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FAQ - Ondate di calore

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Data ultima verifica: 16 maggio 2023

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Le ondate di calore sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associati a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione; tali condizioni rappresentano un rischio per la salute della popolazione. Un'ondata di calore è definita in relazione alle condizioni climatiche di una specifica città e non è quindi possibile individuare una temperatura-soglia di rischio valida a tutte le latitudini.

Il Sistema nazionale di previsione e allarme, curato dal Ministero della salute con l'apporto tecnico-scientifico del Centro di competenza nazionale (CCN), Dipartimento di Epidemiologia SSR Regione Lazio, garantisce il monitoraggio delle condizioni meteorologiche associate ad un rischio per la salute. Tale Sistema è operativo in 27 città: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo.
Il bollettino giornaliero città specifico, elaborato dal CCN, è pubblicato sul sito del Ministero della Salute e inviato alla Protezione Civile e ai Centri operativi locali (Comune, ASL, Centro Locale della Protezione Civile). In tutte le città, i bollettini vengono diffusi alle strutture sociali e sanitarie attraverso una specifica rete di comunicazione. L’informazione contenuta sul bollettino consente l’attivazione tempestiva a livello locale delle procedure di allerta e di emergenza e la modulazione degli interventi di prevenzione sulla base dei livelli di rischio previsti.

I sistemi di previsione e allarme città specifici (detti anche Heat health watch warning systems- HHWWs) sono in grado di valutare l’impatto della temperatura sulla salute attraverso il l'analisi integrata delle condizioni climatiche e dei dati storici di mortalità e di variabili meteorologiche. I risultati dei sistemi di previsione e allarme, sono sintetizzati in un bollettino giornaliero città specifico che segnala le condizioni avverse per la salute per il giorno stesso e per i due giorni successivi, attraverso livelli graduati di rischio definiti in relazione alla gravità degli eventi previsti:
  • Livello 0: Condizioni meteorologiche non a rischio per la salute della popolazione
  • Livello 1: Condizioni meteorologiche che possono precedere un livello 2 (pre-allerta dei servizi sanitari e sociali)
  • Livello 2: Temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione, in particolare nei sottogruppi di popolazione suscettibili. (allerta dei servizi sanitari e sociali)
  • Livello 3: Ondata di calore. Condizioni ad elevato rischio che persistono per tre o più giorni consecutivi. (allerta dei servizi sanitari e sociali)
Il bollettino emesso dai sistemi di previsione e allarme per ondate di calore definisce i livelli di rischio per la salute in relazione alle condizioni climatiche registrate in una specifica città. E’ dimostrato che, alle stesse condizioni meteorologiche, il livello di rischio per la salute è eterogeneo e può variare da una città all’altra per una serie di fattori. L’impatto delle ondate di calore dipende, infatti, anche dal particolare contesto geografico ed è maggiore là dove la popolazione locale è esposta a condizioni meteorologiche che deviano in maniera rilevante da quelle abituali.
Il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare fornisce giornalmente al Centro di Competenza Nazionale (CCN) i dati meteorologici registrati presso la stazione aeroportuale più vicina ad ognuna del 27 città comprese nel Sistema nazionale. Il CCN elabora i bollettini specifici per ogni città, con i livelli graduati di rischio per la salute, definiti in relazione alla gravità degli eventi previsti e lo invia al Ministero della Salute, alla Protezione Civile Nazionale ed ai Centri operativi locali che attivano la propria rete informativa, per la rapida diffusione del bollettino alla rete dei servizi a livello locale.
Durante le giornate in cui viene previsto un rischio elevato per le successive 24-48 ore (livelli 2 e 3 del bollettino), deve essere ridotta l’esposizione all’aria aperta nella fascia oraria compresa tra le 11.00 e le 18.00.
In particolare, nelle ore più calde della giornata si sconsiglia  l’accesso ai parchi e alle aree verdi, dove  possono essere presenti elevati livelli di ozono nell’aria.L'aumento della concentrazione di ozono nell’aria costituisce un problema di sanità pubblica in particolare per i gruppi di popolazione maggiormente sensibili quali i bambini, gli anziani, i soggetti affetti da asma, patologie respiratorie e cardiovascolari; questi ultimi possono manifestare sintomi e/o aggravamento del quadro clinico preesistente.
Inoltre, durante le ore più calde della giornata deve essere evitata l’attività fisica intensa all’aria aperta.

