Armonizzare le strategie vaccinali in atto nel nostro Paese e garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per la popolazione generale. Sono alcuni degli obiettivi del Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014, approvato con Intesa Stato-Regioni nella seduta del 22 febbraio 2012 e pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 12 marzo.
Novità
Ecco le principali novità relative al calendario vaccinale 2012-2014:
Il nuovo Piano dà rilievo alla garanzia dell’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie, sottolineando contestualmente i livelli di copertura ideali da raggiungere. Tra gli obiettivi indicati è presente anche il mantenimento della sorveglianza epidemiologica attiva da realizzare mediante le anagrafi vaccinali che, come specificato nel documento, dovranno essere soggette ad un processo di informatizzazione.
In considerazione del fatto che il mancato rispetto di obiettivi vaccinali da parte anche di una sola Regione può avere ripercussioni sulla salute complessiva della popolazione nazionale, le Regioni dichiarate inadempienti, anche per un solo obiettivo vaccinale specifico, devono presentare entro un limite massimo di 90 giorni un apposito piano contenente la descrizione degli interventi che la Regione intende adottare per rispettare l’adempimento.
Il documento definisce, tra l’altro, il processo decisionale e i criteri, evindence based, per l’introduzione di nuovi vaccini nel calendario nazionale, tenendo in considerazione, oltre agli aspetti di efficacia, sicurezza e sostenibilità economica del vaccino, per appurare se esso rappresenti una priorità di Sanità Pubblica, anche le problematiche di politica vaccinale e le questioni di carattere programmatico, e, quindi, anche di sostenibilità della vaccinazione da parte del sistema.
Nel documento sono, inoltre, declinate, in capitoli specifici, le vaccinazioni indicate per i soggetti ad alto rischio e le vaccinazioni per gli operatori sanitari.
Contesto
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2012-2014 muove dal mutato contesto istituzionale e dalla necessità di strategie condivise, efficaci ed omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale.
La Legge costituzionale recante "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione" (art. 117) e la nostra Costituzione (l’art. 32 definisce la "tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività") prevedono che lo Stato formuli i principi fondamentali in materia di strategie vaccinali, ma non intervenga sulle modalità di attuazione di principi ed obiettivi, perché ciò rientra nella competenza esclusiva delle Regioni; viene salvaguardata, in tal modo, la stretta interdipendenza tra Stato e Regioni.
Già il Piano Nazionale Vaccini 2005-2007, adattandosi alla nuova realtà aperta proprio dalla modifica del titolo V della Costituzione, nel tentativo importante di coordinamento tra le diverse istanze delle Regioni e le necessità complessive del Paese, forniva indicazioni per mantenere un coordinamento delle strategie vaccinali, pur nel rispetto dell’autonomia regionale prevista, con la possibilità di poter offrire apertura all’introduzione di "nuovi" vaccini (antipneumococco coniugato, antimeningococco C, antivaricella) nel Paese, con la gradualità e la programmazione necessaria ed opportuna.
Di fatto, però, in merito alle coperture vaccinali la situazione non è completamente soddisfacente potendosi osservare non trascurabili differenze tra le Regioni e, talora, anche tra le ASL di una stessa Regione, per i vaccini antipolio, antidifterite, antitetano, antiepatite B, antipertosse, anti-HIb, antimorbillo-parotite-rosolia, previsti dal Calendario nazionale per l’infanzia (2005-2007) ed inclusi nei LEA.
Inoltre, in merito all’offerta dei cosiddetti "nuovi" vaccini, si è venuta a creare nel Paese una situazione di forte eterogeneità, con la stessa vaccinazione offerta gratuitamente a tutti i nuovi nati in alcune Regioni e solo ad alcuni soggetti a rischio in altre o, addirittura, con differenze all’interno della stessa Regione, per i diversi comportamenti delle singole ASL.
Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV) 2012-2014 costituisce il documento di riferimento ove si riconosce, come priorità di sanità pubblica, la riduzione o l’eliminazione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino, attraverso l’individuazione di strategie efficaci e omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale. Il Piano si prospetta, inoltre, come guida alla pianificazione delle strategie di sanità pubblica per la promozione della salute.
