Home / News e media - Notizie / Relazione annuale al Parlamento sull'interruzione volontaria di gravidanza

Relazione annuale al Parlamento sull'interruzione volontaria di gravidanza

immagine di donna in uno studio medico

È stata trasmessa al Parlamento l'8 giugno 2022 la Relazione contenente i dati definitivi 2020 sull’attuazione della L.194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG).

I dati sono stati raccolti dal Sistema di Sorveglianza Epidemiologica delle IVG, attivo in Italia dal 1980, che impegna l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il Ministero della Salute e l’Istat da una parte, le Regioni e le Province autonome dall’altra.

Interruzione di gravidanza e emergenza COVID-19

Nel 2020 anche i servizi e il personale impegnati nello svolgimento delle IVG sono stati coinvolti dall’emergenza pandemica da COVID-19.
Il Ministero della Salute, fin dall’inizio della pandemia, nelle Linee guida per la rimodulazione dell’attività programmata differibile in corso di emergenza da COVID-19, ha identificato l’interruzione volontaria di gravidanza tra le prestazioni indifferibili in ambito ginecologico.
Le Regioni hanno reagito prontamente all’impatto della pandemia da COVID-19 con la riorganizzazione dei servizi, come rilevato dall’indagine ad hoc predisposta dall’Istituto Superiore di Sanità.

Principali evidenze anno 2020

  • In totale nel 2020 sono state notificate 66.413 IVG, confermando il continuo andamento in diminuzione del fenomeno (-9,3% rispetto al 2019) a partire dal 1983.
  • Il tasso di abortività (N. IVG rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), che è l’indicatore più accurato per una corretta valutazione del ricorso all’IVG, conferma il trend in diminuzione del fenomeno: è risultato pari a 5,4 per 1.000 nel 2020 (con una riduzione del 6,7% rispetto al 2019). Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale.
  • Nel 2020 il numero di IVG è diminuito in tutte le aree geografiche.
  • Il ricorso all’IVG nel 2020 è diminuito in tutte le classi di età rispetto al 2019, in particolare tra le giovanissime. I tassi di abortività più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.
  • Tra le minorenni, il tasso di abortività per il 2020 è risultato pari a 1,9 per 1.000 donne, valore inferiore a quello del 2019. Come negli anni precedenti, si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale.
  • Le cittadine straniere continuano ad essere una popolazione a maggior rischio di abortire rispetto alle italiane: per tutte le classi di età le straniere hanno tassi di abortività più elevati delle italiane di 2-3 volte. Anche in tale gruppo di popolazione si osserva tuttavia una diminuzione del tasso di abortività (12,0 per 1.000 donne nel 2020, rispetto a 17,2 per 1.000 donne nel 2014).
  • La percentuale di IVG effettuate da donne con precedente esperienza abortiva continua a diminuire dal 2009 ed è risultata pari al 24,5% nel 2020. Analizzando i dati per cittadinanza si conferma che la percentuale di donne che ha effettuato precedenti IVG è maggiore tra le straniere (32,7%) rispetto alle italiane (21,2%). Il confronto con altri Paesi che rilevano il dato riferito agli aborti ripetuti, mostra che tale indicatore per l’Italia rimane il più basso a livello internazionale.
  • L’evoluzione della percentuale di aborti ripetuti conferma che la tendenza al ricorso all’aborto nel nostro Paese è in costante diminuzione, ormai anche tra le cittadine straniere; il fenomeno è spiegabile presumibilmente con il maggiore e più efficace ricorso a metodi per la procreazione consapevole, alternativi all’aborto, secondo gli auspici della Legge.
  • Anche per il 2020 risulta prevalente il ricorso al consultorio familiare per il rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di IVG (43,1%), rispetto agli altri servizi (Medico di fiducia: 19,9%; Servizio ostetrico-ginecologico: 33,4%). Il consultorio non offre solo questo servizio ma svolge un importante ruolo nella prevenzione dell’IVG e nel supporto alle donne che decidono di interrompere la gravidanza, anche se non in maniera uniforme sul territorio.
  • Continua ad aumentare la percentuale di interventi effettuati precocemente, quindi meno esposti a complicanze: il 56,0% degli interventi è stato effettuato entro le 8 settimane di gestazione (rispetto al 53,5% del 2019), il 26,5% a 9-10 settimane, il 10,9% a 11-12 settimane e il 6,5% dopo la dodicesima settimana.
  • Sono in diminuzione i tempi di attesa, pur persistendo una non trascurabile variabilità fra le Regioni.
  • Il ricorso all’aborto farmacologico varia molto tra le Regioni, sia per quanto riguarda il numero di interventi che per il numero di strutture che lo offrono. Il confronto nel tempo evidenzia un incremento continuo dell’uso del Mifepristone e Prostaglandine e l’utilizzo esteso ormai in tutte le Regioni. Nel 2020 il 35,1% degli interventi sono stati effettuati con metodo farmacologico.
  • Per quanto attiene all’obiezione di coscienza, nel 2020 il fenomeno ha riguardato il 64,6% dei ginecologi (valore in diminuzione rispetto al 67,0% del 2019), il 44,6% degli anestesisti e il 36,2% del personale non medico. Si rilevano ampie variazioni regionali per tutte e tre le categorie.

Per approfondire



Data di pubblicazione: 13 giugno 2022 , ultimo aggiornamento 13 giugno 2022


Condividi

Tag associati a questa pagina


News e Media

.