Quando arriva il gran caldo occorre fare molta attenzione alla corretta preparazione e conservazione dei cibi. Le temperature elevate favoriscono la contaminazione degli alimenti e aumentano il rischio di gastroenteriti e intossicazioni alimentari, specialmente nei bambini. 
In caso di gastroenterite, reintegrare i liquidi persi facendo bere quantità adeguate di soluzione reidratante orale, a piccoli sorsi se c'è anche vomito; evitare cibi molto grassi, bevande molto zuccherate, integratori per lo sport e succhi di frutta.
Per evitare tali rischi occorre osservare alcune semplici regole:

  • rispettare rigorosamente la data di scadenza del prodotto o quella entro la quale è preferibile il consumo
  • lavarsi sempre le mani prima di procedere alla preparazione dei cibi
  • lavare bene la frutta, le verdure e tutti cibi che si consumano crudi, facendo attenzione che non vengano a contatto con altri alimenti o con piani di lavoro sporchi per evitare il rischio di contaminazione crociata
  • consumare i cibi cotti nel più breve tempo possibile
  • evitare di lasciare cibi deperibili (es. latte, latticini, dolci a base di crema, carne, pesce etc.) a temperatura ambiente, ma conservarli in frigorifero
  • quando si conservano i prodotti alimentari nel frigorifero è consigliabile:
    - seguire le istruzioni riportate sulle confezioni per le modalità di conservazione
    - conservare preferibilmente gli alimenti cotti in compartimenti separati e lontani da quelli crudi; è consigliabile utilizzare appositi contenitori, per evitare che alimenti diversi vengano a contatto fra di loro; ad esempio evitare di tenere il pesce assieme alle carni
  • nel caso di alimenti congelati o surgelati controllare le indicazioni riportate sulle confezioni relative alla temperatura di conservazione del prodotto; ricordare che i cibi scongelati non possono essere più ricongelati.

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Si, ma va comunque evitata la fascia oraria dalle 11.00 alle 18.00 e bisogna prestare particolare attenzione ad una adeguata idratazione. Inoltre, nei giorni molto caldi, evitare le aree verdi, dove si registrano le maggiori concentrazioni di ozono.

Ripararsi la testa con un cappello leggero a falde larghe; in auto usare tendine parasole. All’interno di un’automobile le temperature possono raggiungere velocemente valori molto elevati. Evitare di lasciare i bambini da soli in macchina, anche se per brevi soste. Indossare indumenti chiari, non aderenti, di cotone o lino, in quanto le fibre sintetiche impediscono la traspirazione. Usare creme solari protettive e occhiali da sole. Chi soffre di diabete deve esporsi al sole con cautela, onde evitare ustioni serie, a causa della minore sensibilità al dolore.

In generale è meglio consumare pasti leggeri, preferire la pasta e il pesce alla carne, evitando i cibi elaborati e piccanti; consumare molta frutta e verdura. Qualche gelato è concesso, ma si consigliano quelli al gusto di frutta, meno calorici. Evitare i pasti abbondanti, preferendo quattro, cinque piccoli pasti durante la giornata.

