La preparazione domestica delle conserve è una tradizione affermata in tutte le regioni italiane. Accanto alle ricette tramandate dai genitori ai figli, molti amano sperimentare nuove proposte, anche elaborate, spesso mirate a trasformare un piatto deperibile in un prodotto a lunga conservazione. In questo senso, la produzione delle conserve casalinghe è diventata un'attività ad alto valore coesivo e sociale, che unisce giovani e anziani, poveri e ricchi, donne e uomini.

Purtroppo alcune procedure di conservazione proposte in rete, alla televisione o alla radio, non forniscono sufficiente garanzia di sterilità o di stabilità per la conserva, che rischia di alterarsi o diventare pericolosa per la nostra salute. Se un occhio esperto riesce a discernere un frutto sano da uno alterato, non sempre i nostri organi di senso possono guidarci nell'accertamento dell'idoneità al consumo di una conserva casalinga, che può risultare tossica, pur essendo apparentemente perfetta.

Per questo motivo il Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo dell'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute, la facoltà di Bioscienze e Tecnologia Agro-alimentari e Ambientali dell'Università degli Studi di Teramo e il Centro Antiveleni di Pavia, hanno realizzato le Linee guida sulla corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico, un utile vademecum per chiunque voglia essere informato sulla materia

La guida vuole essere uno stimolo, per chi si accinge per la prima volta e per chi è già esperto nella preparazione di conserve fatte in casa, nella scelta di quelle ricette che meglio garantiscono la sicurezza microbiologica, senza però trascurare
gli aspetti organolettici e nutrizionali.

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Data di pubblicazione: 1 luglio 2014, ultimo aggiornamento 1 luglio 2014