Si è svolto a Roma, presso il Ministero della Salute il 15 ed il 16 giugno, il workshop conclusivo del progetto Euromed Le buone pratiche di prevenzione del fumo tra i giovani nei Paesi del Mediterraneo.

Il progetto di partenariato internazionale, sviluppato sotto l'egida del Ministero della Salute italiano, ha permesso di riunire per la prima volta, in un network collaborativo, i principali esperti di controllo del tabacco dei Paesi partecipanti (Turchia, Italia, Marocco, Tunisia, Egitto e Libano), che hanno condiviso le esperienze e le politiche di intervento realizzate nei propri paesi,  contribuendo alla identificazione e selezione di alcune “buone pratiche”, nell’ambito dell'area di intervento del progetto.

Il progetto si è concentrato su politiche e misure specifiche, quali le campagne mediatiche per la prevenzione del fumo, le avvertenze illustrate sui pacchetti di sigarette, la legislazione sul divieto di fumo a scuola (al chiuso e/o all’aperto), gli interventi per promuovere abitazioni “smoke-free”

Le buone pratiche selezionate,  inserite nel Report finale dello studio, sono state presentate nel corso dell’evento.

In particolare, la Tunisia ha presentato un progetto su case e auto senza fumo e un programma per smettere di fumare basato sull'utilizzo di una "App" per cellulare. L'Egitto ha illustrato l’esperienza relativa alle campagne mediatiche contro il fumo e all'introduzione delle avvertenze con immagini  (pittogrammi) sui pacchetti di sigarette. Dai dati riportati, coerenti con altre ricerche scientifiche internazionali, i fumatori dichiarano che la fonte più importante per acquisire informazioni sui rischi per la salute legati al fumo è rappresentata proprio dalle avvertenze sul pacchetto. Rispetto alle avvertenze testuali, i pittogrammi attraggono maggiormente l’attenzione e sono considerati più efficaci dai fumatori e dai non fumatori, soprattutto tra i giovani. Un numero significativo di fumatori ha riferito dopo l’introduzione di pittogrammi una riduzione dei consumi di sigarette, una motivazione a smettere più forte, un’aumentata probabilità di effettuare tentativi per smettere di fumare. Inoltre, sembra che l’etichettatura abbia determinato un aumento della richiesta di trattamenti presso i centri anti-fumo. Infine scritte più grandi o pittogrammi tendono a disincentivare l’iniziazione tra i giovani. I pittogrammi sono particolarmente utili nel suscitare emozioni negative, come la paura, associate ad aumento dell’intenzione e dei tentativi di smettere e della riflessione sui rischi per la salute. Risultano particolarmente efficaci pittogrammi che illustrano sofferenze legate alle conseguenze dell’uso del tabacco, tramite l’uso di “testimonial” affetti da malattie fumo-correlate.

Anche il Libano ha selezionato come buona pratica la nuova etichettatura dei prodotti del tabacco, mentre il Marocco ha illustrato il programma "Scuole superiori e imprese libere dal fumo" e alcune campagne informative. La Turchia ha, infine, presentato la strategia nazionale di contrasto al tabagismo, sviluppata grazie a specifici interventi normativi, a partire dal 2008. L'Italia ha selezionato un intervento di promozione di abitazioni private e auto  libere da fumo, realizzato dall’Istituto Toscano Tumori nel 2006 (ISPO),  e uno studio di monitoraggio del rispetto del divieto di fumo nelle aree all'aperto delle scuole italiane, entrato in vigore a fine 2013, realizzato su mandato del Ministero della salute, dall'Istituto Superiore di Sanità.

Lo studio dell’ ISPO, denominato  “Da noi non si fuma”, è stato effettuato in Toscana, per promuovere tra le donne adulte con figli (35-49 anni), fumatrici e non, l’adozione di case e auto libere da fumo, per garantire ai bambini aria non inquinata negli spazi confinati in cui trascorrono molto tempo quotidianamente. L’intervento ha visto il reclutamento delle donne presso centri commerciali, ambulatori e ospedali a Firenze, Arezzo, Empoli e Prato. Alle donne partecipanti è stato distribuito un opuscolo informativo sui rischi da fumo passivo e sull’importanza di non fumare in casa, contenente anche suggerimenti su come smettere di fumare. Sono state coinvolte oltre 200 donne. I risultati possono dirsi positivi, in quanto, a quattro mesi dall’intervento, il 12% delle donne coinvolte aveva adottato case libere dal fumo, non permettendo di fumare in nessuno spazio al chiuso della propria abitazione, con un aumento percentuale di case libere da fumo del 33% rispetto a prima dell’intervento. Allo stesso tempo, il 15% delle donne coinvolte ha adottato dopo l’intervento auto libere dal fumo, con un aumento percentuale del 48% rispetto a prima dell’intervento. L’effetto è stato visto sia nelle fumatrici sia nelle non fumatrici. Nelle fumatrici l’aumento di auto libere da fumo è stato del 65%.