Vai al decalogo dell’alimentazione per l’estate

E’ importante bere, anche in assenza dello stimolo della sete. Si consiglia di bere almeno due litri al giorno, salvo diverso parere del medico, di moderare l'assunzione di bevande gassate e zuccherate, ricche di calorie, di evitare gli alcolici e di limitare l’assunzione di bevande che contengono caffeina (caffè, tè nero etc.)
Perché aumentano la sensazione di calore e la sudorazione, contribuendo così ad aggravare la disidratazione.
Sì, ma l’assunzione di tali integratori deve essere sempre consigliata dal proprio medico curante.
  • Schermare finestre e vetrate esposte a sud-sud ovest con tende e/o oscuranti esterni regolabili (persiane, veneziane) per non far entrare il sole
  • Chiudere le finestre nelle ore più calde della giornata per evitare il riscaldamento delle stanze.
  • Lasciare le finestre aperte durante la notte e nelle prime ore del mattino, così da permettere il necessario ricambio d’aria.
  • Limitare l’uso del forno e di altri elettrodomestici che producono calore (fornelli, ferro da stiro, phon etc.) che tendono a riscaldare la casa.
  • Utilizzare un climatizzatore per rinfrescare l’ambiente regolando il termostato in modo tale che la temperatura ambiente sia pari a 24-26° C. Nelle aree caratterizzate principalmente da un elevato tasso di umidità, senza valori particolarmente elevati di temperatura, può essere sufficiente l’uso del deumidificatore in alternativa al condizionatore.
  • Se si usano ventilatori non indirizzarli direttamente sulle persone, ma regolarli in modo da far circolare l’aria in tutto l’ambiente. Se la temperatura dell’ambiente è superiore a 32°C i ventilatori sono più dannosi che utili
  • Evitare di passare all’improvviso dal caldo al freddo e viceversa.
  • Fare bagni o docce con acqua tiepida per abbassare la temperatura corporea, evitando però bruschi sbalzi di temperatura, che possono provocare ipotermia soprattutto in bambini e anziani.
  • Assicurarsi che le persone malate e/o costrette a letto non siano troppo coperte.
  • È possibile ristrutturare la propria casa usufruendo delle periodiche detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica, rendendo così la casa più eco-sostenibile, risparmiando sui costi della bolletta e migliorando l’isolamento termico, sia in estate che in inverno. Consulta la pagina dell'Enea.

Vai all'opuscolo Come migliorare il microclima delle abitazioni durante l’estate)

