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Febbre gialla

Descrizione

La febbre gialla è provocata da un virus appartenente al genere Flavivirus, cui appartengono anche i virus responsabili della dengue e della encefalite giapponese. La malattia colpisce principalmente gli esseri umani e le scimmie e si trasmette attraverso la puntura di zanzare Aedes. E' endemica nelle aree tropicali dell’Africa, del Centro e del Sud America.

La trasmissione può avvenire ad altitudini fino a 2300 m. nelle Americhe e ad altitudini ancora maggiori in Africa. I paesi o le aree dove il virus della febbre gialla è presente eccedono di gran lunga quelle riportate ufficialmente. Alcuni paesi possono non riportare casi semplicemente perché vi è un alto livello di copertura vaccinale contro la febbre gialla nella popolazione oppure perché la sorveglianza epidemiologica è molto carente.
Le epidemie possono essere prevenute e controllate da campagne di vaccinazione di massa.

L'infezione provoca varie forme di malattia, da lieve a grave fino al decesso. Il "giallo" nel nome si spiega con l’ittero che colpisce alcuni pazienti, causando occhi e pelle gialla. I primi sintomi della malattia compaiono solitamente 3-6 giorni dopo l'infezione. Non esiste un trattamento specifico per la febbre gialla.
La vaccinazione è altamente raccomandata come misura preventiva per i viaggiatori e per chi vive in paesi endemici.
Dopo il superamento dell'infezione o della malattia conclamata, l'individuo colpito acquisisce un'immunità che dura per tutta la vita.

Per approfondire

Come si trasmette

Il virus della febbre gialla viene trasmesso all'uomo dalla puntura di zanzare appartenenti al genere Aedes (lo stesso genere di zanzare che trasmette all'uomo la dengue). Le zanzare Aedes, a differenza delle Anopheles (zanzare che trasmettono la malaria), pungono nelle ore diurne.

Il periodo di incubazione della febbre gialla, ossia il tempo trascorso tra la puntura infettante e la comparsa dei sintomi clinici può variare da 3 a 6 giorni.

La febbre gialla non si trasmette per contagio interumano diretto, ma soltanto attraverso le zanzare infette. Le persone colpite da febbre gialla (sia in forma clinicamente apparente che senza sintomatologia apparente) sono infettanti per le zanzare che li pungono da poco prima della comparsa della febbre per tutta la durata del periodo febbrile (mediamente 5 giorni). Le zanzare diventano a loro volta infettanti a distanza di 9-12 giorni dal pasto di sangue e rimangono tali per tutta la durata della loro vita.

Nelle foreste del Sud-America, oltre alle zanzare Aedes, intervengono nella trasmissione della febbre gialla anche altre specie di zanzare silvestri (genere Hemagogus) ma la specie maggiormente coinvolta nella trasmissione della febbre gialla, sia in Africa che in America, è l'Aedes aegypti.

Le zanzare si riproducono:

  • intorno alle case (domestiche)
  • nella giungla (selvatiche)
  • entrambi gli habitat (semi-domestiche).

Ci sono 3 tipi di ciclo di trasmissione:

  1. silvestre (o della giungla)
  2. intermedio
  3. urbano.

In Africa esistono tutti e tre i cicli, in Sud America solo silvestre e urbana.
La febbre gialla silvestre è tipica delle foreste pluviali tropicali, dove le scimmie, infettate da zanzare silvestri, passano il virus ad altre zanzare, che si nutrono del loro sangue; queste zanzare, a loro volta pungono e infettano gli esseri umani che entrano nelle foreste. Questo provoca casi sporadici, la maggioranza dei quali sono giovani uomini che lavorano nelle foreste.

Il ciclo intermedio di trasmissione della febbre gialla si verifica soprattutto in savane umide o semi-umide dell'Africa e può provocare epidemie su scala ridotta nei villaggi rurali. Le zanzare semi-domestiche (che si riproducono nella foresta o intorno alle abitazioni) infettano gli ospiti, sia scimmie che uomini. Un aumentato contatto tra uomo e zanzara infetta porta alla malattia. È il tipo più comune di epidemia negli ultimi decenni in Africa.

