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Virus Ebola: in agenda alla Riunione dei Ministri UE a Milano

Immagine raffigurante dei medici

Riunione dei Ministri della Salute europei, 22-23 settembre: Ebola all'ordine del giorno

L’epidemia di Ebola in Africa è all’ordine del giorno della Riunione informale dei Ministri della Salute che si terrà a Milano il 22-23 settembre, nell’ambito del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea.

Caso sospetto nelle Marche del 9 settembre 2014, era malaria

In merito al caso sospetto di malattia da virus Ebola (MVE) nelle Marche relativo ad una persona di ritorno dalla Nigeria, gli accertamenti hanno scongiurato la presenza della malattia. La paziente non è stata contagiata dal virus Ebola, ma è risultata affetta da malaria.
In questo, come in tutti i casi sospetti di Ebola, sono state attivate tutte le procedure previste dalle circolari emanate da questo Ministero, in linea con le indicazioni internazionali e recepite a livello regionale, tra le quali l’invio di campioni biologici all’INMI Spallanzani di Roma per le prescritte analisi di laboratorio.
Tali procedure mirano alla tutela, oltre che del personale sanitario che pratica l’assistenza diretta al paziente, della collettività e alla migliore gestione clinica del caso, con criteri di sicurezza ambientale, nonché alla sorveglianza di eventuali contatti. Negli ultimi due mesi sono stati segnalati casi sospetti di MVE da diverse regioni, in base ai criteri indicati da OMS ed ECDC, quali l’insorgenza di alcuni sintomi e la provenienza geografica da aree affette. Tutti questi casi sono poi risultati negativi ai test di laboratorio per virus Ebola.

Il punto della situazione internazionale: missione di emergenza dell'ONU

L'8 agosto 2014, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sulla base del parere del suo Comitato di Emergenza, ha dichiarato che la malattia virus Ebola, attualmente diffusa in forma epidemica in Stati dell’Africa Occidentale, costituisce un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, ed in conformità al Regolamento Sanitario Internazionale ha emanato raccomandazioni temporanee per la gestione dell’evento.

Il 18 settembre il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato una risoluzione per espandere la risposta globale alla diffusione di Ebola definita “una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale”. Il documento, che chiede di non isolare i Paesi colpiti, è stato sponsorizzato da 134 Paesi, un record nei 69 anni della storia delle Nazioni Unite, tra questi l’Italia, è stato approvato all’unanimità.

Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha quindi annunciato una nuova missione di emergenza delle Nazioni Unite (Unmeer) per coordinare la lotta contro la malattia e inviare personale in Africa. Le priorità strategiche della missione saranno quelle di fermare la diffusione della malattia, curare i pazienti infetti, garantire servizi essenziali, preservare la stabilità e prevenire la diffusione nei Paesi dove il virus non si è ancora diffuso.  I primi team di Unmeer arriveranno nella regione a fine settembre.

La missione segue l’appello del Parlamento Europeo all’ONU di intervenire e all’annuncio degli Usa di una missione con 3mila soldati in Africa.

Per approfondire leggi la FAQ n. 17.

Le misure in Italia

In Italia sono state attivate tutte le possibili misure di preparazione e risposta a livello nazionale, regionale e locale, nell’evenienza che si debba gestire un sospetto caso di EVD. Sono state adottate, le misure di profilassi internazionale, nei porti ed aeroporti, attraverso i competenti uffici di questo Ministero, dislocati su tutto il territorio, per informare i cittadini che provengano da aree geografiche affette dalla malattia, sugli eventi che possono aver rappresentato un fattore di rischio per contrarre l’infezione e come comportarsi nel caso dovessero accusare i sintomi della malattia. Inoltre, pur raccomandando di posticipare i viaggi non strettamente necessari verso le aree geografiche affette da EVD, ai viaggiatori che dovessero recarvisi sono fornite informazioni sulle misure igieniche da osservare e quali comportamenti a rischio evitare per prevenire l’infezione. Se invece qualcuno a bordo, durante il viaggio, manifestasse sintomi di malattia, il caso sarà gestito secondo un’ordinanza degli Usmaf di Fiumino e Milano che prevede il comportamento del personale di volo fino all’intervento dell’autorità sanitaria aerea o marittima per il trasporto in biocontenimento del paziente ad idonea struttura ospedaliera.