Non esistono norme che fissano i limiti di temperatura che garantiscono condizioni di benessere termico negli ambienti di lavoro chiusi, salvo che per alcune lavorazioni particolari. Il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lvo 81/2008) prevede la necessità generica di assicurare ai lavoratori un certo benessere termico, anche in funzione del lavoro svolto.
In particolare, nei locali di lavoro la temperatura deve essere adeguata alle esigenze dell’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori e considerando anche il grado di umidità e il movimento dell'aria.
Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo del locale. In genere, in estate, per attività molto moderate e vestiario consono alla stagione, una temperatura dell’aria compresa tra 24-26 C°, con un basso tasso di umidità relativa e una velocità dell’aria inferiore a 0,15 m/s, è in grado di garantire condizioni di comfort termo-igrometrico.
Se nel locale viene utilizzato un impianto di aerazione, questo deve essere sempre mantenuto funzionante e ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo. Gli impianti di condizionamento o di ventilazione devono essere collocati in modo tale che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria e devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione, per tutelare i lavoratori da possibili rischi per la loro salute (patologie allergiche, respiratorie o infettive).
Sì, ma con moderazione, regolandolo in modo che la temperatura ambiente sia pari a 24-26°C, mantenendo chiuse le finestre durante il loro funzionamento e utilizzando protezioni oscuranti alle finestre dei locali condizionati per limitare l’esposizione diretta ai raggi solari. Quando si utilizza un condizionatore è importante rispettare alcune regole riguardanti il loro corretto utilizzo e manutenzione (leggi l'opuscolo Come migliorare il microclima delle abitazioni durante l’estate). Passare alcune ore in ambienti climatizzati, in particolare nelle ore più calde della giornata, aiuta a ridurre sensibilmente la frequenza di effetti negativi sulla salute.
Il ventilatore deve essere usato con cautela in quanto può causare disidratazione, soprattutto nelle persone costrette a letto. È comunque sconsigliato il loro uso quando la temperatura all’interno dell'abitazione è molto elevata (32°C) e il ventilatore non deve essere mai indirizzato verso le persone, ma regolato in modo da far circolare l’aria in tutto l’ambiente.
La persona che resta troppo esposta al sole può andare incontro alla classica insolazione. Questa è una evenienza grave, ma per fortuna rara, che si manifesta a seguito di un’esposizione diretta e prolungata ai raggi solari. 
Si possono verificare eritemi o ustioni accompagnati o meno da una sintomatologia da colpo di calore.
Evitare le esposizioni eccessive e le scottature da sole soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza.
I bambini fino ai 6 mesi non devono essere esposti ai raggi diretti del sole
Gli effetti del caldo sulla salute vanno da sintomi che non arrivano all’attenzione clinica (ad esempio riduzione delle capacità psico-fisiche, ansia, insonnia), a sintomi di maggiore entità (ad esempio ipotensione arteriosa, edemi agli arti inferiori), fino ad effetti più gravi che possono determinare il ricorso al Pronto Soccorso o il ricovero in ospedale, soprattutto per aggravamento di una patologia preesistente.
La disidratazione è una condizione che si manifesta quando la quantità di acqua persa dall’organismo è maggiore di quella assunta. Normalmente si devono assumere tra 1,5 e 2 litri di acqua al giorno.
L’organismo si disidrata e incomincia a funzionare male quando:
  • è richiesta una quantità di acqua maggiore come in caso di alte temperature ambientali per via della sudorazione
  • si perdono molti liquidi, come in caso di febbre, vomito e diarrea
  • una persona non assume volontariamente acqua a sufficienza in mancanza di stimolo della sete, come nel caso di bambini piccoli ed anziani.
  • in caso di assunzione di farmaci che possono favorire l’eliminazione di liquidi (per esempio diuretici, lassativi).
I sintomi principali sono:
  • sete
  • debolezza
  • vertigini
  • palpitazioni
  • ansia
  • pelle e mucose asciutte
  • crampi muscolari
  • abbassamento della pressione arteriosa
Il colpo di calore, o Ipertermia, è un disturbo provocato da un rapido aumento della temperatura corporea che si verifica in particolari condizioni climatiche: caldo molto intenso, alti tassi di umidità, mancanza di ventilazione. La presenza di tali condizioni può alterare i meccanismi deputati alla termoregolazione, con la conseguenza che il nostro organismo non riesce a disperdere il calore interno, come accade normalmente per mezzo della sudorazione e della vasodilatazione cutanea. In presenza di un colpo di calore, la temperatura interna può superare i 40°C, mentre la cute diventa calda e disidratata. È necessario intervenire tempestivamente perché i danni possono essere molto gravi e causare la morte.
Il colpo di calore può manifestarsi in ambienti all’aperto o in ambienti chiusi (spesso affollati) in cui la temperatura dell’aria elevata si accompagna generalmente anche a  elevati valori di umidità relativa e scarsa ventilazione.
La vittima di un colpo di calore in un primo momento può avvertire un malessere generale con sintomi piuttosto vaghi, quindi possono manifestarsi crampi, vertigini, debolezza, confusione, annebbiamento della vista, cefalea, nausea e vomito, fino ad arrivare a stati d’ansia e stati confusionali, con possibile perdita di coscienza. La temperatura corporea aumenta rapidamente (in 10-15 minuti) anche fino a 40-41° C, la pressione arteriosa diminuisce repentinamente, la pelle appare secca ed arrossata, perché cessa la sudorazione. Nei casi più gravi può seguire un danno degli organi interni (reni, polmoni, cuore, cervello) che può causare la morte.
Bisogna chiamare sempre al più presto un medico.
  • Nell’attesa distendere la persona in un luogo fresco e ventilato, con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo.
  • Per abbassare la temperatura corporea porre una borsa di ghiaccio sulla testa, avvolgere la persona in un lenzuolo o un asciugamano bagnato in acqua fredda.
  • Reidratare con acqua.
  • Non somministrare mai bevande alcoliche.
La congestione è dovuta all'introduzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato, durante o subito dopo i pasti. L'eccessivo afflusso di sangue all’addome può rallentare o bloccare i processi digestivi. 
I primi sintomi sono costituiti da sudorazione e dolore toracico.
  • Sospendere ogni attività.
  • Far sedere o sdraiare l'infortunato in un luogo asciutto.
  • Se in poco tempo la congestione non si risolve è necessario consultare un medico.
In caso di assenza del medico di famiglia si può consultare il medico sostituto da lui nominato, reperibile tutti i giorni non festivi, dal lunedì al venerdì o gli ambulatori messi a disposizione nel territorio della propria ASL (ad es. Case della salute)
Se si ha un problema di salute durante le ore notturne o nei giorni festivi, occorre chiamare il medico del Servizio di guardia medica definita anche “Continuità assistenziale” del territorio di residenza.
Il servizio è attivo la sera di tutti i giorni feriali dalle ore 20.00 fino alle ore 8.00 del mattino successivo.
Il sabato e la domenica il servizio è attivo dalle 10.00 del sabato, fino alle ore 8.00 del lunedì mattina.
Inoltre, in tutte le festività diverse dalla domenica funziona ininterrottamente a partire dalle ore 10.00 del giorno prefestivo, fino alle ore 8.00 del primo giorno non festivo.

