La diarrea del viaggiatore è una sindrome clinica associata al consumo/utilizzo di acque e cibo contaminati, che si verifica durante o subito dopo un viaggio. La diarrea del viaggiatore, a seconda della lunghezza del soggiorno, può colpire fino all'80% dei viaggiatori che si recano in destinazioni ad alto rischio. Più comunemente colpisce individui che viaggiano da un'area con standard igienici più elevati verso aree meno sviluppate. Può manifestarsi ovunque, ma le destinazioni a più alto rischio sono l'Asia (ad eccezione di Giappone e Corea del Sud), il Medio Oriente, l'Africa, il Messico e l'America centrale e meridionale.
La diarrea può essere accompagnata da nausea, vomito, crampi addominali e febbre. Vari batteri, virus e parassiti sono tra le cause note della diarrea del viaggiatore ma i batteri sono responsabili della maggioranza dei casi.
La sicurezza degli alimenti, delle bevande e dell'acqua da bere dipende principalmente dalle condizioni di igiene applicate localmente nella raccolta, preparazione e manipolazione. Nei paesi o aree con bassi livelli di igiene e scarse infrastrutture per il controllo della sicurezza dei cibi, delle bevande e delle acque da bere, esiste un alto rischio di contrarre la diarrea del viaggiatore.
Vari batteri, virus e parassiti, veicolati con l'acqua e gli alimenti, sono tra le cause note della diarrea del viaggiatore. I batteri sono responsabili della maggioranza dei casi ma possono influire, sebbene in misura minore, anche i cambiamenti di abitudini e delle condizioni climatiche.
Il periodo di incubazione tra esposizione e presentazione clinica può fornire indizi sull'eziologia.
La sintomatologia è caratterizzata da diarrea, che in genere si presenta con almeno tre scariche al giorno.
La diarrea può essere accompagnata da nausea, vomito, crampi addominali e febbre.
Se le perdite idro-elettrolittiche non vengono reintegrate, la morte può sopraggiungere, nel 50% dei casi, per acidosi metabolica, insufficienza renale acuta o shock ipovolemico. Un’altra frequente complicazione, soprattutto nei bambini, è l’ipoglicemia. Con un tempestivo trattamento la letalità scende all’1%.
La maggior parte degli episodi di diarrea sono autolimitanti con guarigione in pochi giorni.
In caso di infezione intestinale in base alla gravità della forma diarroica si può ricorrere ad uno schema terapeutico empirico.
I capisaldi della terapia empirica della diarrea del viaggiatore sono costituiti da:
È importante, specialmente per i bambini, evitare la disidratazione. Quando la diarrea inizia, l'assunzione di fluidi deve essere mantenuta con liquidi sicuri (per esempio acqua imbottigliata, bollita o altrimenti disinfettata). L'allattamento non deve essere interrotto. La reidratazione orale è particolarmente importante per i bambini e gli anziani.
La somministrazione di fermenti lattici sembra essere una soluzione molto efficace per ristabilire la flora batterica intestinale alterata dalla diarrea del viaggiatore.
Antibiotici
L'efficacia di un particolare farmaco antimicrobico dipende dall'agente eziologico e dalla sua sensibilità agli antibiotici. Se tollerati, i regimi a dose singola sono equivalenti ai regimi a dose multipla e potrebbero essere più convenienti per il viaggiatore.
I fluorochinoloni (ad esempio, ciprofloxacina, levofloxacina) sono stati tradizionalmente gli antibiotici di prima linea per la terapia empirica della diarrea del viaggiatore o per trattare specifici patogeni batterici. Tuttavia, la crescente resistenza microbica ai fluorochinoloni, in particolare tra gli isolati di Campylobacter, ne limita l'utilità in molte destinazioni, in particolare nel Sud e Sud-est asiatico, dove sia l'infezione da Campylobacter che la resistenza ai fluorochinoloni sono prevalenti. Si segnala una crescente resistenza ai fluorochinoloni anche in altre destinazioni e in altri patogeni batterici, compresi Salmonella e Shigella.