La febbre gialla urbana esita in scoppi di grandi epidemie quando i viaggiatori introducono il virus in zone ad alta densità di popolazione umana, con un elevato numero di persone senza immunità in presenza di zanzare Aedes. Zanzare domestiche, in particolare Aedes aegypti, sono portatrici del virus da una persona all’altra. Queste epidemie tendono a diffondersi dalla fonte verso l'esterno e coprire una vasta area.

Le zanzare Aedes hanno notevoli capacità di adattamento anche a climi temperati e relativamente freddi.

Possono sfruttare per la riproduzione anche piccolissime raccolte di acqua piovana, quali quelle che si formano nei barattoli vuoti, nei sottovasi, nelle vasche ornamentali, nei pneumatici usati. L'adattamento delle Aedes aegypti agli ambienti urbani e l'infestazione delle grandi città è alla base delle estese epidemie di febbre gialla degli ultimi anni.

Sintomi e segni

L'infezione provoca varie forme di malattia, da lieve a grave fino al decesso.
Il "giallo" nel nome si spiega con l’ittero che colpisce occhi e pelle di alcuni pazienti che diventano di colore giallo.

I primi sintomi della malattia compaiono solitamente 3-6 giorni dopo l'infezione che può presentare una o due fasi.
La prima, fase “acuta”, generalmente ha un inizio improvviso, con febbre accompagnata da brividi, dolori muscolari soprattutto alla schiena, mal di testa, perdita di appetito, nausea e vomito. Nelle fasi iniziali della malattia si verifica un abbassamento del numero dei globuli bianchi del sangue (leucopenia) e sono possibili manifestazioni emorragiche e la comparsa di un colorito giallastro della pelle (ittero).
Dopo 3-4 giorni, la maggior parte dei pazienti migliora e i sintomi scompaiono, con progressione verso la convalescenza.

In circa il 15% dei casi invece, dopo una breve fase di miglioramento, entro 24 ore dalla remissione iniziale, compaiono o si accentuano le manifestazioni emorragiche, la malattia entra in una fase tossica, ricompare la febbre e sanguinamento dal naso, dalle gengive, dagli occhi, dall'apparato gastrointestinale: presenza di sangue nelle feci o nel vomito (il cosiddetto "vomito negro"), accompagnate da segni di insufficienza epatica (ittero grave) e renale (blocco renale con ritenzione idrica). La comparsa di ittero grave è considerata un segno sfavorevole. Circa il 50% dei pazienti che entra nella fase tossica muore entro 10-14 giorni, gli altri si riprendono senza danni organici significativi.

Complicanze

La maggior parte dei pazienti supera la malattia.

In alcuni casi invece, dopo una breve fase di miglioramento, compaiono o si accentuano le manifestazioni emorragiche e la malattia entra in una fase tossica: ricompare la febbre e sanguinamento dal naso, dalle gengive, dall'apparato gastrointestinale: presenza di sangue nelle feci o nel vomito (il cosiddetto "vomito negro"), accompagnate da segni di insufficienza epatica (ittero grave) e renale (blocco renale con ritenzione idrica). La comparsa di ittero grave è considerata un segno sfavorevole.

Circa il 50% dei pazienti che entra nella fase tossica muore entro 10-14 giorni.

Diagnosi

La febbre gialla è difficile da diagnosticare, specialmente nelle fasi iniziali, poiché può essere confusa con malaria, dengue, leptospirosi, epatite virale (specialmente le forme fulminanti di epatite B e D), altre febbri emorragiche (febbri emorragiche boliviana, argentina e venezuelana, West Nile e virus Zika)e altre malattie o avvelenamenti.

In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se in una zona a rischio, è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico o ad una struttura ospedaliera qualificata, per effettuare gli esami di laboratorio per la conferma o l'esclusione della diagnosi.