E' consigliabile scrivere e tenere ben in evidenza il numero di telefono del Servizio di guardia medica

Nel caso di un malore improvviso o in presenza di condizioni che fanno temere un serio pericolo attivare immediatamente il servizio di Emergenza sanitaria, chiamando il 112/118.

Sarebbe opportuno osservare queste semplici raccomandazioni:

  • Evitare di intraprendere un viaggio nelle ore più calde della giornata.
  • Non dimenticare di portare con se sufficienti scorte di acqua in caso di code o file impreviste.
  • Prima di iniziare il viaggio ventilare adeguatamente l’automobile aprendo le portiere e i finestrini.
  • Successivamente, se in dotazione, accendere e regolare ad una temperatura adeguata (circa 5°C inferiori alla temperatura esterna) l’aria condizionata.
  • Evitare di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri
  • Attenzione anche ai seggiolini di sicurezza per i bambini. Prima di sistemarli sul sedile verificare che non sia surriscaldato.
  • Non lasciare persone, anche per brevi periodi, nella macchina parcheggiata al sole.
  • Prima di partire aggiornarsi sulla situazione del traffico per evitare lunghe code sotto il sole.
  • Fare soste frequenti ed approfittarne per “sgranchirsi” le gambe.
  • Durante le soste evitare di mangiare troppo rapidamente e soprattutto non assumere, anche in quantità lecita, bevande alcoliche.

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Si raccomanda di portare:
  • la tessera sanitaria e quella di esenzione
  • Per le persone che soffrono di malattie croniche, portare un riassunto della storia clinica rilasciata dal medico curante e/o lettera di dimissione ospedaliera dell’ultimo ricovero
  • lista di alimenti o dei farmaci a cui si è intolleranti
  • il piano terapeutico scritto.
Si raccomanda di munirsi di Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) da richiedere alla ASL (in vigore dal 1° novembre 2004).
Scrivere accanto al nome di ogni farmaco il principio attivo ed il dosaggio.
Infine le raccomandazioni del medico su eventuali emergenze vanno tradotte il inglese. In paesi come l’USA munirsi di una assicurazione sanitaria.

In generale, le condizioni di caldo estremo rappresentano un rischio per la salute in presenza di fattori di rischio che possono determinare una limitata capacità di termoregolazione fisiologica o ridurre la possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi. Si definiscono sottogruppi a rischio:

  • le persone anziane
  • i neonati e i bambini
  • le donne in gravidanza
  • le persone con malattie croniche (in particolare malattie polmonari, cardiovascolari, diabete, malattie neurologiche come il morbo di Parkinson e le demenze)
  • le persone con disturbi psichici gravi
  • le persone con ridotta mobilità e/o non  autosufficienti
  • le persone che assumono regolarmente alcuni tipi di farmaci che possono aumentare il rischio di eventi avversi legati al caldo
  • le persone che fanno uso di alcol o droghe
  • la persona, anche giovane, che fa esercizio fisico o svolge  un lavoro intenso all’aria aperta
  • le persone con condizioni socio-economiche disagiate.

Alcune condizioni abitative (scarsa ventilazione, assenza di aria condizionata, soprattutto nelle grandi città) possono causare disagio ed effetti dannosi sulla salute delle persone più a rischio.