Obiettivo generale
Armonizzare le strategie vaccinali in atto nel nostro Paese, al fine di garantire equità nella prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione, superando i ritardi e le insufficienze presenti e assicurando parità di accesso alle prestazioni vaccinali da parte di tutti i cittadini.
Obiettivi specifici
Per calendario delle vaccinazioni si intende la successione cronologica con cui vanno effettuate le vaccinazioni.
Il calendario costituisce un’utile guida per gli operatori sanitari dei servizi vaccinali, i pediatri e i medici di medicina generale e anche per i genitori, ma rappresenta, soprattutto, lo strumento per rendere operative le strategie vaccinali.
Nel predisporre l’attuale calendario vaccinale si sono seguiti alcuni semplici principi:
Il calendario è costantemente aggiornato tenendo conto delle conoscenze scientifiche, della situazione epidemiologica delle diverse malattie e della sua evoluzione delle esigenze organizzative e delle nuove preparazioni vaccinali messe a disposizione dall’industria.
Ecco il calendario delle vaccinazioni offrerte attivamente e gratuitamente a tutta la popolazione.
Vaccino | Nascita | 3° mese | 5° mese | 6° mese | 11° mese | 13° mese | 15° mese | 5-6 anni | 11-18 anni | > 65 anni | Ogni 10 anni |
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Difterite-Tetano-Pertosse | DTPa | DTPa | DTPa | DTPa1 | dTpa | dT2 | |||||
Poliomielite | IPV | IPV | IPV | IPV | |||||||
Epatite B | HBV3 | HBV | HBV | HBV | |||||||
Haemophilus Influenzae b | Hib | Hib | Hib | ||||||||
Morbillo-Parotite-Rosolia | MPR | MPR | MPR4 | ||||||||
Pneumococco | PCV | PCV | PCV | ||||||||
Meningococco C | Men C5 | Men C5 | |||||||||
Infezione papillomavirus umano | HPV6 (3 dosi) | ||||||||||
Influenza | Influenza | ||||||||||
Varicella | Var7 (2 dosi) |
Note
Fonte: Piano nazionale prevenzione vaccinale 2012-2014
Le vaccinazioni erano considerate fino a non molti anni fa misure preventive da riservare alla popolazione in età pediatrica, nella quale si verificavano tradizionalmente la maggior parte dei casi di malattie verso le quali l’immunizzazione era diretta.
Lo scenario epidemiologico è oggi radicalmente mutato. Mentre il mantenimento di elevate coperture nei bambini continua a garantire il controllo delle più pericolose malattie in età infantile, l’incremento della speranza di vita verificatosi nel nostro Paese negli scorsi decenni ha importanti conseguenze:
Per questi motivi, al fine di garantire alla popolazione generale condizioni di vita per quanto possibile in ottimo stato di salute fino ad età avanzate, e per consentire la protezione da gravi complicanze infettive in malati cronici, risulta opportuno fornire nel presente documento indicazioni univoche in merito alle vaccinazioni indicate in ogni età per i soggetti appartenenti a gruppi a maggior rischio di ammalare, di avere gravi conseguenze in caso di malattia oppure di trasmettere ad altri la malattia stessa.
Particolare attenzione va posta per il potenziamento della rilevazione delle coperture vaccinali nelle popolazioni a rischio con conseguente definizione dei denominatori da utilizzare per il calcolo di tali coperture.
Vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia
In accordo con il Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, si raccomanda che la vaccinazione sia attiva e gratuita per tutti gli adulti non immuni anche per una sola delle tre malattie oggetto della vaccinazione. I soggetti adulti non immuni devono essere vaccinati in tutte le occasioni opportune.
Al fine di ridurre il rischio di casi di rosolia in gravidanza e di rosolia congenita, deve essere proposta la vaccinazione a tutte le donne in età fertile che non hanno una documentazione di vaccinazione o di sierologia positiva per rosolia (procrastinando la possibilità di intraprendere una gravidanza per 1 mese); nello specifico, devono essere approntati specifici programmi per vaccinare:
Vaccinazione contro la varicella
Si raccomanda che la vaccinazione sia offerta ai seguenti gruppi di popolazione, elencati in ordine di priorità:
Vaccinazione anti-influenzale
È raccomandata per le categorie di soggetti indicate annualmente dalla Circolare emanata dal Ministero della salute (vedi elenco).