La conferma diagnostica viene effettuata sulla base della presenza di anticorpi specifici. Possono essere utilizzate anche altre tecniche per identificare il virus in campioni di sangue o in tessuti epatici prelevati dal cadavere.

Terapia

La febbre gialla può presentarsi con una sintomatologia che, almeno nelle fase iniziale, non è distinguibile da quella provocata dalla malaria o dalla febbre tifoide o da altre malattie acute batteriche o virali.

Non esiste un trattamento specifico per la febbre gialla, solo terapia di supporto per la disidratazione, l’insufficienza respiratoria e la febbre. Le infezioni batteriche associate possono essere curate con antibiotici. La terapia di supporto può migliorare l’evoluzione della malattia nelle forme più gravi, ma è raramente disponibile nelle aree più povere.

Nelle zone endemiche è necessario evitare ulteriori punture di zanzare in soggetti ammalati, per prevenire l'ulteriore diffusione del virus ed il mantenimento della catena di trasmissione della malattia.

Prevenzione

Vaccinazione

La vaccinazione è la misura più importante per prevenire la febbre gialla. Il vaccino contro la febbre gialla è a base di virus viventi attenuati, è sicuro e conveniente, fornisce un'immunità efficace entro 10 giorni per oltre il 90% delle persone vaccinate. Una singola dose di vaccino è sufficiente a conferire immunità e efficacia protettiva per tutta la vita contro la febbre gialla e non è necessario effettuare un richiamo. Effetti indesiderati gravi sono estremamente rari.

Per quanto riguarda l'uso del vaccino contro la febbre gialla in persone oltre i 60 anni di età, è stato osservato che nelle persone di età superiore a 60 anni il rischio di malattia viscerotropica associata al vaccino è maggiore rispetto ai soggetti giovani, in generale il rischio è basso. Il vaccino, negli ultrasessantenni, deve essere somministrato dopo un'attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio, valutando il rischio di contrarre la malattia e il rischio di un potenziale evento avverso grave postvaccinale. Il rischio di morire per febbre gialla è di gran lunga superiore ai rischi connessi al vaccino.
Le persone alle quali il vaccino non deve essere somministrato sono:

  • bambini al di sotto dei 9 mesi (o tra 6-9 mesi durante un'epidemia, dove il rischio di malattia è superiore a un evento avverso al vaccino)
  • donne in gravidanza - tranne durante una epidemia quando il rischio di infezione è alto
  • persone con gravi allergie alle proteine dell'uovo
  • persone con grave immunodeficienza per HIV/AIDS o per altre cause, o in presenza di un disturbo del timo.

Al fine di proteggere le persone che vivono in aree ad alto rischio di trasmissione di febbre gialla, la duplice strategia dell’OMS per la prevenzione delle epidemie di febbre gialla si basa su campagne di vaccinazione di massa preventive seguite da vaccinazioni di routine nei bambini.

La febbre gialla provoca epidemie che possono colpire il 20% della popolazione. Quando le epidemie occorrono in popolazioni non vaccinate, i tassi di letalità possono superare il 50%.

Controllo sulle zanzare

In alcune situazioni, il controllo sulle zanzare è vitale affinché la vaccinazione abbia effetto. Il rischio di trasmissione della febbre gialla nelle aree urbane può essere ridotto eliminando potenziali siti di riproduzione delle zanzare e applicando insetticidi nelle acque dove si moltiplicano nei primi stadi. L’applicazione di insetticidi spray per eliminare le zanzare adulte durante le epidemie urbane, in combinazione con le campagne di vaccinazione di emergenza, possono ridurre o bloccare la trasmissione della febbre gialla, far "guadagnare tempo" alle popolazioni vaccinate per costruire l'immunità.