L'azitromicina è un'alternativa ai fluorochinoloni, sebbene enteropatogeni con ridotta sensibilità all'azitromicina siano stati documentati in diversi paesi. Il regime di trattamento più semplice con azitromicina è una singola dose di 1.000 mg, ma gli effetti collaterali (principalmente nausea) possono limitare l'accettabilità di questa dose elevata; assumere il farmaco in 2 dosi divise lo stesso giorno può aiutare.
Una nuova opzione terapeutica per trattare la diarrea del viaggiatore causata da ceppi non invasivi di E. coli negli adulti, oltre alla rifamicina è la rifaximina, un suo derivato. La rifaximina è stata approvata per trattare la diarrea del viaggiatore causata da ceppi non invasivi di E. coli. Come i fluorochinoloni (es. ciprofloxacina o levofloxacina) sono usate come terapia empirica nella maggior parte del mondo e solitamente riducono la durata della patologia di circa 1 giorno. Tuttavia, poiché i viaggiatori probabilmente non possono distinguere tra diarrea invasiva e non invasiva, e poiché dovrebbero portare un farmaco di riserva in caso di diarrea invasiva, l'utilità complessiva della rifaximina come auto-trattamento empirico rimane indeterminata.
Farmaci sintomatici
Quando i viaggiatori hanno bisogno di un immediato controllo dei sintomi, possono essere impiegati, in aggiunta, i farmaci antidiarroici, che riducono la mobilità intestinale e, quindi, la frequenza e l'urgenza di andare in bagno, come:
Questi farmaci riducono la motilità intestinale e possono facilitare il viaggio in autobus o in aereo ma sono sempre controindicati per uso profilattico.
Tali farmaci devono essere associati all’assunzione di abbondanti liquidi e di idonee misure alimentari, quando queste misure da sole non sono sufficientemente efficaci per il controllo della diarrea e quando non è possibile il trattamento causale.
Se la diarrea produce una severa disidratazione o non risponde alla terapia empirica entro 3 giorni e, particolarmente, quando la motilità intestinale è molto intensa e le scariche sono acquose o quando c'è sangue nelle feci, vomito ripetuto e febbre, si deve consultare un medico.
Nel caso di sintomi importanti, che suggeriscono una diagnosi diversa da una diarrea del viaggiatore, il consulto medico diventa importante e urgente.
Non esistono modalità di prevenzione in grado di contrastare tutte le possibili fonti del disturbo. L’unica strategia efficace è il rispetto delle norme igieniche per prevenire le malattie a trasmissione oro-fecale.
Sono di seguito riportate norme generali, norme di sicurezza alimentare per i viaggiatori, misure da adottare nel caso in cui l’acqua sia di dubbia qualità, indicazioni sull’igiene delle mani.
Regole generali
Per ridurre al minimo qualsiasi rischio di contrarre infezioni trasmesse da cibo o acqua, i viaggiatori devono prendere precauzioni con ogni cibo o bevanda, perfino se serviti in ristoranti o hotel di buona qualità.
Se i viaggi nei paesi poveri presentano rischi maggiori, è tuttavia vero che, locali con condizioni di igiene precaria possono essere presenti in qualsiasi paese. Un'altra potenziale fonte di infezione trasmessa dall'acqua è l'acqua di balneazione contaminata.
È particolarmente importante che le persone più vulnerabili come bambini piccoli, anziani, donne gravide e persone con un sistema immunitario compromesso prendano rigorose precauzioni per evitare le acque di balneazione non sicure, l'acqua e il cibo contaminati.
Norme di sicurezza alimentare
Trattamento dell’acqua di qualità dubbia
Igiene delle mani
Data di pubblicazione: 21 luglio 2015 , ultimo aggiornamento 6 giugno 2024