Vaccinazione contro l’epatite A
Il vaccino deve essere offerto alla popolazione adulta secondo indicazioni cliniche, epidemiologiche, comportamentali o occupazionali.
Vaccinazione contro l'epatite B
Oltre alla vaccinazione di tutti i nuovi nati prevista nel calendario vaccinale, per la quale non vi sono dosi di richiamo (booster), si raccomanda l’offerta gratuita ai seguenti soggetti mai vaccinati:
Vaccinazione anti-meningococcica
Oltre alla vaccinazione prevista nell’età evolutiva (a 13-15 mesi e nell’adolescenza), per la quale allo stato attuale non è prevista una dose di richiamo (booster), si raccomanda l’identificazione e l’immunizzazione, con vaccino antimeningococco coniugato , dei soggetti a rischio di infezione invasiva meningococcica perché affetti dalle seguenti patologie o per la presenza di particolari condizioni di vita:
Vaccinazione anti-meningoencefalite da zecca (TBE)
La vaccinazione è raccomandata per la popolazione residente in aree a rischio (valutando la situazione epidemiologica) e soggetti professionalmente esposti.
Vaccinazione anti-pneumococcica
La vaccinazione è consigliata ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre la malattia per la presenza di patologie o condizioni predisponenti:
Il vaccino polisaccaridico 23 valente non coniugato è sconsigliato al di sotto dei 2 anni di età per la scarsa capacità immunizzante di questo vaccino in tale fascia d’età.
Il vaccino 13 valente coniugato non è attualmente indicato al di sopra dei 5 anni di età, ma è attesa l’estensione all’età adulta.
Vaccinazione anti haemophilus influenzae tipo b
La vaccinazione viene offerta attivamente a tutti i nuovi nati.
E’ consigliata ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre forme invasise da HIB per la presenza di patologie o condizioni predisponenti:
Gli operatori sanitari, a causa del loro contatto con i pazienti e con materiale potenzialmente infetto, sono a rischio di esposizione a malattie infettive prevenibili con la vaccinazione.
L’obiettivo di un adeguato intervento di immunizzazione nel personale sanitario è fondamentale per la prevenzione e il controllo delle infezioni.
Programmi di vaccinazione ben impostati possono, infatti, ridurre in modo sostanziale il numero degli operatori suscettibili e i conseguenti rischi sia di acquisire pericolose infezioni occupazionali, sia di trasmettere patogeni prevenibili con la vaccinazione ai pazienti o ad altri operatori.
La base legislativa delle vaccinazioni negli operatori sanitari è il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, che all’articolo 279 recita:
Il medico competente dell’azienda dalla quale l’operatore sanitario è dipendente è, pertanto, responsabile dell’identificazione e dell’esecuzione delle vaccinazioni che devono essere effettuate al personale sanitario.
In altri casi (es. vaccinazione anti-influenzale) l’immunizzazione attiva riveste un ruolo, non soltanto di protezione del singolo operatore, ma soprattutto di garanzia nei confronti dei pazienti, ai quali l’operatore potrebbe trasmettere l’infezione determinando gravi danni e persino casi mortali.
Partendo da tali considerazioni, a tutti gli operatori sanitari e studenti dei corsi di laurea e di diploma dell’area sanitaria sono fortemente raccomandate le seguenti vaccinazioni:
Vaccinazione anti-epatite B
L’epatite B rappresenta l’infezione per cui il rischio professionale per l’operatore sanitario è massimo, ed è quindi indispensabile che la vaccinazione sia effettuata a tutti, possibilmente prima di iniziare le attività a rischio.
Sono somministrate 3 dosi di vaccino ai tempi 0, 1 e 6-12 mesi.
Qualora si sia immediatamente esposti al rischio di infezione, è possibile effettuare la vaccinazione con una schedula rapida a 4 dosi (0, 1, 2, 12 mesi), che garantisce elevate probabilità di risposta protettiva già dopo le prime 3 dosi.
Si ricorda inoltre la necessità di verificare l’avvenuta sieroconversione (presenza di anticorpi anti-HBs) un mese dopo l’esecuzione dell’ultima dose (secondo quanto disposto dal Decreto ministeriale 20 novembre 2000, art.4), per avere certezza dell’instaurazione della memoria immunologica.