Benché chiunque possa subire gli effetti del caldo eccessivo, l’impatto delle alte temperature e delle ondate di calore sulla salute non è omogeneo nella popolazione; infatti, a parità di livello di esposizione alcuni individui, a causa di specifiche caratteristiche socio-demografiche (anziani, bambini, poveri ), di salute (presenza di alcune malattie croniche come ad esempio malattie cardiache, respiratorie, diabete) e di abitudini di vita (come ad esempio l’assunzione di droghe o alcool) hanno un rischio maggiore di subire gli effetti negativi dell’esposizione alle elevate temperature. Questi individui sono definiti «suscettibili» agli effetti del caldo e rischiano di più durante le ondate di calore.
Gli anziani, soprattutto se malati cronici (cardiopatici, diabetici etc.), in estate sono le persone più a rischio di complicanze, a causa di un ridotto stimolo della sete, di una maggiore sensibilità al calore e di una minore efficienza di meccanismi di termoregolazione. Pertanto potrebbero avere una minore capacità di difendersi dal caldo, soprattutto se si trovano in uno stato di ridotta mobilità.
Occorre considerare come importanti campanelli di allarme l’innalzamento della temperatura corporea e la riduzione di alcune attività quotidiane, come spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno, lavarsi. 
La riduzione di una o più di queste funzioni in una persona anziana può significare un peggioramento dello stato di salute ed è consigliabile per questo segnalarla al medico curante, per un eventuale suo controllo delle condizioni cliniche. 
E’ importante porre particolare attenzione a pazienti con patologie croniche o disturbi neuropsichici (es. malattia di Alzheimer).
Le persone che soffrono di disturbi psichici possono essere più vulnerabili agli effetti delle ondate di calore perché possono avere una minore consapevolezza del rischio ed assumere quindi comportamenti inadeguati.
Inoltre è bene ricordare che questo gruppo di persone fa abituale uso di farmaci che possono aggravare gli effetti derivanti dal calore.
Le persone non autosufficienti (bambini piccoli, persone molto anziane, persone con deficit psichici o motori), sono particolarmente esposti ai rischi delle ondate di calore, poiché dipendono dagli altri per regolare il microclima dell’ambiente in cui si trovano e per l’assunzione di liquidi.
Gli ipertesi e i cardiopatici, soprattutto se anziani, sono particolarmente suscettibili agli effetti negativi del caldo e possono manifestare episodi di diminuzione della pressione arteriosa, soprattutto nel passare dalla posizione sdraiata alla posizione eretta.

È consigliabile, pertanto:
  • evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella verticale, che potrebbe causare anche perdita di coscienza
  • evitare di alzarsi dal letto bruscamente, soprattutto nelle ore notturne, e fermarsi in posizioni intermedie (seduti al bordo del letto per alcuni minuti) prima di alzarsi in piedi
  • effettuare un controllo più frequente della pressione arteriosa, durante la stagione estiva, e richiedere il parere del medico curante per eventuali aggiustamenti della terapia (per dosaggio e tipologia di farmaci).
Le persone affette da diabete, anche se trattate, sono maggiormente a rischio di scompensarsi in caso di disidratazione.
È dunque raccomandato, in caso di forte caldo, di aumentare i controlli glicemici nei pazienti diabetici, specialmente tra gli anziani che accumulano più fattori di rischio.
La reidratazione dovrebbe essere assicurata, ricordando di evitare bevande zuccherate e succhi di frutta.
I soggetti diabetici con neuropatia periferica sono incapaci di produrre una sudorazione efficace per via della interruzione del segnale diretto alle ghiandole sudoripare e sono quindi particolarmente sensibili agli effetti del caldo.
Inoltre, chi soffre di diabete, a causa di una minore sensibilità al dolore, deve esporsi al sole con cautela, per evitare ustioni serie.

I rischi più elevati nel periodo di caldo riguardano i pazienti dializzati a domicilio, sia emodializzati sia in dialisi peritoneale.
Durante il periodo caldo questi pazienti devono prestare particolare attenzione al loro peso e alla pressione arteriosa; in caso di marcata riduzione del peso o abbassamento della pressione arteriosa, devono consultare il medico curante.
Alcuni farmaci possono interagire negativamente con il caldo, potenziandone in alcuni casi gli effetti negativi.
Le terapie farmacologiche non devono in alcun caso essere sospese autonomamente e occorre consultare il medico curante per un eventuale adeguamento della terapia.
Nel periodo estivo è inoltre buona regola fare attenzione alla corretta conservazione dei farmaci, tenendoli lontani da fonti di calore e, in condizioni di caldo estremo, conservando in frigorifero i farmaci che prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25°-30°C.

