Il 25 novembre si celebra nel mondo l'International Day for the Elimination of Violence against Women - Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne -, una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che in questa data invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani.
Anche quest'anno “Orange the World” - Colora il mondo di arancione è il tema centrale della campagna promossa da UN Women, organizzazione delle Nazioni Unite dedicata all'uguaglianza di genere e all'emancipazione delle donne e da UNiTE che ha proclamato il 25 di ogni mese “Orange Day”, una giornata per sensibilizzare e agire per porre fine alla violenza contro donne e ragazze. “UNITE! Invest to prevent violence against women and girls” – “Investire per prevenire la violenza contro le donne e le ragazze” è il tema specifico per la Giornata 2023. #NoExcuse.
Come negli anni precedenti la Giornata Internazionale lancia anche 16 giorni di attivismo che si concluderanno il 10 dicembre con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani.
La prevenzione e il contrasto dei fenomeni di violenza e abuso costituiscono una priorità per il Ministero della salute, che nel quadro delle celebrazioni per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ha organizzato un evento nel corso del quale sono stati illustrati i risultati di una indagine conoscitiva sullo stato di attuazione delle “Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza.
Uno dei luoghi in cui più frequentemente è possibile intercettare le vittime di violenza è il Pronto Soccorso. E’ qui che le vittime, a volte inconsapevoli della loro condizione, si rivolgono per un primo intervento sanitario.
Nel 2022 sono stati 14.448 gli accessi in Pronto Soccorso con indicazione di violenza (+13% rispetto al 2021), 17,4 accessi su 10.000 accessi totali. Se rispetto al 2021 c’è stato un aumento in termini assoluti (+13%), in termini di tasso ogni 10.000 accessi c’è stata una lieve flessione (da 18,4 a 17,4), dovuta non ad una riduzione della violenza ma ad un aumento degli accessi per altre cause. Le giovani donne di 18-34 anni sono state le più colpite (9,7 accessi per 10.000 residenti), seguite dalle donne adulte di 35-49 anni (8,1 per 10.000). (Fonte: Istat-sistema EMUR-PS)
Secondo i risultati dell'indagine conoscitiva sull’attuazione del percorso di assistenza sociosanitaria, all’interno dei pronto soccorso, per le donne vittime di violenza promossa dal Ministero della Salute nel periodo giugno-settembre 2023, in Italia circa l'80% delle strutture sanitarie dotate di Pronto Soccorso hanno attivato il "Percorso per le donne che subiscono violenza". Il percorso protetto garantisce cura, sicurezza e orientamento ai servizi antiviolenza per le donne e per i figli minorenni. Si stima che il 19% delle vittime che inizia un percorso di uscita dalla violenza lo fa al momento dell’accesso al Pronto Soccorso.
L’analisi Istat sui dati relativi ai ricoveri ospedalieri, rilevati con il flusso della Scheda di dimissione ospedaliera (SDO), evidenzia che:
I dati Istat relativi alle chiamate al numero 1522 Antiviolenza e Antistalking nei primi tre trimestri 2023 evidenziano che il numero delle chiamate per telefono e chat rimane sostanzialmente stabile, con un calo che si registra nel II trimestre e, su base annuale, in crescita rispetto agli anni precedenti, arrivando a totalizzare nel corso di tutti e tre i trimestri considerati 30.581 chiamate (erano 22.553 nel 2022 e 24.699 nel 2021).
Nel corso del III trimestre i dati evidenziano un aumento delle richieste di aiuto degli utenti e delle vittime rispetto al trimestre precedente (rispettivamente + 6,5% e + 3,7%). L’incremento maggiore di chiamate proviene da utenti che si rivolgono al 1522 per avere informazioni sulla tipologia del servizio erogato (+24,8%).
Riguardo i tipi di violenze subite nei tre trimestri del 2023 l’indagine evidenzia che per circa la metà delle vittime è quella fisica a motivare il ricorso alla chiamata di aiuto (47,6% sul totale delle risposte.). La violenza psicologica è la seconda causa delle chiamate (36,9%).
