Home / Privacy della persona con Hiv

Privacy della persona con Hiv


immagine di una persona che esamina un documento


Tutto ciò che riguarda la sfera personale di ciascuno è oggetto di tutela. Questo principio è fondamentale quando si parla di infezione da Hiv, essendo spesso le persone sieropositive vittime di discriminazione, criminalizzazione, emarginazione. Tali atteggiamenti provocano danni psicologici, che normalmente si associano ai danni alla salute.

La riservatezza, diritto inalienabile di ogni persona nell'ordinamento italiano, riguarda anche il minore e il suo stato infettivologico, che non deve essere rivelato a coloro con cui egli abbia rapporti di assistenza, educazione e socializzazione. Fanno eccezione alcune ben determinate categorie di persone, come gli esercenti la patria potestà o persone da loro delegate a seguire il minore nelle vicende sanitarie connesse all'Hiv o l'autorità giudiziaria, che interviene nell'interesse del minore o le persone da essa autorizzate.

Il rispetto della privacy e il segreto professionale

All'atto di richiedere il rilascio di un documento di qualunque tipo (impegnativa, ricetta, questionario per motivi di lavoro, richieste varie) occorre verificare che tale documento sia formulato in modo da non essere discriminante nei confronti delle persone con Hiv.

Quando si sospetta di avere subito un'ingiustizia o una discriminazione è possibile rivolgersi ad associazioni impegnate nella difesa dei diritti delle persone con Hiv/Aids. Le motivazioni del segreto professionale si fondano sul rispetto della persona umana, della sua dignità e dei suoi diritti, riconosciuti dalla Costituzione italiana.

Il vincolo del segreto professionale deve essere mantenuto per il rispetto dovuto alla persona umana, alla sua dignità e ai suoi diritti. Nei casi di conflitto fra etica e diritto positivo, all'etica va riconosciuta priorità rispetto al diritto.

Il test Hiv

Ecco di seguito alcuni degli aspetti principali connessi alla tutela della privacy relativi al test Hiv, disciplinati dalla Legge 135 del giugno 1990:

  • sottoporsi al test Hiv è un atto volontario e per la sua esecuzione è necessario il consenso esplicito della persona interessata, che deve preliminarmente essere informata sul significato dell'esame e dell'eventuale esito
  • il ricovero in ospedale non autorizza gli operatori sanitari a sottoporre a screening i pazienti
  • le persone che si sottopongono al test hanno diritto all'anonimato
  • il risultato dell'esame deve essere comunicato esclusivamente al diretto interessato evitando la comunicazione dell'esito per telefono o lettera
  • in caso di minori l'autorizzazione all'esecuzione dell'esame deve essere data dai genitori o da chi esercita la patria potestà
  • anche in carcere, il test Hiv non può essere effettuato senza l'autorizzazione dell'interessato
  • al lavoratore o alla persona che effettua una selezione per l'assunzione non può essere chiesto di sottoporsi all'esecuzione del test Hiv
  • non si possono effettuare test Hiv durante la visita di leva o il servizio militare.

Per approfondire



Data di ultimo aggiornamento 30 novembre 2023



Condividi

Tag associati a questa pagina

Argomenti correlati