I livelli di esposizione

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 22/01/2024
    I livelli di esposizione

    L’approccio della normativa italiana

    La normativa nazionale in materia di radioprotezione, dettata dalla legge 22 febbraio 2001, n. 36, “Legge quadro sulla protezione delle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici attribuisce allo Stato le funzioni relative alla determinazione dei limiti di esposizione. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2003, “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”  fa riferimento, per determinare questi limiti, alle raccomandazioni del Consiglio Europeo del 1999 relativa alla limitazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz.

    La medesima legge n. 36/2001, fatte salve le competenze dello Stato, attribuisce alle Regioni il compito di definire le modalità di rilascio delle autorizzazioni alle installazioni degli impianti radioelettrici, tenendo tra l’altro conto dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici preesistenti, nel rispetto dei limiti di esposizione. Le stesse Regioni definiscono inoltre le competenze che spettano alle Province e ai Comuni, i quali, possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e per minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Inoltre viene stabilito che le amministrazioni provinciali e comunali, al fine di esercitare le funzioni di controllo e vigilanza sanitaria e ambientale, utilizzino le strutture delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente che verificano pertanto la compatibilità del progetto con i limiti di esposizione stabiliti uniformemente a livello nazionale dal citato DPCM 8 luglio 2003.  In Italia è in vigore un rigido regime di autorizzazione e vigilanza all’esercizio degli impianti, in capo alle Regioni.

    Nel DPCM del 2003 oltre ai limiti di esposizione, vengono fissati i cosiddetti valori di attenzione che rappresentano una misura di cautela nei confronti di effetti a lungo termine definiti “possibili” in quanto non ancora dimostrati. L’introduzione dei valori di attenzione ha l’obiettivo di tutelare la salute umana, minimizzando, in via precauzionale, l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.

    Il sistema di protezione della ICNIRP

    L’ICNIRP, acronimo di International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection, è un organismo scientifico senza scopo di lucro, composto da una commissione scientifica neutrale e indipendente, di cui fanno parte scienziati di tutto il mondo esperti in biologia, fisica, medicina, epidemiologia, ingegneria.

    L’ICNIRP consolida inoltre le sue competenze attraverso la collaborazione tra diversi enti scientifici per garantire un sistema completo e coerente di protezione dalle radiazioni non ionizzanti. Tra questi figurano l'Associazione internazionale per la protezione dalle radiazioni (IRPA), l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) e la Commissione europea (CE). L'ICNIRP collabora anche occasionalmente con le autorità nazionali per la protezione dalle radiazioni, come il Ministero federale tedesco per l'ambiente, la Radio-Protection Division of Public Health England e l'Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency (ARPANSA).

    L’impianto di protezione dell’ICNIRP tiene conto sia degli effetti termici (innalzamento della temperatura di organi e tessuti), che degli effetti non termici (la stimolazione nervosa periferica, le performance cognitive e l’attività elettrica del cervello, le funzioni oculari e uditive, le interferenze con il sistema endocrino, cardiovascolare, riproduttivo e con lo sviluppo dell’infanzia, le patologie neurodegenerative, il cancro). Le restrizioni alle esposizioni proposte nelle linee guida ICNIRP sono stabilite sulla base di effetti accertati.

    Le linee guida ICNIRP utilizzano inoltre una serie di accorgimenti per garantire che chiunque sia protetto dalle esposizioni ai campi elettromagnetici a radiofrequenza. Uno di questi è l'uso di fattori di riduzione, che assicurano che le restrizioni introducano valori molto più bassi dei livelli necessari per causare effetti nocivi per la salute per tutte le persone.

    L’approccio degli stati membri

    Secondo un rapporto del Ministero della Salute dei Paesi Bassi, aggiornato al 2017, gli approcci dei vari Stati europei in tema di protezione dai campi elettromagnetici, possono suddividersi in tre grandi categorie. Alla prima categoria appartengono quei Paesi per cui vi è stata una diretta trasposizione in normative nazionali delle raccomandazioni europee del 1999. Ne fanno parte Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Malta, Portogallo, Romania e Spagna. In Francia c’è un ulteriore obbligo a fornire indicazioni su come diminuire l’esposizione ai campi a radiofrequenza nelle promozioni di vendita dei cellulari e fornire ai cittadini le informazioni circa le misurazioni effettuate in edifici pubblici e nelle loro case.

    Al secondo gruppo appartengono quei Paesi per cui le raccomandazioni del 1999 non sono vincolanti, o in generale non è presente un sistema regolatorio. Appartengono a questo gruppo Austria, Danimarca, Lettonia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito.

    Al terzo gruppo appartengono quei Paesi in cui i livelli di riferimento e/o le restrizioni di base sono più stringenti rispetto le raccomandazioni del 1999. Appartengono a questo gruppo Belgio, Bulgaria, Croazia, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Slovenia.

    Alcuni dati sul 5G

    Negli anni recenti sono stati pubblicati diversi studi scientifici in cui è dimostrato che i livelli di esposizione ai campi a radiofrequenza dovuti a tutte le possibili sorgenti (antenne per telefonia mobile, WLAN, WiFI, 4G etc…) è nella maggior parte dei casi al di sotto del valore pari a 6 V/m. Alcuni di questi lavori dimostrano inoltre come l’incremento dei livelli di esposizione dovuti alle nuove installazione che fanno uso di tecnologia 5G contribuiscono per meno dell’1% rispetto l’esposizione totale dovuta a tutte le altre tecnologie, nel momento in cui anche quest’ultime sono operanti.