Per insufficienza respiratoria s’intende l’incapacità del sistema respiratorio di assicurare un’adeguata ossigenazione del sangue e/o di assicurare un efficiente eliminazione dell’anidride carbonica (CO2) nell’ambiente esterno.
Si parla di insufficienza respiratoria ipossiemica (tipo I o parziale) quando la concentrazione di ossigeno nel sangue è bassa. L’Insufficienza respiratoria di tipo I è la forma più comune, si può riscontrare in tutte le condizioni patologiche che coinvolgano i polmoni in fase iniziale.
Quando anche i livelli di anidride carbonica nel sangue sono elevati si parla di insufficienza respiratoria ipossiemica e ipercapnica (tipo II o totale). In questo caso, soprattutto nelle forme gravi e in quelle a rapida insorgenza, l’eccesso di anidride carbonica presente rende acido il sangue (cioè il pH del sangue arterioso è inferiore a 7,35).
In una prima fase i reni tentano di tamponare compensare questo eccesso di acidità, mettendo in circolo dei bicarbonati. Quando anche questo meccanismo di compenso diventa insufficiente, compare l’acidosi respiratoria, condizione che rappresenta un'emergenza medica.
La forma di tipo II si può riscontrare in patologie toraco-polmonari a carattere ostruttivo (forme gravi di broncopneumopatia cronica ostruttiva e di asma, enfisema, polmoniti), o restrittivo (forme avanzate di fibrosi polmonare e patologie che causano scarsa ventilazione polmonare come gravi deformità della gabbia toracica, malattie neuromuscolari, obesità grave, avvelenamenti/overdose di droghe o farmaci con depressione dei centri respiratori, danni cerebrali).
Si distinguono forme di insufficienza respiratoria acuta (cioè a insorgenza rapida e improvvisa) e cronica (cioè che si manifesta progressivamente per stabilizzarsi o evolvere nel tempo). Queste ultime possono improvvisamente riacutizzarsi per un evento intercorrente (es. un’infezione delle vie aeree).
I sintomi dell’insufficienza respiratoria variano a seconda della causa che ha provocato la malattia. Comuni a tutte le condizioni sono:
La diagnosi di Insufficienza respiratoria si basa sia sulla valutazione del medico (anamnesi ed esame obiettivo) sia sull’esecuzione di esami strumentali e test di laboratorio a supporto della presunta diagnosi.
A seconda dei casi il percorso diagnostico può comprendere:
Il trattamento dell’Insufficienza respiratoria dipende dalla condizione che ne ha determinato l’origine. In generale, gli obiettivi della terapia sono l’aumento dell’ossigenazione e la diminuzione dell’anidride carbonica nel sangue attraverso il miglioramento dello scambio dei gas a livello degli alveoli polmonari.
A seconda dei casi, la terapia può comprendere:
L’incidenza delle forme di insufficienza respiratoria (IR) acuta è circa di 77-88 casi su 100.000 abitanti con valori superiori nelle persone di mezza età e molto elevati negli anziani per cause di tipo respiratorio nel 50% dei casi e cardiocircolatorio nel 25%.
La mortalità ospedaliera raggiunge tassi elevati fino al 35-50% per Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS).
La presenza di IR è molto frequente nelle malattie respiratorie croniche e compare nel 57% dei ricoveri per broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO), nei quali la mortalità intraospedaliera è pari al 13% e si riduce al 7% nelle strutture pneumologiche e nelle Unità Terapia Intensiva Respiratoria pur con ampio utilizzo della ventilazione non invasiva oltre a quella invasiva.
Nell’ultimo decennio in Italia si osserva un aumento costante dei DRG che comprendono la casistica con insufficienza respiratoria (DRG 87, 475 o 565 e 566, 483 o 541 e 542) e le procedure di ventilazione ed ossigenoterapia fino al 30% circa dei ricoveri per patologia respiratoria.
Per prevenire l’insufficienza respiratoria è fondamentale il controllo dei fattori di rischio e in particolare si raccomanda di:
Data di pubblicazione: 20 marzo 2013 , ultimo aggiornamento 9 febbraio 2022