immagine tratta dal programma del convegno

Hanno tra i 15 e i 49 anni, più un terzo sono straniere e l’aggressore prevalente è il compagno. E’ la fotografia della donna vittima di violenza che emerge dai dati del progetto CCM, supportato dal Ministero della Salute, "REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum) - Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d'intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea", coordinato dalla sorveglianza SINIACA-IDB dell’ISS e dall’Ospedale Galliera di Genova, che fa parte della rete ospedaliera che raccoglie i dati sulla violenza, nell'ambito dell'Injury Database europeo (IDB).
Il rapporto è stato presentato oggi nel convegno conclusivo che si è tenuto presso l’Auditorium “Cosimo Piccinno” del Ministero della Salute.
Le conseguenze della violenza sullo stato di salute della donna assumono diversi livelli di gravità che possono avere esiti fatali (femminicidio o interruzione di gravidanza) o molto invalidanti come conseguenze di trauma (ustione avvelenamento o intossicazione) e psicologiche con problemi di salute che includono il Post Traumatic Stress Disorder (PTSD), depressione, abuso di sostanze e comportamenti auto-lesivi o suicidari, disturbi alimentari, sessuali.

Il messaggio della Ministra Lorenzin ai partecipanti al convegno

"Gentilissimi, voglio, innanzitutto, ringraziare per il graditissimo invito a partecipare al Convegno finale del progetto CCM 2014 - Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d'intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea – REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum).
Come ben sapete, la violenza, sia che essa si concreti in atti fisici sia che venga esercitata sotto l’aspetto psicologico, genera costi elevatissimi in termini umani e di sofferenza.
Anche perché la spirale della violenza non coinvolge solo le donne, ma 'avvolge' anche i loro figli che involontariamente diventano testimoni degli episodi di violenza e delle umiliazioni a cui sono sottoposte le loro mamme. Senza pensare ai casi drammatici in cui i bambini stessi sono vittime dirette di violenza, abusi e maltrattamenti.
Secondo l'OMS la violenza contro le donne rappresenta 'un problema di salute di proporzioni globali enormi'. L’abuso fisico e sessuale è un problema sanitario che colpisce oltre il 35% delle donne in tutto il mondo e, cosa ben più grave, è che ad infliggere la violenza sia nel 30% dei casi un partner intimo.

Anche il nostro Paese non sfugge a questa triste realtà: gli ultimi dati italiani  dimostrano che la violenza contro le donne è ancora un fenomeno ampio e diffuso anche se, va detto, emergono importanti segnali di miglioramento rispetto all’indagine precedente. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo ma soprattutto di una migliore capacità di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.
Oggi è un giorno importante perché si celebra la conclusione di un progetto ambizioso che ha avuto, nell’ambito delle attività di pronto soccorso, come obiettivo generale, l’armonizzazione e la valutazione di efficacia dei protocolli di riconoscimento, accoglienza, presa in carico e accompagnamento dei casi di violenza sulla donna, in ambito relazionale, o sul bambino.
Il Pronto Soccorso è un luogo dove non è raro osservare esiti di episodi di violenza, manifesti o latenti,  sulle categorie fragili, come donne, bambini, disabili e  anziani. E’ qui che le vittime di violenza, a volte inconsapevoli della loro condizione, si rivolgono per un primo intervento sanitario.
Sono certa che, grazie agli importanti risultati raggiunti, il nostro sistema sanitario sarà in grado di offrire servizi sempre più adeguati e rispondenti alle diverse situazioni, in un’ottica allargata e multidisciplinare che tenga in considerazione contemporaneamente aspetti fisici e psicologici, con una presa in carico complessiva delle vittime che coinvolga anche la capacità delle stesse di reagire alla violenza e di affrontarla. Pertanto, certa della piena riuscita dell’iniziativa, ringrazio ancora per il cortese invito e colgo l’occasione per inviare i più cordiali saluti a tutti gli intervenuti."

I dati del progetto REVAMP

Il progetto REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum) fa parte del Piano Nazionale di Prevenzione 2014-18 nel macro-obiettivo di "promozione della salute mentale del bambino, adolescente e giovane" prevede tra i fattori di rischio da affrontare la violenza sessuale, l'abuso e la trascuratezza.
Dai dati SINIACA-IDB del 2015-2016 emerge che per le donne vittime di violenza in età fertile (15-49 anni), oltre il 35% dei casi è dovuto ad aggressione da parte del coniuge o partner sentimentale (nei maschi è meno del 10%). Quasi l’85% dei casi di violenze su donne è compiuta da conoscenti (nei maschi tale percentuale è inferiore al 40%).
Nei flussi di PS EMUR (EMergenza URgenza) di Piemonte, Toscana, Abruzzo e Sardegna, nel 2013-2104 utilizzati in tutti i centri di PS di queste regioni, si è osservato una tasso medio annuo di accesso in PS per violenza di 139 donne ogni 100.000 residenti, il 72% delle quali di età 15-49 anni. 
Dalla sorveglianza SINIACA-IDB dei centri ospedalieri anti-violenza del REVAMP si osserva come nelle donne in età fertile (15-49 anni) il 37% delle vittime siano di nazionalità estera. Riguardo al contesto dell'aggressione questo, per le donne in età fertile (15-49 anni), il 5% delle volte è una violenza sessuale. Per le bambine (0-14 anni) viste nei pronto soccorso generalisti della medesima rete di sorveglianza, nel 17,9% dei casi la causa di accesso in PS per violenza è una aggressione sessuale.
Nello studio di follow-up di progetto, che seguiva donne vittime di violenza grave (continuità della violenza, abuso sessuale con penetrazione, trauma non superficiale, etc.), a 3 mesi dalla dimissione ospedaliera il 67,5% delle donne adulte vittime di violenza domestica o sessuale era affetta da patologia mentale di stress da disordine post-traumatico. Prevalenza della malattia significativamente superiore, di oltre 5 volte, a quella di corrispondente gruppo di controllo di donne non vittime di violenza. Valore paragonabile a quello delle vittime dirette di grandi disastri, compresi attentati terroristici.

Per approfondire:

pagina Violenza sulle donne dell'area tematica Salute delle donne

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Data di pubblicazione: 14 novembre 2017, ultimo aggiornamento 14 novembre 2017