vendute presso una farmacia provenivano da una società all’ingrosso per il commercio di abbigliamento e accessori alla moda, che non aveva esitato a falsificare alcune delle sue certificazioni. Nel corso delle indagini i Carabinieri, con la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, hanno bloccato la distribuzione di altre 40.000 mascherine del medesimo lotto, che rischiavano di essere poste in commercio grazie a un test di conformità fasullo.
Durante un altro accertamento, infine, gli Ispettori del NAS di Roma hanno sequestrato 241 mascherine, vendute all’interno di un negozio di articoli per la casa, che le commercializzava nonostante la totale assenza di documentazioni o etichette che ne certificassero la sicurezza.
Per le irregolarità accertate il NAS di Roma ha deferito due persone all’Autorità Giudiziaria.

La ricerca di mascherine e di gel igienizzanti irregolari, nel frattempo, continua anche nel resto del Paese. In tale ambito il NAS di Padova ha sequestrato 4.650 dispositivi per la protezione delle vie respiratorie e 3.334 confezioni di gel disinfettanti, mentre il NAS di Bari ha bloccato il commercio di 99 articoli per l’igienizzazione delle mani. I provvedimenti sono stati adottati in quanto i prodotti presentavano delle irregolarità amministrative che non permettevano di garantirne la sicurezza o l’efficacia.

Il NAS di Firenze, invece, ha segnalato alla Prefettura due gelaterie toscane per aver violato le misure varate per il contenimento dell’epidemia. Entrambe le attività sono state sospese e pesanti sanzioni amministrative sono state comminate sia ai proprietari dei locali che agli avventori che vi si trovavano dentro.

Il NAS di Torino, infine, considerato il numero dei decessi che ha colpito gli ospiti di alcune case di riposo site nel nord Italia, è impegnato nel delicato compito di controllare proprio questa categoria di strutture, al fine di garantire che le stesse rispecchino i criteri di sicurezza atti a impedire la diffusione del virus.





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Data di pubblicazione: 9 aprile 2020, ultimo aggiornamento 9 aprile 2020