La dipendenza alcolica è caratterizzata da un comportamento ossessivo di ricerca compulsiva di bevande alcoliche (tipica la necessità di bere al mattino, appena svegliati) e da assuefazione e tolleranza (per raggiungere un determinato effetto desiderato dall’individuo è costretto a bere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche). Anche per l’alcoldipendenza, come per qualunque tossicodipendenza da droghe illegali, la brusca interruzione del consumo di alcol causa la sindrome da astinenza caratterizzata da tachicardia, tremori, nausea e vomito, agitazione, allucinazioni, convulsioni.
L’alcol è causa di patologie e problematiche correlate anche quando il suo consumo non è arrivato al punto da poter definire “alcolista” un individuo.
Si parla per esempio di consumo rischioso o dannoso di bevande alcoliche quando le quantità di alcol consumate possono esporre la persona o i terzi ad un pericolo o un rischio per la salute o la sicurezza, giungendo ad interferire sul regolare svolgimento della vita sociale, lavorativa o scolastica, a condizionare negativamente l’integrità delle capacità individuali, come quelle necessarie ad affrontare potenziali situazioni di pericolo (ad esempio prima di mettersi alla guida), a provocare in chi lo consuma problemi con la legge. Non esistono quantità considerabili “sicure” di consumo alcolico e maggiore il consumo, maggiore è il rischio per salute e sicurezza.
L’alcol deprime il sistema nervoso centrale, riduce i freni inibitori e influenza pensieri, emozioni e capacità di giudizio. Può causare dunque problemi di vario grado di gravità che coinvolgono non solo il soggetto ma anche la sua famiglia e la società (ad esempio in caso di incidenti stradali o di atti di violenza).
Un eccesso di alcol deprime il sistema nervoso centrale; il linguaggio diventa impastato e rallentato, si perde la coordinazione dei movimenti, si perdono i freni inibitori e la capacità di giudizio. Questo può causare incidenti stradali, episodi di violenza familiare, crimini violenti. I sintomi possono essere progressivamente sperimentati a partire da quantità moderate di alcol e variano da persona, a persona in funzione di sesso , età, condizioni di stomaco pieno o di digiuno.
L’alcolismo è sempre accompagnato dalla comparsa di tolleranza, cioè dalla necessità di bere sempre di più, per ottenere un determinato effetto desiderato e inevitabilmente da sindrome da astinenza alla cessazione dell’assunzione di alcol, con diverse manifestazioni a seconda del tempo passato dall’ultima ingestione.
I diversi stadi della sindrome da astinenza alcolica | |
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Stadio I (inizia dopo 6-12 ore dall’ultima ingestione) |
lieve agitazione, ansia, irrequietezza
tachicardia |
Stadio II: inizia 24 ore dopo l’ultima assunzione | allucinazioni uditive, tattili e olfattive (l’alcolista in astinenza tipicamente vede piccoli insetti e vermi che camminano sui muri o sulla sua pelle; arriva a ‘sentirseli’ camminare addosso) |
Stadio III (compare dalle 6 alle 48 ore dalla sospensione di alcol) | ai sintomi del I-II stadio si possono aggiungere convulsioni (40% singole, 3% stato epilettico) |
Stadio IV o Delirium Tremens (compare 2-3 giorni dopo la sospensione dell’alcol ma l’esordio può avvenire fino a 10 giorni dell’assunzione di alcol se sono coinvolte altre sostanze) |
Ai sintomi degli stadi precedenti, si aggiungono: profonda confusione disorientamento ipertermia ipertensione frequenza cardiaca rapida allucinazioni visive e uditive Il Delirium Tremens rappresenta un’emergenza medica e presenta una percentuale di mortalità di circa il 20% se trattato, di oltre il 30% se non trattato. |
Gli alcolisti possono presentare numerose patologie (oltre 200 tra cui 14 tipi di cancro prevalentemente dell’apparato digerente) strettamente correlate all’abuso di alcol:
