La leishmaniosi è una malattia tipica delle regioni tropicali e subtropicali, causata da protozoi che si diffondono principalmente attraverso le punture di moscerini flebotomi femmina (mosca della sabbia, sandfly) appartenenti a almeno una trentina di diverse specie di ditteri ematofagi.
Ci sono tre principali forme di leishmaniosi:
La più comune è la forma cutanea, che provoca ulcere sulle parti esposte del corpo, causando cicatrici permanenti anche deturpanti, che possono causare stigma e in alcuni casi disabilità. Circa il 95% dei casi si verifica nelle Americhe, nel bacino del Mediterraneo, in Medio Oriente e in Asia centrale.
La forma più grave però è rappresentata dalla leishmaniosi viscerale.
La malattia, fatale se non trattata, colpisce gli organi vitali del corpo ed è caratterizzata da febbri irregolari e improvvise, perdita di peso, ingrossamento della milza e del fegato, anemia. La maggior parte dei casi si verifica in Brasile, Africa orientale e India.
La leishmaniosi mucocutanea può provocare, invece, la mutilazione totale o parziale delle mucose del naso, della bocca e della gola. Oltre il 90% dei casi di leishmaniosi mucocutanea si verifica in Bolivia, Brasile, Etiopia e Perù.
La leishmaniosi è classificata come malattia tropicale negletta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Si stima che ogni anno si verifichino in tutto il mondo da 700.000 a 1 milione di nuovi casi.
In Europa le due principali forme di malattia (leishmaniosi viscerale e leishmaniosi cutanea) sono endemiche in un’ampia area geografica: l’unico agente eziologico autoctono della leishmaniosi viscerale è la Leishmania infantum; esistono invece tre agenti di leishmaniosi cutanea: Leishmania tropica, Leishmania major (parassita naturale dei roditori selvatici) e Leishmania infantum.
In Italia sia la leishmaniosi viscerale sia quella cutanea sono endemiche in alcune aree del nostro Paese e sono causate da Leishmania infantum.
Per saperne di più
La leishmaniosi è generalmente trasmessa dalla puntura di un insetto vettore, il flebotomo che si trova in tutte le regioni intertropicali e temperate del mondo. Esistono oltre 90 specie di flebotomi che possono trasmettere la leishmaniosi.
In Italia i vettori della malattia sono Phlebotomus perniciosus, P. perfiliewi, P. neglectus e P. ariasi. I flebotomi sono insetti di piccole dimensioni, lunghi circa 1,5-3,5 mm, di colore giallo pallido o sabbia, con grandi occhi neri e zampe lunghe ed esili. Le ali sono caratteristiche, pelose e formano un angolo retto, quando si posano o mentre si stanno nutrendo di sangue.
Solo il flebotomo femmina può trasmettere l’infezione. Depone le uova nelle tane di alcuni roditori, nella corteccia di alberi secolari, in edifici abbandonati, nelle crepe dei muri delle case, nei canili e nei rifiuti domestici, dove le larve possono trovare il materiale organico, il calore e l'umidità di cui hanno bisogno per svilupparsi.
Nella sua ricerca di sangue (di solito la sera e la notte), il flebotomo femmina è in grado di coprire una distanza di diverse centinaia di metri attorno al suo habitat.
I flebotomi si infettano pungendo persone o animali infetti. Circa 70 specie animali, compresi cani, roditori e altri mammiferi sono ospiti intermedi della leishmania.
È, inoltre, possibile la trasmissione interumana attraverso trasfusioni di sangue o siringhe contaminate.
L’epidemiologia della leishmaniosi dipende dalle caratteristiche del parassita, dalle caratteristiche ecologiche, dall’attuale o pregressa esposizione della popolazione al parassita e dai comportamenti umani.
La povertà aumenta il rischio di leishmaniosi. Condizioni abitative e igienico-sanitarie precarie (come mancanza di un sistema fognario o presenza di scarichi fognari a cielo aperto) possono incrementare i siti in cui i flebotomi vivono e si riproducono, come pure le possibilità di pungere una persona. I flebotomi sono attratti dalle abitazioni affollate, dove possono più facilmente effettuare un pasto di sangue. Dormire all’aperto può costituire un ulteriore fattore di rischio.