Nella gestione di un caso sospetto di EVD - che, per essere definito tale deve presentare, contemporaneamente, sia il criterio clinico della febbre [>38°C] che:

  1. aver visitato un Paese affetto da malattia da virus Ebola nei precedenti 21 giorni, oppure
  2. aver curato, o essere entrato in contatto con i fluidi corporei o con campioni clinici di persone malate, vive o decedute, o con animali, vivi o morti, considerati serbatoi del virus che causa la malattia

Il Ministero della Salute ha fornito indicazioni agli Assessorati alla Sanità e ulteriori raccomandazioni sono in corso di elaborazione, anche in relazione all’evolversi della situazione epidemiologica dell’epidemia di EVD nell’Africa occidentale.
Il sistema di sanità pubblica del Paese è già presente e consolidato e funziona correntemente per la risposta al verificarsi di casi sporadici o focolai di malattie che richiedono tempestivi interventi di profilassi per la prevenzione ed il controllo del diffondersi delle infezioni.
Anche nel caso di particolari minacce per la salute, il sistema di sanità pubblica è in grado di rispondere, in base alle indicazioni centrali, al loro contenimento, essendo presenti, sul territorio, due strutture dotate di laboratori di massima sicurezza e di stanze ad alto isolamento (INMI Spallanzani di Roma, Ospedale Sacco di Milano), nonché il protocollo per il trasporto in alto biocontenimento di pazienti affetti da febbri emorragiche virali.

Le cause di febbre in viaggiatori al rientro da paesi endemici per malattie che esordiscono con questo sintomo, sono molteplici. La diagnosi di Ebola, pertanto, in persone che presentano febbre e rispondono al criterio epidemiologico di possibile esposizione ad un caso, deve essere valutata nell’ambito delle possibili diagnosi differenziali (malaria, dengue, salmonellosi, per citarne alcune).

Il ministro Lorenzin: no a inutili allarmismi

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha risposto nel Question time del 6 agosto a Montecitorio sugli interventi di prevenzione in relazione all'epidemia di ebola diffusasi in Africa occidentale e sulle iniziative volte a contrastare l'arrivo e la diffusione del virus nel territorio nazionale e nei Paesi limitrofi. In particolare, il Ministro ha denunciato la diffusione via internet di false informazioni sulla diffusione del virus nel nostro Paese. In serata, la polizia postale, allertata dallo stesso Ministro, ha portato all'identificazione e alla denuncia dell’autore del falso allarme sulla presenza di casi di Ebola a Lampedusa e alla cancellazione della falsa notizia da oltre 27.000 profili Facebook.

Il parere del prof. Aldo Morrone: "Non c'è nessun pericolo in Italia per la diffusione del virus Ebola"

"Non c'è nessun pericolo in Italia per la diffusione del virus Ebola". A parlare è il professor Aldo Morrone, tra i medici italiani più esperti di malattie tropicali e in particolare africane. "Il nostro Paese, già da dicembre 2013, durante la prima epidemia documentata di malattia da virus Ebola in Africa occidentale, ha attivato, in collaborazione con gli uffici dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'ECDC, European Center for Desease Control, il Centro europeo di controllo per le malattie con sede a Stoccolma, la rete di sorveglianza internazionale e di sentinella epidemiologica. E' stato fatto proprio per contrastare l'ipotetica diffusione di qualsiasi virus che potesse arrivare, Ebola compreso, sul nostro territorio. Non c'è nessun possibile innesco di un focolaio epidemico".

 

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Data di pubblicazione: 19 settembre 2014 , ultimo aggiornamento 2 ottobre 2014


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