Data ultima verifica: 19 settembre 2024
Domande e risposte (Mostra risposte)
Demenze è un termine generico per indicare diverse malattie che colpiscono la memoria, altre capacità cognitive e comportamenti che interferiscono in modo significativo con la capacità di una persona di mantenere le proprie attività della vita quotidiana.
Le demenze non fanno parte del normale invecchiamento della persona, ma sono l’effetto di specifiche malattie, spesso anche molto differenti tra loro, la cui comparsa è più probabile con l’avanzare dell’età.
Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza. Un dato importante, ancora più eclatante in quanto cresce su base giornaliera, con previsioni che raggiungono i 150 milioni entro il 2050.
L'OMS stima che la Malattia di Alzheimer e le altre demenze rappresentano la 7^ causa di morte nel mondo.
In Italia secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) In Italia secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) 1.241.000 persone (che diventeranno 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050) soffrono di demenza (di cui il 50-60% sono malati di Alzheimer, circa 600mila persone), e 900.000 persone soffrono di deficit cognitivo lieve (Mild cognitive impariment).
Per approfondire:
Generalmente, come evidenzia l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) quando si ha una demenza, si perde la capacità di prendersi cura di sé stessi, a causa di difficoltà nel ragionamento, nella memoria, nelle abilità sociali e di pianificazione.
Queste problematiche sono spesso accompagnate da disturbi nella sfera emotiva e in quella delle relazioni con gli altri (agitazione ed ansia, aggressività, depressione, cambiamenti nella personalità e nelle abitudini).
Una persona con demenza può avere difficoltà a ricordare avvenimenti recenti, ad orientarsi nello spazio e nei luoghi, a riconoscere la funzione di oggetti di uso quotidiano, a svolgere compiti complessi – ma anche a svolgere attività di tutti i giorni, come pagare le bollette, vestirsi, cucinare.
In Italia sono disponibili diverse tipologie di Servizi sanitari e socio-sanitari per persone con disturbi cognitivi e demenze:
Per saperne di più: consulta la Mappa dei servizi (demenze.it) per le demenze sul sito Osservatorio demenze dell'ISS.
Il messaggio lanciato dalla comunità scientifica è che la demenza può non essere un’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento.
Adottare uno stile di vita sano (ad es. corretta alimentazione, svolgimento di regolare attività fisica, non fumare e non abusare di alcol) può teoricamente prevenire più di un terzo dei casi. Recenti evidenze scientifiche, infatti, mostrano come il 45% dei casi di demenza potrebbe essere evitato agendo su 14 fattori di rischio: bassa istruzione, ipoacusia/disturbi dell’udito, perdita della vista, ipertensione, ipercolesterolemia, fumo, obesità, depressione, inattività fisica, diabete e isolamento sociale, abuso di alcol, traumi cranici e inquinamento atmosferico.
Per saperne di più:
Lancet Commission “Dementia prevention, intervention, and care 2024
La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Insorge più frequentemente dopo i 65 anni di età, ma nelle forme giovanili può iniziare anche a 40 anni e colpisce più spesso le donne. Come tutte le forme di demenza comporta un progressivo decadimento delle funzioni cognitive, a cominciare dalla memoria.
Le cause che determinano lo sviluppo dell’Alzheimer sono ancora ignote, anche se sono stati identificati numerosi fattori che aumentano il rischio di sviluppare questa patologia:
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, tra le circa 1.200.000 persone che sono malate di demenze, il 50-60% è un malato di Alzheimer (circa 600.000 persone).
Direzione generale della Prevenzione Sanitaria