Alcune condizioni legate all’abuso di alcol/alcolismo rappresentano un’emergenza medica:
• Sindrome da astinenza alcolica: il paziente attraversa tipicamente 4 fasi: tremori, convulsioni, allucinazioni e delirium tremens. Nella prima fase, il paziente presenta tremori delle gambe e delle mani, è ansioso e irrequieto; successivamente compaiono le convulsioni generalizzate a tutto il corpo e il paziente perde conoscenza. Oltre questa fase, compaiono allucinazioni visive (tipicamente microzoopsie, ossia il paziente crede di vedere piccoli insetti e vermi che camminano sulle pareti della stanza e sulla loro pelle; a volte queste allucinazioni sono accompagnate dalla sensazione di tattile di avere insetti che gli camminano addosso. Lo stadio più pericoloso della sindrome da astinenza alcolica è il delirium tremens; compare nel 5% dei soggetti che vanno incontro a sindrome da astinenza, da 72 ore a 10 giorni dopo aver smesso di assumere alcol. Il paziente appare vigile ma profondamente confuso, è agitato, suda abbondantemente e presenta allucinazioni, tachicardia e ipertensione. Se non si interviene rapidamente questa condizione porta a morte un soggetto su tre (ma anche con i trattamenti più adeguati la condizione è gravata da un tasso di mortalità del 5-15%).
• Chetoacidosi alcolica: è un’altra emergenza medica che compare da 2 a 4 giorni dopo che il paziente alcolista ha smesso di assumere alcol, ma anche di bere e di mangiare (in genere per problemi come gastrite e pancreatite). Il paziente presenta nausea, vomito, dolori addominali, appare disidratato e ha un alito aceto nemico (odore di mele marce); questa complicanza accade quando l’individuo ha esaurito le sue scorte di carboidrati e acqua e per trovare energia deve bruciare proteine e grassi, che producono appunto corpi chetonici.
Nel DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) dell’American Psychiatric Association viene utilizzato il termine “disturbo da uso di alcol” intendendo ampliare il ventaglio di disturbi causati dall’alcol e che possono condurre alla dipendenza dalla sostanza (alcolismo). Si definisce alcolismo un insieme di comportamenti problematici correlati all’alcol, che portano grave disagio e compromissione della sfera relazionale, sociale e personale dell’individuo.
Per poter fare diagnosi di alcolismo, secondo il DSM-V, è necessario che il soggetto soffra di almeno 2 dei seguenti sintomi per un periodo di almeno 12 mesi:
Gli alcolisti difficilmente cercano aiuto in prima persona, in gran parte perché negano a sé stessi e agli altri il problema. Spesso è quindi un familiare o un amico a spingere il paziente dal medico.
L’iter diagnostico per le patologie alcol-correlate prevede un’accurata anamnesi (anche familiare, raccolta anche con l’aiuto di un familiare, di un amico o di un collega di lavoro), la somministrazione di questionari specifici, l’esecuzione di esami del sangue e strumentali.
Alcuni test aiutano a capire se un soggetto ha problemi legati all’alcol. Quelli più comunemente usati sono:
Il test CAGE, ad esempio, consiste di quattro domande che possono facilmente essere inserite nel colloquio con il soggetto o con i familiari:
Una risposta positiva al test equivale a un risultato sospetto negli adolescenti, ma negativo negli adulti. Due risposte positive indicano un’alta probabilità che il soggetto abbia problemi legati all’alcol. Tre risposte positive indicano la certezza che il soggetto abbia problemi legati all’alcol.
Gli esami del sangue non sono specifici per un danno alcol correlato ma contribuiscono a valutare la presenza di danni al fegato (es. transaminasi); possono essere presenti anche anemia e alterazione degli elettroliti (in particolare bassi livelli di potassio, calcio e magnesio).
Gli esami di routine contemplano:
Scopo del trattamento per le persone affette da alcolismo è portare il paziente a smettere completamente di assumere bevande alcoliche (astinenza).