Una dieta carente di proteine, fattori energetici, ferro, vitamina A e zinco aumenta il rischio che un’infezione si trasformi in una forma clinica.
Le epidemie, sia di leishmaniosi cutanea che viscerale, sono spesso associate a migrazioni e spostamenti di persone non immuni in aree con cicli di trasmissione in atto.
I cambiamenti ambientali che possono influire sull’incidenza della leishmaniosi includono la deforestazione, l’urbanizzazione e l’insediamento di nuclei abitativi nelle foreste.
Il cambiamento climatico influisce sulla diffusione della leishmaniosi attraverso le variazioni della temperatura e delle precipitazioni, che influenzano le dimensioni e la distribuzione geografica delle popolazioni di flebotomi. Siccità, carestie e inondazioni causano inoltre la migrazione di persone in aree dove la trasmissione del parassita è elevata.
Solo una piccola parte delle persone infette dalla leishmania svilupperà la malattia clinica.
La leishmaniosi si manifesta in tre forme principali:
È una complicanza della leishmaniosi viscerale caratterizzata da eruzioni cutanee maculari, papulari o nodulari generalmente sul viso, parti superiori delle braccia, e sul tronco. Si verifica principalmente in Africa Orientale e nel subcontinente indiano, in cui il 5-10% dei pazienti con kala-azar, sviluppa questa complicanza. Di solito compare dai 6 mesi a 1 o più anni dopo apparente guarigione della malattia, ma può manifestarsi anche prima. Le persone con leishmaniosi dermica post kala-azar sono considerate una potenziale fonte di infezione da leishmania.
Uno degli aspetti più preoccupanti della leishmaniosi è la sua tendenza a manifestarsi, anche nelle forme più devastanti, soprattutto nelle persone già immunodepresse in seguito all’infezione da HIV.
Le persone che presentano una co-infezione leishmania-HIV hanno un’elevata probabilità di sviluppare una forma clinica completa, numerose ricadute con alti tassi di letalità. Il trattamento antiretrovirale riduce lo sviluppo della malattia, rallenta le ricadute e aumenta la sopravvivenza. Alti tassi di co-infezione leishmania-HIV sono segnalati in Brasile, Etiopia e dallo stato di Bihar in India.
Nel 2022, l'OMS ha pubblicato le nuove raccomandazioni per il trattamento dei pazienti con coinfezione leishmania-HIV in Africa orientale e nel Sud-Est asiatico.
La diagnosi può essere effettuata combinando i sintomi clinici con le informazioni epidemiologiche e i test diagnostici specificati nella circolare ministeriale 14 ottobre 2020.
Il trattamento della leishmaniosi dipende da diversi fattori, inclusi il tipo di malattia, la presenza di patologie concomitanti, le specie di parassita e la localizzazione geografica.
La leishmaniosi è una malattia curabile e guaribile.
Nei pazienti immunocompromessi è possibile che i farmaci non riescano a debellare i parassiti e perciò esiste un maggior rischio di recidive.
Le persone con sospetto di leishmaniosi devono rivolgersi immediatamente a un medico.
Tutti i pazienti a cui è stata diagnosticata la forma viscerale necessitano di un trattamento immediato e completo.
La prevenzione e il controllo della leishmaniosi richiedono una combinazione di strategie di intervento, poiché la trasmissione si verifica in un sistema biologico complesso, che comprende l’ospite umano, il parassita, i flebotomi e, in alcuni casi, un animale che funge da serbatoio di infezione.
La diagnosi precoce e la gestione efficace dei casi riduce la prevalenza della malattia e previene le disabilità e i decessi. Esistono farmaci anti-leishmania molto efficaci e sicuri, in particolare per la leishmaniosi viscerale.
Le principali strategie per gli interventi di prevenzione sono indicate di seguito:
Data di pubblicazione: 14 luglio 2015 , ultimo aggiornamento 18 aprile 2024