Storicamente, le campagne per il controllo delle zanzare hanno avuto successo per la zanzara Aedes aegypti, vettore urbano della febbre gialla, nella maggior parte dei paesi continentali del Centro e Sud America. Tuttavia, questa specie di zanzara ha ri-colonizzato aree urbane della regione e pone un rinnovato rischio di febbre gialla urbana.

Programmi di controllo sulle zanzare rivolti a zanzare selvatiche nelle aree forestali non sono pratici per prevenire la trasmissione della febbre gialla della giungla (o silvestre).

Preparazione e risposta alle epidemie

L’individuazione immediata dei casi di febbre gialla e l’implementazione di attività di risposta rapida attraverso campagne di vaccinazione di emergenza, sono misure essenziali per il controllo delle epidemie. Tuttavia costituisce motivo di preoccupazione la notifica di un numero minore di casi rispetto a quelli effettivamente verificatisi – si stima che il numero reale di casi sia da 10 a 250 volte più alto di quello notificato.

L’OMS raccomanda che ogni paese a rischio abbia almeno un laboratorio nazionale dove possano essere effettuate le analisi di base sul sangue. Un caso confermato dal laboratorio di febbre gialla in una popolazione non vaccinata può essere considerato un focolaio, e deve essere sottoposto ad indagini accurate ogni caso confermato in qualsiasi contesto, particolarmente se si verifica in una zona in cui è stata vaccinata la maggior parte della popolazione. La valutazione e la risposta al focolaio deve includere sia misure di emergenza che programmi di vaccinazione a più lungo termine.

Donazioni e trapianti d'organo

Per contrastare il rischio di trasmissione del virus attraverso le donazioni e trapianti di organi il Centro nazionale trapianti (CNT) ha messo in campo azioni di prevenzione rivolte a tutte le istituzioni sanitarie italiane coinvolte nel processo. Le indicazioni sono elaborate sulla base della sorveglianza epidemiologica di casi umani di malattia e/o di positività degli animali vettori (come zanzare, volatili ed equini), riportate anche da enti europei e internazionali come l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e la Pan American Health Organization (PAHO). Consulta la pagina del CNT Sorveglianza e misure preventive.

Raccomandazioni per i viaggiatori

Vaccinazione

Di solito, la vaccinazione contro la febbre gialla non è raccomandata in aree dove c’è una bassa probabilità di esposizione al virus della febbre gialla. Tuttavia persino nelle aree di bassa esposizione, si deve considerare l’opportunità della vaccinazione se l’itinerario del viaggiatore implica una pesante esposizione alle zanzare (per esempio durante viaggi prolungati in aree rurali).

I viaggiatori, in particolare coloro che arrivano in Asia dall'Africa o dall'America Latina devono avere un certificato di vaccinazione contro la febbre gialla. Se ci sono ragioni mediche per non vaccinarsi, il Regolamento Sanitario Internazionale afferma che deve essere certificato dalle autorità competenti.

I casi di febbre gialla in viaggiatori internazionali sono rari; il rischio di contrarre questa malattia nel corso di un viaggio in zone endemiche è solitamente modesto e direttamente legato alla durata del soggiorno, ma non può essere escluso neanche per viaggi di breve durata.
Attualmente, solo la vaccinazione contro la febbre gialla viene considerata obbligatoria dal Regolamento Sanitario Internazionale.

La vaccinazione contro la febbre gialla è mantenuta per due ragioni differenti:

  1. per proteggere gli individui nelle aree dove c’è un rischio di infezione di febbre gialla
  2. per proteggere i paesi vulnerabili dal rischio di importazione del virus della febbre gialla.

I viaggiatori devono pertanto essere vaccinati se visitano un paese dove vi sia un rischio di esposizione alla febbre gialla. Essi devono obbligatoriamente essere vaccinati se visitano un paese che richieda il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla quale condizione per entrare; questa condizione si applica a tutti i viaggiatori che arrivino da paesi o aree a rischio di febbre gialla (incluso il transito in aeroporto).

