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Varicella

Descrizione

La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa provocata da un virus a DNA, il virus Varicella zoster (VZV), appartenente alla famiglia degli Herpesvirus.
Insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite, la varicella è annoverata fra le malattie contagiose dell’infanzia, che nella maggioranza dei casi colpiscono i bambini tra i 5 e i 10 anni. 

L’uomo è l’unico serbatoio noto di questo virus: la malattia si trasmette quindi soltanto da uomo a uomo.

E' in genere una malattia benigna, che guarisce nel giro di 7-10 giorni. Tende ad avere un decorso più aggressivo nell’adolescente e nell’adulto. Nel 10-20% dei casi la varicella è seguita a distanza di anni dall’herpes zoster (HZ o fuoco di Sant’Antonio), una manifestazione locale della riattivazione del virus rimasto latente nei gangli sensitivi dei nervi dorsali o nel ganglio stellato, stazioni che il virus invade nel corso dell’infezione primaria.

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Come si trasmette

La varicella è una delle malattie infettive più contagiose, soprattutto nei primi stadi dell’eruzione.
La trasmissione avviene per via aerea mediante le goccioline respiratorie diffuse nell’aria, quando una persona affetta tossisce o starnutisce, o tramite contatto diretto con lesione da varicella o zoster o con il liquido vescicolare se presente su vestiti, superfici e giocattoli.


Sintomi e segni

Dopo un periodo di incubazione di 2 o 3 settimane (solitamente 13-17 giorni), la malattia esordisce con un’eruzione cutanea maculo-papulosa (rash), accompagnata da febbre, di solito di lieve entità, e malessere generale.
Per 3-4 giorni le piccole papule rosa pruriginose compaiono su testa, tronco, viso e arti, a gittate successive (quadro a cielo stellato). Le papule evolvono in vescicole, in pustole e infine in croste granulari, destinate a cadere.

Di solito le persone colpite da varicella presentano complessivamente da 250 a 500 elementi, ma si possono avere casi di malattia in cui sono presenti soltanto pochissime lesioni, così da far passare questi quasi inosservati, cosi come sono possibili forme severe e complicate di varicella.

Il periodo di contagiosità, che può essere prolungato in caso di soggetti con alterazione dell’immunocompetenza, va in genere da 24-48 ore prima della comparsa dell’esantema, fino a che tutte le vescicole siano divenute croste, usualmente da 3 a 7 giorni dall’inizio dell’esantema stesso.

La varicella è in genere una malattia benigna, che guarisce nel giro di 7-10 giorni. La malattia tende ad avere un decorso più aggressivo nell’adolescente e nell’adulto.

Complicanze

Le complicanze più frequenti della varicella comprendono le superinfezioni batteriche, trombocitopenia, artriti, polmoniti, epatiti, meningoencefaliti. 
Le manifestazioni esantematiche estese e le complicazioni della varicella sono di gran lunga più frequenti tra gli adolescenti e gli adulti e nelle persone immunocompromesse di tutte le età, rispetto a quanto si osserva nei bambini.
La varicella in corso di gravidanza costituisce un importante problema per possibili gravi complicanze, sia a carico della madre che del prodotto del concepimento, quali:

  • varicella grave della madre, particolarmente se l'infezione è contratta nel terzo trimestre di gravidanza;
  • varicella neonatale grave, disseminata, spesso ad esito letale (30), se la madre sviluppa la malattia nel periodo che va da 5 giorni prima a 2 giorni dopo il parto;
  • sindrome da varicella congenita nel bambino la cui madre contrae la varicella tra l’8° e la 20° settimana di gestazione, che provoca disabilità fisiche e di apprendimento permanenti nel neonato.

Nel 10-20% dei casi la varicella è seguita a distanza di anni dall’herpes zoster (HZ), una manifestazione locale della riattivazione del virus rimasto latente nei gangli sensitivi dei nervi dorsali o nel ganglio stellato, stazioni che il virus invade nel corso dell’infezione primaria.

Le cause scatenanti la riattivazione non sono chiare, tuttavia è noto che queste sono più frequenti negli anziani o nei pazienti con deficit acquisiti o congeniti dell’immunità cellulare.

Diagnosi

La diagnosi della varicella è essenzialmente clinica.
L'accertamento viene effettuato isolando il virus dalle vescicole.
E' possibile ricercare gli anticorpi specifici.

 

Terapia

Generalmente la terapia della varicella è solo sintomatica.
Per alleviare il prurito si può cospargere la cute con il talco mentolato all'1% e somministrare per bocca un farmaco antistaminico.

Per la febbre elevata si può usare un farmaco antipiretico, non a base di acido acetilsalicilico (aspirina), perché aumenta il rischio di sindrome di Reye. Può andare bene il paracetamolo ad esempio.

E' consigliabile far indossare al bambino biancheria di cotone e tenere le unghie delle mani pulite e corte per evitare graffiamenti.
Nei casi più a rischio di complicanze (adolescenti, persone con malattie respiratorie croniche o in trattamento con steroidi) il medico può prescrivere un farmaco antivirale (acyclovir).

Prevenzione

La vaccinazione

La varicella può essere prevenuta con la vaccinazione; viene utilizzato un vaccino monovalante o combinato (quadrivalente, morbillo- parotite-rosolia-varicella).

Il ciclo vaccinale è costituito da due dosi. Nel bambino, il calendario vaccinale prevede una prima dose ai 12 mesi compiuti e la seconda ai 5 anni compiuti.

La profilassi post-esposizione con aciclovir orale (antivirale) o con immunoglobuline può essere utilizzata per la prevenzione della varicella secondaria nei soggetti suscettibili a rischio di complicanze della malattia.

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Data di pubblicazione: 11 gennaio 2013 , ultimo aggiornamento 12 novembre 2024



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