Il trattamento dell’alcolismo è gestito normalmente presso i Servizi di alcologia da una equipé multidisciplinare (medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri) che prende in carico il paziente alcol dipendente; laddove siano subentrati specifici danni d’organo (gastrite, cirrosi, pancreatite, anemia, problemi neurologici) la presa in carico del paziente prevede il coinvolgimento anche di specialisti (gastroenterologi, psichiatri ecc).
Nei casi più gravi si ricorre al ricovero ospedaliero per disintossicare il paziente e gestire la sindrome da astinenza alcolica o la chetoacidosi. In questi casi il paziente viene idratato per via endovenosa e vengono somministrate benzodiazepine. In caso di chetoacidosi alcolica vengono somministrati liquidi e zuccheri fino a quando il paziente non sia in grado di rialimentarsi e di bere autonomamente.
Al paziente vengono inoltre somministrati supplementi vitaminici del gruppo B (in particolare tiamina, vitamina B1) in genere deficitari; questa carenza può contribuire a determinare le gravi complicanze neurologiche dell’alcolismo. In genere è necessario somministrare anche folati e correggere gli elettroliti (magnesio, potassio, calcio).
Nella fase di disintossicazione (che dura in genere una settimana e può essere effettuata, sempre sotto stretta supervisione medica, in via ambulatoriale o in regime di ricovero), al paziente vengono somministrate delle benzodiazepine che vengono poi scalate gradualmente, fino alla scomparsa completa dei sintomi di astinenza.
Esistono inoltre programmi di riabilitazione a breve (cioè per un mese circa) e a lungo termine (possono durare fino a un anno) che vengono effettuati presso strutture dedicate alla cura dei problemi di dipendenza da alcol.
Fondamentale è il supporto psicoterapico e il counseling al paziente e alla famiglia. Un grande aiuto può inoltre venire, anche per prevenire le recidive, dall’entrare in contatto con gruppi di auto-aiuto come gli Alcolisti Anonimi o con i Club Alcologici Territoriali .
Per prevenire le recidive, accanto agli interventi di psicoterapia e al counseling, possono essere utilizzati una serie di supporti farmacologici:
Relazione del Ministro della Salute sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi correlati - anno 2023Le persone che hanno un disturbo da alcol sottovalutano e negano di avere un problema con la sostanza. Pertanto è essenziale che i familiari o gli amici che riscontrano questo genere di problematica in una persona a loro vicina intervengano per limitare i danni diretti ed indiretti indotti dall’alcol.
Occorre rivolgersi immediatamente al medico di medicina generale, che successivamente darà indicazioni per contattare un esperto in problemi di alcol o una struttura idonea per la presa in carico del paziente.
Per avere informazioni e indicazioni può essere anche utile contattare il Numero verde alcol 800 632000 dell’Istituto Superiore di Sanità.
Occorre saper riconoscere quando un membro della famiglia presenta un rapporto sbagliato con l’alcol (ad es. assume bevande alcoliche in grandi quantità in momenti di depressione o come reazione a un problema o una frustrazione).
Le quantità giornaliere di alcol che espongono le persone maggiorenni ad un maggior rischio di sviluppare i disturbi da uso di alcol sono:
La legge italiana vieta la vendita e somministrazione ai minori di 18 anni.
In presenza di una storia di alcolismo in famiglia, è bene non tenere/consumare bevande alcoliche in casa e fare di tutto per tenere i figli lontano dall’alcol.
In questi casi è molto utile rivolgersi alle associazioni di auto mutuo aiuto.
La persona diventata sobria dopo un programma di disintossicazione dall’alcol, una volta tornata a casa, può avvertire l’impulso irrefrenabile di tornare a bere. Per evitare di riprendere a bere è molto importante:
Per approfondire
Relazioni al Parlamento (periodo di riferimento dei dati)
Data di ultimo aggiornamento 16 dicembre 2024