In data 24 marzo 2012, presso un ambulatorio medico privato di gastroenterologia sito in Barletta, è avvenuto il decesso di una donna di 29 anni, che aveva ingerito del sorbitolo denominato “SORBITOL FOOD GRADE”, somministrato per l’esecuzione di un test per intolleranza alimentare.
Le indagini svolte immediatamente dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute NAS, in collaborazione con la ASL territorialmente competente, hanno permesso di accertare che una volta assunta la suddetta sostanza, la donna ha avuto un improvviso malore, con decesso per sospetta “sindrome neurologica cardiaca con arresto cardiaco provocato da meta emoglobinemia”.
Altre due persone che avevano ingerito l’identica sostanza accusavano malore improvviso e venivano ricoverate presso il Presidio Ospedaliero di Barletta. Di queste persone una è tuttora in stato comatoso, mentre l’altra è sotto osservazione.
La sostanza è stata posta sotto sequestro cautelare e si è in attesa dello svolgimento delle analisi di laboratorio. La sostanza a marchio inglese "Cargill Manchester” (UK) è stata prodotta in Italia dalla Srl CARGILL Div.Amidi-Der-Spec in Castelmassa (RO).
Questa Direzione Generale, a seguito dell’episodio occorso, ai sensi dei Regolamenti comunitari, già da domenica mattina u.s. ha attivato il sistema di allerta comunitario RASFF, chiedendo la collaborazione del punto di contatto inglese per il rintraccio del lotto sospetto. Il Regno Unito ha fornito prontamente le prime informazioni circa la durabilità e le quantità prodotte:
- la partita era costituita da un lotto di 12 tonnellate prodotto due anni fa in Italia dalla Cargill (RO).
- il prodotto ha una durabilità di due anni (e quindi presumibilmente scaduto)
- il prodotto è stato confezionato in sacchi da 25 kg
Per quanto riguarda la tracciabilità, è emerso che parte di questo lotto è stato venduto il 19 aprile 2010 dalla ditta del Regno Unito Cargill alla compagnia inglese Brenntagg che, a sua volta, ne ha venduta una parte alla ditta inglese Mistral NI (quantità ancora non definite). Quest’ultima azienda ha riconfezionato il prodotto e, attraverso internet, lo ha venduto all'ambulatorio medico. Tali informazioni sono state trasmesse al Comando NAS e agli Assessorati alla Sanità delle Regioni coinvolte.
La Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione sta seguendo costantemente gli sviluppi delle indagini condotte dal Regno Unito attraverso il sistema rapido di allerta.
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