La violenza riportata al 1522 è preminentemente di tipo domestico: nei tre trimestri del 2023 il 79,4% dei rispondenti dichiara che il luogo della violenza è la propria casa. Questo spiega l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita. È pari al 57,1% la percentuale di vittime che dichiarano che i propri figli hanno assistito alla violenza e nel 25,8% l’hanno subita loro stessi.
Solo il 15,8% delle vittime nei tre trimestri considerati ha denunciato la violenza subita (1.311 vittime).
In Italia il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle donne, alle coppie e alle famiglie, le prestazioni e i servizi finalizzati alla prevenzione, all’individuazione precoce e all’assistenza nei casi di violenza di genere e sessuale. In particolare per la tempestiva e adeguata presa in carico delle donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso sono state adottate le specifiche Linee Guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza. Poiché spesso, però, la violenza rimane nascosta, al fine di individuarne il più rapidamente possibile i segni è importante rafforzare le competenze degli operatori sociosanitari che entrano in contatto con le vittime, mediante specifici programmi di formazione.
Il Ministero della Salute riconoscendo come cruciale la formazione del personale sanitario e socio-sanitario per la prevenzione della violenza, ha affidato all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) due Progetti CCM (2014, 2019).
Con il Progetto CCM 2014, primo percorso formativo blended (Formazione A Distanza, FAD e incontri de visu): “Prevenzione e contrasto della violenza di genere attraverso le reti territoriali” sono stati formati operatori socio-sanitari di 28 PS presenti in 4 regioni italiane (Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia). L’intero percorso blended è stato portato a termine da 636 professionisti, pari al 73,3% di coloro i quali si erano iscritti (868).
Con il secondo corso FAD associato al Progetto “Implementazione di un programma di formazione a distanza (FAD) per operatori sociosanitari dei Pronto Soccorso (PS) italiani, mirato alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere” (2019) sono stati raggiunti tutti i 651 PS italiani. Sono stati coinvolti complessivamente 26.347 professionisti, di questi il 67% (pari a 17.637) ha terminato il corso FAD.
Il 24 febbraio 2022 nell’ambito delle iniziative finanziate dal Ministero della Salute - CCM 2021, è stato lanciato inoltre il Progetto IPAZIA CCM 2021 “Strategie di prevenzione della violenza contro le donne e i minori, attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio-sanitaria con particolare riguardo agli effetti del COVID-19”. Il progetto, tutt'ora in corso, intende estendere la formazione a operatori e operatrici dei servizi socio-sanitari della rete di assistenza sanitaria territoriale. (Per approfondire: formazione degli operatori sociosanitari)
La legge n. 53 del 5 maggio 2022 “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere”
Al fine di progettare adeguate politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e di assicurare un effettivo monitoraggio del fenomeno è stata approvata la legge 5 maggio 2022, n. 53 recante “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere” che all’articolo 4 prevede che tutte le strutture sanitarie pubbliche, e in particolare le unità operative di pronto soccorso, hanno l'obbligo di fornire i dati e le informazioni relative alla violenza contro le donne. L'articolo prevede anche che il flusso informativo EMUR Pronto Soccorso sia integrato con le informazioni utili e necessarie per la rilevazione della violenza di genere contro le donne, assicurando l'individuazione della relazione tra autore e vittima e rilevando anche: la tipologia di violenza, fisica, sessuale, psicologica o economica, esercitata sulla vittima; se la violenza è commessa in presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime e se la violenza è commessa unitamente ad atti persecutori; gli indicatori di rischio di revittimizzazione previsti dall'allegato B al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 novembre 2017, facendo salva la garanzia di anonimato delle vittime.
Data di pubblicazione: 24 novembre 2023 , ultimo aggiornamento 27 novembre 2023