Non esistono prove scientifiche che alcuni farmaci possano aumentare il rischio di contrarre il COVID-19 o aggravare la malattia. È importante che non vengano sospese autonomamente le terapie in corso, soprattutto in pazienti vulnerabili.

Per approfondire

La povertà e la solitudine aumentano la condizione di fragilità, perché possono ridurre la consapevolezza dei rischi, e limitano l'accesso alle soluzioni di emergenza.
Chi è più povero o più isolato, inoltre, ha minori possibilità di spostare temporaneamente il proprio domicilio in zone più favorevoli e minori possibilità di usare aria condizionata nella propria abitazione.
Nelle situazioni di caldo estremo i bambini sono più a rischio di disidratazione rispetto agli adulti, per il maggiore rapporto superficie/volume e per il maggior ricambio giornaliero di liquidi, con maggiori perdite di liquidi, anche in condizioni di benessere. Temperatura e umidità elevate possono, inoltre, favorire sia direttamente che indirettamente (per l’incremento della concentrazione di ozono e di altri inquinanti atmosferici), fenomeni di broncospasmo nei soggetti predisposti.
L'eventuale disidratazione può portare, inoltre, a conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio e neurologico. 
Sudando molto, senza reintegrare l'acqua persa, si verifica una riduzione del volume del sangue circolante, che può determinare l’abbassamento rapido della pressione arteriosa. Inoltre, con il sudore vengono persi alcuni sali (per esempio il potassio ed il sodio) fondamentali per il buon funzionamento dell’organismo.
Leggi l’opuscolo Estate in salute: come proteggere i vostri bambini.

In caso di previsioni di condizioni meteorologiche a rischio per la salute (livelli 2 e 3)

Quando fa molto caldo, evitare di portare i bambini piccoli all’aria aperta o in locali chiusi surriscaldati e scarsamente ventilati. Non lasciare per nessun motivo, anche per poco tempo, un bambino da solo nell’automobile, perché la temperatura all’interno del veicolo può salire rapidamente e l’ipertermia nel bambino può verificarsi in soli 20 minuti. La maggior parte delle vittime di ipertermia ha un’età compresa tra 0 e 4 anni. 

Se si portano i bambini all’aperto bisogna proteggerli dal caldo e dalle esposizioni dirette alle radiazioni ultraviolette (UV) del sole (che possono danneggiare la loro pelle molto delicata), utilizzando vestitini leggeri, in fibra naturale, copricapi, occhiali da sole e crema solare ad alta protezione.

In particolare


Per i bambini piccoli

  • evitare l’esposizione dei bambini al sole diretto (i bambini sotto i sei mesi di vita non devono essere mai esposti al sole diretto). È bene sapere che, anche sotto l’ombrellone, non si è protetti dal caldo, né dai raggi solari
  • allattare i neonati più frequentemente
  • vestire i bambini in modo molto leggero lasciando ampie superfici cutanee scoperte e all’aria aperta applicare sempre prodotti solari ad alta protezione
  • controllare la temperatura corporea dei lattanti e dei bambini piccoli, rinfrescare il loro corpo con una doccia tiepida e quando possibile aprire il pannolino.

Per i bambini più grandi

  • limitare le attività fisiche durante le ore più calde
  • offrire spesso acqua al bambino e scegliere un’alimentazione ricca di frutta e verdura, con alto contenuto di liquidi e di sali minerali
  • evitare nelle ore più calde (11.00-18.00) le aree verdi e i parchi pubblici delle città dove si registrano alti valori di ozono, e le strade molto trafficate, in particolare nei bambini asmatici
  • prestare maggiore attenzione ai bambini che soffrono di malattie croniche come diabete, malattie renali, fibrosi cistica, patologie che implicano ritardo psicomotorio e asma, perché sono particolarmente sensibili alle ondate di caldo. Ricordarsi infine che diarrea e patologie del sistema nervoso aumentano il pericolo di ipertermia e di disidratazione.

