La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Insorge più frequentemente dopo i 65 anni di età e colpisce più spesso le donne
Come tutte le forme di demenza comporta un progressivo decadimento delle funzioni cognitive, a cominciare dalla memoria.
Le sue cause sono ancora ignote, anche se sono stati identificati numerosi fattori che aumentano il rischio di sviluppare la patologia: l’età avanzata, la storia familiare, traumi cranici, stili di vita e condizioni che comportano problemi ai vasi sanguigni.
A oggi non esiste una cura per l’Alzheimer: i trattamenti disponibili consentono di alleviare i sintomi e, in alcuni casi, di rallentare la progressione della patologia.
Questi elementi, uniti al progressivo invecchiamento della popolazione in tutto il mondo, ha indotto l’Organizzazione mondiale della sanità a inserire la malattia di Alzheimer (e le demenze più in generale) tra le priorità globali di sanità pubblica.
Oggi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 35,6 milioni di persone nel mondo sono affette da demenza, con 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno e un nuovo caso di demenza diagnosticato ogni 4 secondi.
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato, nella prima revisione sistematica sulla prevalenza della demenza in Europa considerando solo studi di alta qualità che adottano gli stessi criteri diagnostici, circa 1.100.000 persone con demenza (di cui il 50-60% con Alzheimer, circa 600mila persone) e, a parte, 900.000 con mild cognitive impairment. La stima di circa 1.100.000 persone con demenza deriva da una meta-analisi che ha considerato 9 studi condotti in Europa tra il 1993 e il 2018 per un totale di 18.263 partecipanti, di cui 2.137 con diagnosi di demenza. Il tasso di prevalenza standardizzato per età e sesso è risultato del 7,1%.
ll numero di persone con demenza, e principalmente Malattia di Alzheimer, potrebbe triplicare nei prossimi 40 anni con costi sociali ed economici elevatissimi.
La gran parte dei sintomi della malattia di Alzheimer sono simili o uguali a quello di altre forme di demenza. La loro progressione il più delle volte è lenta e può impiegare anche molti anni. Tuttavia non sempre è così: l’Alzheimer tende a presentarsi in forme e con velocità diversa da un’ individuo all’altro.
In genere si distinguono tre stadi della malattia:
Questo insieme di sintomi fa sì che già dallo stadio moderato dell’Alzheimer, il malato abbia bisogno di assistenza costante che diventa sempre più intensa al progredire della patologia.
La malattia di Alzheimer è causata dall’atrofizzarsi progressivo di aree via via più estese del cervello. Questo processo altera la strutture del cervello e le sue capacità di funzionare correttamente. Non è noto cosa inneschi questo meccanismo, tuttavia una peculiare caratteristica del cervello delle persone affette da Alzheimer è la presenza di una quantità abnorme di una proteina (amiloide) che si condensa in placche e di accumuli fibrosi (definiti aggregati neurofibrillari).
Da ciò nasce il malfunzionamento delle cellule del cervello (i neuroni) e la loro progressiva distruzione.
Anche se la ricerca non è ancora giunta alla piena comprensione dei meccanismi che sottendono lo sviluppo della malattia di Alzheimer, sono stati identificati diversi fattori che aumentano il rischio di sviluppare la patologia:
La diagnosi di Alzheimer non è semplice. La malattia infatti ha una sintomatologia che può essere comune a molte altre patologie. Inoltre non esistono marcatori specifici, perciò la diagnosi viene posta escludendo le altre condizioni.
Il percorso che porta alla diagnosi di malattia di Alzheimer prevede:
A oggi non esiste una cura per la malattia di Alzheimer. Sono però disponibili farmaci che possono alleviare i sintomi e in alcuni casi rallentare la progressione della patologia. I principali sono:
La terapia della malattia di Alzheimer può comprendere anche farmaci antidepressivi, ansiolitici, ipnotici e antipsicotici.
Le cause della malattia di Alzheimer sono ancora ignote: pertanto non esistono strategie specifiche che possano prevenire l’insorgenza della malattia. Tuttavia, diversi studi hanno mostrato che è possibile agire sui fattori di rischio che possono favorire la demenza, specie quella causata da malfunzionamento dei piccoli vasi sanguigni del cervello.
In particolare, è importante:
Inoltre, molti studi dimostrano che mantenersi mentalmente attivi con attività come la lettura, lo studio di una lingua straniera, la musica o semplicemente coltivando i rapporti sociali può aiutare a ritardare l’insorgenza della demenza.
Data di ultimo aggiornamento 8 settembre 2022