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Colera

Come si trasmette

V. cholerae O1 e O139 tossigeni vivono nell’acqua dolce e salmastra spesso in associazione con copepodi o altro zooplancton, crostacei e piante acquatiche. Serbatoi dell’infezione sono l’uomo (malati e portatori asintomatici) e l’ambiente.

Il colera si trasmette per via fecale-orale attraverso l’ingestione di acqua o alimenti crudi o poco cotti (molluschi, pesce) contaminati da materiale fecale umano. Altri alimenti, tra cui i prodotti agricoli, sono meno comunemente implicati. È stata segnalata la trasmissione diretta da persona a persona, anche degli operatori sanitari durante le epidemie.

 La malattia è trasmissibile finchè i campioni fecali sono positivi alla ricerca del V. cholerae (7-14 giorni negli individui asintomatici, pochi giorni dal recupero clinico negli individui sintomatici). Nell’acqua potabile, nei frutti di mare, e nel latte il bacillo sopravvive fino a 2 settimane, mentre nell’acqua dolce contaminata da altri batteri resiste soltanto due giorni. È inoltre inattivato da: essicamento, riscaldamento (cottura, ebollizione, pastorizzazione), dal pH acido e dai comuni disinfettanti.

Sintomi e segni

L’infezione decorre in forma subclinica nella maggior parte dei casi. La forma clinica del colera si manifesta dopo un breve tempo di incubazione, da poche ore a 5 giorni, ma generalmente è di 2-3 giorni; l’esordio è improvviso con l’emissione di una grandissima quantità di feci acquose (fino a 10-14 litri), le così dette “feci ad acqua di riso”, per la presenza di fiocchetti di vibrioni e muco in scariche incolori.

La perdita di grandi quantità di liquidi con la diarrea e con il vomito può provocare ipovolemia (diminuzione liquidi circolanti), ipotermia (temperatura corporea inferiore a 37°C), disidratazione, stato di shock e decesso. Possono manifestarsi nausea e crampi muscolari agli arti inferiori, mentre sono assenti febbre, dolori addominali e tenesmo rettale.

Se le perdite idro-elettrolittiche non vengono reintegrate, la morte sopraggiunge nel 50% dei casi per acidosi metabolica, insufficienza renale acuta o shock ipovolemico. Un’altra frequente complicazione soprattutto nei bambini è l’ipoglicemia. Con un tempestivo trattamento la letalità scende all’1%.

I fattori predisponenti alla manifestazione della malattia e alla comparsa delle complicanze comprendono un’elevata carica microbica nell’acqua o negli alimenti, un pH gastrico elevato, (terapie antiacide o antisecretorie, gastrectomia), malattie intestinali croniche, malnutrizione, disidratazione, alterazione della normale flora batterica intestinale e immunodepressione.

CONTAGIOSITA’

La contagiosità è legata alla presenza di V. cholerae nelle feci; generalmente il periodo di contagiosità si protrae per alcuni giorni dopo la guarigione clinica ma, talvolta, può instaurarsi uno stato di portatore cronico, con eliminazione dei germi da qualche settimana a qualche mese. Non sono rari, soprattutto in seguito ad infezione da V. cholerae El Tor, casi di infezione inapparente e di portatori sani, cioè di persone che, in assenza di qualsiasi sintomo, eliminano vibrioni con le feci per settimane e forse per mesi. Si stima che soltanto il 10% delle persone infette sviluppi i sintomi tipici della malattia con disidratazione moderata o grave.


Diagnosi

La diagnosi è clinica e può essere confermata tramite isolamento del vibrione dalle feci con esame microscopico (nelle zone endemiche) o tramite isolamento colturale ed identificazione sierologica dei vibrioni e ricerca della tossina colerica (nelle zone non endemiche).

 

 

Terapia

Cardine del trattamento del colera è la tempestiva ed adeguata reidratazione orale, mentre nei casi gravi per via endovenosa. Nei bambini di età inferiore ai 15 anni il supplemento con zinco riduce la durata e la gravità della diarrea. Nei casi moderato-severi un’appropriata terapia antibiotica (doxiciclina o in alternativa, in situazioni di antimicrobico-resistenza, azitromicina o ciprofloxacina) può accorciare la durata della diarrea, ridurre il volume necessario per la reidratazione, accorciare la durata di escrezione del vibrione.

Prevenzione


Le categorie a rischio di infezione da colera in particolare sono: operatori umanitari e sanitari, rifugiati e sfollati, viaggiatori diretti in aree endemiche o in cui si sta verificando un’epidemia attiva.

La prevenzione del colera e della sua diffusione si basa sull’interruzione della trasmissione fecale-orale garantendo sicurezza alimentare e dell’acqua potabile; una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti; e un’appropriata igiene, compreso il lavaggio delle mani con il sapone prima di preparare o consumare gli alimenti. I vibrioni del colera sono, infatti, estremamente sensibili all'azione dei comuni detergenti e disinfettanti.

Esistono ad oggi 3 vaccini orali inattivati prequalificati dall’OMS: Dukoral®, Shanchol™ ed Euvichol-Plus®. Il primo per i bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni, mentre gli altri due forniscono una protezione più duratura negli adulti e nei bambini di età maggiore di 6 anni.

La chemioprofilassi antibiotica è raramente raccomandata; spesso al momento in cui si identificano i contatti di un caso, le persone potrebbero aver già contratto l’infezione o hanno poche possibilità di contrarre la stessa dal caso in questione. Tuttavia, la chemioprofilassi delle popolazioni istituzionalizzate, come quelle in carcere, che potrebbero essere rapidamente raggiungibili a seguito dell’identificazione di un caso indice, è stata in passato portata a termine con successo. Gli stessi antibiotici utilizzati per il trattamento possono essere utilizzati per la chemioprofilassi prestando attenzione ai pattern di resistenza dei ceppi circolanti.

Per approfondire

WHO -  The Global Task Force on Cholera Control (GTFCC)

Public health surveillance for cholera Interim guidance  GTFCC February 2023.pdf

 

Regole di igiene

Il rischio di infezione per la maggior parte dei viaggiatori internazionali è estremamente basso, anche nei Paesi in cui sono attivi focolai di colera, purché si seguano adeguate misure preventive.

Le raccomandazioni igieniche di base WaSH (acqua sicura, servizi igienici di base e buona igiene) sono: 
  • bere solo acqua sicura, evitando l'acqua del rubinetto e i cubetti di ghiaccio; se non è possibile avere accesso ad acqua sicura, si possono usare pastiglie per la purificazione dell'acqua, cloramine, filtri portatili o la bollitura per rendere l'acqua potabile; se l'acqua è torbida/sporca, deve essere prima filtrata; 

  • lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone o con lozioni alcoliche per le mani, soprattutto prima di preparare gli alimenti, prima di mangiare e dopo essere andati in bagno o aver toccato superfici o oggetti che potrebbero essere sporchi; 

  • consumare solo alimenti sicuri, cucinandoli accuratamente e consumandoli caldi, coprendoli, separando gli alimenti crudi da quelli cotti, conservandoli a temperature sicure e utilizzando acqua e ingredienti crudi sicuri. È opportuno evitare frutta e verdura cruda proveniente da venditori ambulanti e frutti di mare crudi o poco cotti.

Per approfondire

WHO -  The Global Task Force on Cholera Control (GTFCC)

Public health surveillance for cholera Interim guidance  GTFCC February 2023.pdf

 


 

 


Data di pubblicazione: 26 giugno 2015 , ultimo aggiornamento 9 maggio 2024



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