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Le liste dei suscettibili sono elenchi nominativi che includono le persone che, a causa di particolari caratteristiche individuali, presentano un elevato rischio di subire gli effetti negativi dell’esposizione al caldo.
I fattori di rischio che predispongono agli effetti più gravi dell’esposizione alle temperature elevate e alle ondate di calore possono essere raggruppati in tre categorie principali:
  • caratteristiche socio-demografiche: età (0-4 anni, ≥ 75  anni), genere femminile, livello socio-economico basso, isolamento sociale
  • condizioni di salute: presenza di patologie croniche e assunzione di alcuni tipi di farmaci
  • fattori ambientali e caratteristiche abitative: residenza nelle aree urbane, caratteristiche dell’abitazione (mancanza di ambienti climatizzati, abitare ai piani alti di edifici con tetti e solai non ben isolati), alti livelli livello di inquinamento dell’aria.
Le liste dei suscettibili sono preparate allo scopo di facilitare l’individuazione, da parte dei medici di medicina generale, di altri operatori sanitari e degli operatori sociali, delle persone più a rischio per gli effetti del caldo, sulle quali orientare gli interventi di prevenzione durante i periodi di emergenza climatica (ondata di calore).

Il caldo estivo può rappresentare un fattore di rischio per la salute e la sicurezza di coloro che svolgono un'attività lavorativa intensa all'aperto, come ad esempio: agricoltori, giardinieri, operai dell'edilizia stradale e ferroviaria, lavoratori edili, marinai, portuali, operatori ecologici (ecc). I rischi per la salute sono maggiori in caso di ondate di calore e possono causare effetti come: disidratazione e colpo di calore. Inoltre, al caldo, si aggiungono frequentemente altri fattori di rischio, come l'esposizione intensa alle radiazioni solari (patologie della pelle o insolazione) e all'inquinamento atmosferico, specialmente da ozono (disturbi respiratori, iperreattività bronchiale, ecc.)

Cosa fare per prevenire tali rischi?

o       Il lavoratore dovrebbe iniziare l’attività in maniera graduale, per dare modo all’organismo di adattarsi alle particolari condizioni ambientali; alternare momenti di lavoro con pause in luoghi rinfrescati; bere regolarmente per compensare le perdite di liquidi causate dalla traspirazione; utilizzare un vestiario idoneo (abiti  leggeri che consentano la traspirazione, evitando di lavorare a pelle nuda, copricapo, occhiali da sole) e creme con filtro solare; evitare pasti abbondanti, il consumo di bevande alcoliche e limitare il fumo.

o       Il datore di lavoro, in base al D. Lgs. 81/08,  deve valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti il rischio di danni da calore, tipico delle attività lavorative all’aperto e mettere in atto le misure di prevenzione e protezione conseguenti:

assicurare ai lavoratori informazione e formazione adeguate; fornire dispositivi di protezione individuale e quantitativi sufficienti di acqua potabile fresca; predisporre zone d’ombra o luoghi freschi per le pause di riposo, organizzare l’orario di lavoro in maniera da aumentare la frequenza delle pause di riposo e, ove possibile, fare svolgere l’attività lavorativa nelle zone meno esposte al sole, programmare i lavori più pesanti in orari con temperature più favorevoli. Inoltre, è importante che il datore di lavoro garantisca la sorveglianza sanitaria per valutare lo stato di salute dei lavoratori a rischio: cardiopatici, asmatici, bronchitici cronici, ipertesi, diabetici, obesi ed in generale di tutti coloro i quali sono portatori di patologie croniche o assumono farmaci, nei confronti dei quali andrebbero adottate particolari precauzioni, come evitare o limitare l’attività all’aperto durante le ore più calde della giornata.

Leggi opuscolo Estate sicura. Caldo e lavoro. Guida per i lavoratori


Fonte:

  • Ministero della Salute, Direzione generale della prevenzione sanitaria
  • Dipartrimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale Regione Lazio - DEP Lazio


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