Il certificato di vaccinazione antiamarillica, che deve essere rilasciato da un Centro di Vaccinazioni autorizzato dal Ministero della Salute, è valido a partire dal 10° giorno successivo alla somministrazione del vaccino, per tutta la vita.

La vaccinazione antiamarillica, oltre ad essere obbligatoria per alcune destinazioni, è comunque raccomandata per i viaggiatori diretti nelle aree endemiche dell'Africa e dell'America, soprattutto se il viaggio prevede escursioni in ambienti selvaggi.

La vaccinazione antiamarillica è controindicata nei bambini piccoli (al di sotto di 9- 12 mesi), nelle donne in gravidanza, nelle persone con allergia alle uova, nelle persone con alterazioni del sistema immunitario per effetto di malattie o di terapie, a meno che il rischio di contrarre la febbre gialla non superi quello di una eventuale complicazione da vaccinazione.

Precauzioni

A livello individuale, per la prevenzione della febbre gialla, sono molto utili anche le misure di protezione personale, che dovranno essere seguite tenendo presenti le abitudini "diurne" di queste zanzare.

Si consiglia di:

  • indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri e quelli accesi attirano gli insetti), con maniche lunghe e pantaloni lunghi, che coprano la maggior parte del corpo
  • evitare l'uso di profumi (potrebbero attirare gli insetti)
  • applicare sulla cute esposta repellenti per insetti a base di N,N-dietil-n-toluamide o di dimetil-ftalato, ripetendo se necessario, ad esempio in caso di sudorazione intensa, l'applicazione ogni 2-3 ore; i repellenti per gli insetti ed insetticidi a base di piretroidi possono essere spruzzati anche direttamente sugli abiti
  • alloggiare preferibilmente in stanze dotate di condizionatore d'aria ovvero, in mancanza di questo, di zanzariere alle finestre, curando che queste siano tenute in ordine e ben chiuse
  • spruzzare insetticidi a base di piretro o di permetrina nelle stanze di soggiorno e nelle stanze da letto, oppure usare diffusori di insetticida (operanti a corrente elettrica o a batterie), che contengano tavolette impregnate con piretroidi (ricordarsi di sostituire le piastrine esaurite) o le serpentine antizanzare al piretro.

La possibilità, soprattutto in bambini piccoli, di effetti indesiderati dei prodotti repellenti per gli insetti, impone alcune precauzioni nel loro uso e una scrupolosa attenzione alle indicazioni contenute nei foglietti di accompagnamento.

In particolare:

  • il prodotto repellente deve essere applicato soltanto sulle parti scoperte
  • non deve essere inalato o ingerito, o portato a contatto con gli occhi
  • non deve essere applicato su cute irritata o escoriata
  • deve essere evitata l'applicazione di prodotti ad alta concentrazione, in particolar modo per quanto riguarda i bambini
  • le superfici cutanee trattate vanno lavate immediatamente dopo il ritorno in ambienti chiusi o al manifestarsi di sintomi sospetti (prurito, infiammazione), per i quali è opportuno consultare immediatamente un medico.

Cosa fare in caso di malattia

La febbre gialla può presentarsi con una sintomatologia che, almeno nelle fase iniziale, non è distinguibile da quella provocata dalla malaria, o dalla febbre tifoide, o da altre malattie acute batteriche o virali.

In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se in una zona a rischio, è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico o ad una struttura ospedaliera qualificata per effettuare gli esami di laboratorio per la conferma o l'esclusione della diagnosi. La conferma diagnostica viene effettuata sulla base della presenza di anticorpi specifici.

Non esiste una terapia specifica verso la febbre gialla, ma soltanto un trattamento di sostegno.

Nelle zone endemiche è necessario evitare ulteriori punture di zanzare in soggetti ammalati, per prevenire l'ulteriore diffusione del virus ed il mantenimento della catena di trasmissione della malattia.

Per approfondire:


Data di pubblicazione: 1 luglio 2015 , ultimo aggiornamento 26 maggio 2021



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