L’Istituto Superiore di Sanita nell’ambito di un progetto CCM ha verificato  il rispetto della legge 128/2013 che prevede il divieto di fumo non solo all’interno delle scuole ma anche nelle pertinenze esterne (cortili, balconi, ecc.). Sono state indagate 237 scuole secondarie di primo e secondo grado in 12 regioni. Secondo i Dirigenti scolastici il divieto all’interno delle scuole è rispettato dal 90% dei professori e del personale non docente e dal 68% degli studenti, mentre il divieto nelle pertinenze esterne solo dal 61% dei professori, dal 55% del personale non docente e dal 37% degli studenti. Gli operatori dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL che hanno distribuito i questionari hanno anche rilevato la presenza dei cartelli di divieto di fumo  nell’88% all’interno e nel 37% all’esterno delle scuole campionate. Le classi, i laboratori e le palestre delle scuole risultano essere i locali scolastici completamente liberi dal fumo.

Alla luce dell'emanazione della Direttiva Europea (2014/40/UE) che, tra l'altro, rende obbligatorio l'utilizzo dei pittogrammi, particolarmente interessante è  stata la presentazione dell'esperienza di Egitto e Turchia che hanno adottato le avvertenze con immagini  da circa 10 anni. Il primo Paese ad introdurre i pittogrammi è stato il Canada nel 2000. Ad oggi 77 Paesi, che coprono il 49% della popolazione mondiale, hanno introdotto i pittogrammi (tra cui, oltre a Egitto e Turchia, Norvegia, Svizzera, Russia, Messico, Cile, Venezuela, Colombia, Perù, Brasile, Argentina, Panama, Uruguay, Giordania, Arabia Saudita, Pakistan, India, Cina, Mongolia, Thailandia, Malesia, Filippine, Nuova Zelanda, Australia).

Nei paesi dell'Unione Europea, secondo la Direttiva 2001/37/CE, sono obbligatorie le sole avvertenze testuali, mentre sono facoltative le avvertenze con immagini. Entro maggio 2016, in base alla nuova Direttiva sui prodotti del tabacco (2014/40/UE) adottata il 3 Aprile 2014, tutti i 28 Paesi dell'UE dovranno introdurre i pittogrammi che copriranno il 65% della facciata anteriore e posteriore del pacchetto. Ad oggi, infatti, solo 10 dei 28 Paesi UE hanno introdotto i pittogrammi (Belgio, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca, Spagna, Belgio, Ungheria, Romania, Malta). L'esperienza e la valutazione dei risultati della Turchia e dell'Egitto, quindi,  saranno molto utili anche all’Italia, che, nel processo di revisione della normativa europea, ha sostenuto l'introduzione dell'obbligatorietà dei pittogrammi e sottolineato l'importanza di una periodica revisione anche dei testi delle avvertenze per mantenerne nel tempo l'efficacia informativa e comunicativa. L'Italia, infatti, ha già adottato le nuove avvertenze testuali, introducendo per la prima volta anche il numero Verde dell'Istituto Superiore di Sanità (OssFAD) per il supporto ai fumatori che vogliono smettere. Ciò ha portato ad un aumento delle chiamate e soprattutto ad un aumento delle richieste di aiuto da parte dei giovani fumatori.

Nel corso dei lavori, infine,  ha suscitato molto interesse tra i Paesi partecipanti l'esperienza italiana sull'introduzione ed il monitoraggio della legge 3/2003 sulla tutela dal fumo passivo che, a oltre 10 anni dall'entrata in vigore, continua ad essere largamente rispettata in tutto il territorio ed è apprezzata da fumatori e non fumatori, rappresentando un elemento positivo delle politiche di controllo del tabacco nel nostro Paese.

Gli esperti riuniti a Roma hanno voluto anche riflettere su quali interventi potessero essere esportati nei diversi contesti nazionali. Al termine del workshop, data l’importanza degli spazi domestici liberi da fumo per tutelare la salute dei bambini, il progetto dell’ISPO di Firenze è stato ritenuto, anche per il buon rapporto costo/efficacia, riproducibile ed esportabile nei prossimi anni negli altri Paesi partecipanti, gettando le basi per il proseguimento della fattiva e proficua collaborazione già sperimentata.

Valore aggiunto del progetto Euromed, pertanto, è il consolidamento delle relazioni e lo sviluppo di una stabile di cooperazione tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo,  per  contribuire al benessere dei cittadini nonché  alla sostenibilità dei sistemi sanitari , in particolare nell’affrontare la sfida delle malattie croniche, attraverso la promozione di stili di vita sani, specie in relazione ai fattori di rischio comuni  (fumo, alimentazione scorretta, inattività fisica).

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Data di pubblicazione: 8 luglio 2015, ultimo aggiornamento 8 luglio 2015