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Il documento, prodotto nell’ambito del Sistema nazionale linee guida (Snlg), è un aggiornamento/adattamento della linea guida Sign n. 121 (Diagnosis and management of psoriasis and psoriatic arthritis in adults October 2010), coordinato dall’Iss, in collaborazione con l’Associazione dermatologi ospedalieri italiani (Adoi) e con la partecipazione attiva di tutte le società scientifiche interessate all’argomento.

"Sono stati aggiornati solo i quesiti relativi al trattamento della psoriasi cronica a placche nell’adulto, escludendo quelli relativi alla diagnosi e all’artrite psoriasica - afferma Alfonso Mele, epidemiologo dell’Iss e responsabile delle Lg - Il nostro intento è quello di fornire un contributo, quanto più efficace possibile, affinché all’interno delle strutture dedicate alla gestione clinica della psoriasi in Italia siano tracciati percorsi diagnostico-terapeutici fra loro omogenei".
I derivati della vitamina D e i corticosteroidi sono i trattamenti topici più efficaci per la psoriasi a placche. Efficaci e sicuri anche i farmaci biotecnologici, ma, allo stato attuale, non è possibile affermare se ve ne sia uno migliore di un altro.

I trattamenti topici
Come nella linea guida originaria, gli studi inclusi hanno evidenziato che i derivati della vitamina D e i corticosteroidi sono i trattamenti topici più efficaci per la psoriasi a placche. Non si registrano differenze significative tra i due trattamenti, ma la loro associazione è superiore al trattamento singolo in termini di efficacia. Nei nuovi studi sono stati analizzate anche nuove formulazioni di trattamenti topici e tra questi il gel contenente l’associazione precostituita di calcipotriolo e betametasone dipropionato ha mostrato la medesima efficacia delle formulazioni tradizionali, ma consente una maggiore aderenza al trattamento.

Fototerapia/fotochemioterapia
Relativamente alla fototerapia, La Puva-terapia ha mostrato maggiore efficacia nei confronti della fototerapia Nb-Uvb; tuttavia una revisione sistematica e un importante studio osservazionale hanno evidenziato che essa rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo del Non melanoma skin cancer (Nmsc), mentre al momento gli studi inclusi non hanno mostrato questo rischio nei pazienti trattati con Nb-Uvb.

I farmaci biotecnologici
La letteratura passata in rassegna ha permesso di valutare meglio il profilo di efficacia e sicurezza dei farmaci biotecnologici. I dati osservati hanno mostrato un buon profilo di efficacia e sicurezza di questi farmaci. Inoltre, dai risultati emerge la necessità di inserire in un registro nazionale italiano tutti i pazienti che sono in trattamento con farmaci biotecnologici o che iniziano per la prima volta una terapia sistemica, al fine di valutarne l’efficacia e la sicurezza nel medio-lungo termine. Infine, mancano studi di confronto diretto tra farmaci biotecnologici e tra biotecnologici e sistemici tradizionali per poter valutare l’eventuale superiorità di uno rispetto a un altro, in termini di efficacia, sicurezza, accettabilità e compliance del paziente.

La psoriasi
E’ tradizionalmente definita come una malattia infiammatoria della pelle ad andamento cronico-recidivante che, nella sua forma più comune, si manifesta con placche eritemato-quamose localizzate sulle superfici del corpo. La prevalenza nella popolazione generale italiana è stimata pari al 2,8% con una maggiore frequenza di casi nel sesso maschile; si può dunque stimare che circa 1.500.000 italiani siano affetti da questa malattia. Si osservano alterazioni distrofiche delle unghie in oltre un terzo dei pazienti e una tipica artropatia in una proporzione variabile di soggetti. La psoriasi guttata, l’eritrodermia psoriasica e la psoriasi pustolosa (nella sua forma localizzata o generalizzata) costituiscono varianti distinte per morfologia e andamento.

Recenti evidenze suggeriscono come la psoriasi, da patologia a esclusivo interessamento cutaneo si possa considerare invece malattia sistemica. Infatti un ampio ventaglio di comorbilità può associarsi alla psoriasi, fra le quali, l’artropatia, le malattie infiammatorie croniche intestinali, le patologie oculari, le malattie metaboliche e cardiovascolari, i disturbi psicologici.

Pertanto, sebbene la psoriasi sia solo eccezionalmente causa diretta di morte, gli aspetti sopra indicati e la natura cronica e inguaribile della malattia fanno sì che le sue conseguenze sociali siano estremamente rilevanti. Infatti, i pazienti affetti da psoriasi, allo stesso modo di quelli affetti da altre malattie croniche invalidanti, riferiscono una significativa riduzione della qualità della vita a causa dei sintomi specificamente cutanei (prurito cronico, sanguinamento, coinvolgimento delle unghie), dei problemi legati ai trattamenti (cattivo odore, disagio fisico, perdita di tempo, effetti collaterali sistemici, costi elevati), dei risvolti psico-sociali secondari al dover convivere con una malattia della pelle molto visibile e deturpante (difficoltà nei rapporti umani interpersonali e sociali, riduzione delle possibilità di occupazione e guadagno, riduzione dell’autostima complessiva).

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Data di pubblicazione: 29 maggio 2013, ultimo aggiornamento 29 maggio 2013