Agli studenti dei corsi dell’area sanitaria e agli operatori sanitari nati dal 1980 in poi, che si presume siano stati sottoposti a vaccinazione anti-epatite B al dodicesimo anno di età, si raccomanda l’esecuzione del test per verificare il livello di anti-HBs prima di iniziare le attività a rischio. Un risultato positivo testimonia la presenza della memoria immunologica e non necessita di ulteriori interventi.
Al contrario, ai soggetti che risultano negativi al test si raccomanda l’effettuazione di una sola dose di vaccino e un nuovo controllo anticorpale a distanza di un mese.
La positività di anti-HBs indica la presenza di memoria immunologica, la sua persistente negatività indica la necessità di completare il ciclo vaccinale con ulteriori due dosi, seguite da un nuovo controllo sierologico a distanza di un mese.
Ai soggetti non rispondenti ad un ciclo vaccinale, è possibile somministrare fino a 3 ulteriori dosi (ai tempi 0, 1, 6 mesi) per tentare di conferire protezione all’operatore.
Recentemente è stato proposto un nuovo schema vaccinale per i non rispondenti, che prevede la somministrazione di 2 dosi simultaneamente nei due muscoli deltoidi, seguita da analoga somministrazione dopo 2 mesi, e controllo sierologico per verificare l’eventuale siero-conversione (anti-HBs ≥10 mUI/ml) a distanza di ulteriori due mesi.
Vaccinazione anti-influenzale
Questa vaccinazione, oltre alla salvaguardia della salute del singolo, ha il duplice scopo di proteggere i pazienti con cui l’operatore può venire a contatto e ai quali può trasmettere l’infezione, e di evitare l’interruzione di servizi essenziali di assistenza, in caso di epidemia influenzale.
Per tale ragione è necessario che ogni azienda sanitaria promuova attivamente tutte le iniziative ritenute idonee ad incrementare l’adesione alla vaccinazione da parte dei propri operatori e degli studenti dei corsi durante l’annuale campagna vaccinale che si svolge nella stagione autunnale.
Vaccinazione anti-morbillo, parotite, rosolia (MPR)
L’età di incidenza di queste infezioni è progressivamente aumentata negli ultimi anni, tanto che sono sempre più frequenti le descrizioni di epidemie nosocomiali da tali agenti infettivi. La vaccinazione con MPR degli operatori sanitari suscettibili è indispensabile, sia per evitare danni all’operatore stesso (da ricordare la pericolosità del morbillo nell’adulto e della rosolia per le donne in età fertile), sia per evitare la possibile trasmissione di agenti infettivi ai pazienti e di sostenere pertanto epidemie nosocomiali. Si rammenta che la vaccinazione deve essere somministrata in due dosi distanziate di almeno 4 settimane, e che, per tutte queste malattie, il ricordo di aver avuto la malattia non può essere considerato affidabile. In particolare, per la rosolia è necessario avere documentazione sierologica di immunità. La vaccinazione può essere effettuata anche in caso di suscettibilità ad una soltanto delle 3 malattie prevenute dal vaccino MPR.
Vaccinazione anti-varicella
La presenza di fasce di suscettibilità alla varicella tra gli adulti (età nella quale l’infezione può assumere caratteri di maggiore gravità) e la descrizione dell’insorgenza di diverse epidemie nosocomiali rende necessario proporre attivamente questa vaccinazione a tutti gli operatori sanitari suscettibili (in questo caso ci si può affidare al ricordo di aver già avuto la malattia in passato). La vaccinazione va effettuata in due dosi distanziate di almeno 4 settimane.
Vaccinazione anti-tubercolare (BCG)
Il DPR 465/2001 ha drasticamente limitato le indicazioni di uso di questa vaccinazione ai soli operatori sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi di bacilli tubercolari multi-farmaco-resistenti, oppure che operino in ambienti ad alto rischio e non possano, in caso di cuticonversione, essere sottoposti a terapia preventiva, perché presentano controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici.
Vaccinazione anti-pertosse
Per la protezione del neonato è consigliabile per gli operatori dei reparti ostetrici e del nido un richiamo con dTaP, così come lo è per tutte le altre figure che accudiscono il neonato.
Data di pubblicazione: 5 aprile 2012 , ultimo aggiornamento 5 ottobre 2015