Progetti CCM

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 14/12/2007

    Nell’ambito delle attività del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm ), è stato approvato il finanziamento di un programma nazionale articolato in alcuni progetti specifici, mirati ad implementare la qualità degli interventi in tema di salute della donna.

    Questi i titoli dei progetti:

    • Percorso nascita: promozione e valutazione della qualità dei modelli operativi 
      Il progetto consiste nella sperimentazione controllata dei progetti strategici descritti nel Progetto Obiettivo Materno Infantile, al fine di acquisire elementi concreti di valutazione. Le attività da valutare sono:Periodo preconcezionale, gravidanza, travaglio-parto, puerperio. L’obiettivo del progetto è dimostrare la fattibilità su larga scala (almeno una decina di ASL) e l’impatto migliorativo sugli indicatori di salute relativi al percorso nascita, con un impegno dell’ISS nell’assistere la progettazione operativa, l’implementazione e il monitoraggio e la valutazione, su base scientifica. La valutazione diviene lo strumento essenziale per promuovere la professionalità, aiutando a rimettere in discussione i modelli operativi tradizionali. Riguardo le immigrate si propone la realizzazione di una indagine quali-quantitativa intervistando campioni rappresentativi di donne immigrate di nazionalità a maggiore prevalenza, da confrontare con un campione di italiane.

    • Acido folico - Implementazione di strategie utili a favorire l’assunzione ottimale di acido folico nelle donne in età fertile e nella popolazione in generale
      Obiettivo del progetto, affidato all'ICDB (International Center on Birth Defects) è aumentare l’apporto di acido folico alle donne in età fertile nel periodo peri-concezionale ed eventualmente a tutta la popolazione.
      Per una corretta strategia preventiva si propone l’integrazione delle seguenti azioni:
      - predisposizione di una adeguata documentazione
      - predisposizione di pacchetti “informativi e di sensibilizzazione” rivolti all’’opinione pubblica e alla popolazione target e di iniziative di aggiornamento e linee guida per la classe medica;
      - verifica delle modalità di fortificazione degli alimenti in collaborazione con le amministrazioni competenti e con l’industria alimentare
      - promozione dei prodotti derivati dalle azioni indicate sopra presso le opportune sedi istituzionali regionali e nazionali.

    • Acido folico - Prevenzione primaria di difetti congeniti mediante acido folico: valutazione rischio-beneficio, sorveglianza degli esiti, formazione e comunicazione
      il progetto affidato all'ISS ha come obiettivo generale la riduzione dei difetti congeniti del nascituro, attraverso un aumentato apporto di folati nel periodo periconcezionale.
      La popolazione bersaglio è rappresentata da tutte le donne italiane in età fertile, che programmano una gravidanza o non la escludano attivamente.
      A tale scopo è necessario:
      - potenziare la base di dati
      - valutare i benefici e i possibili rischi associati alle diverse possibili strategie
      - mettere a punto sistemi per la valutazione degli esiti delle azioni proposte
      - integrare i modelli proposti per la prevenzione dei DTN con altre azioni per la prevenzione dei rischi in gravidanza, potenziando l’aspetto “prevenzione” del percorso nascita
      - mettere in atto modelli per la formazione degli operatori sociosanitari trasferibili alle strutture del SSN
      - elaborare strumenti per la presa di coscienza (“empowerment”) delle donne in età fertile circa la possibilità di prevenire rischi per la gravidanza.

    • Studio delle cause di mortalità e morbilità materna e messa a punto di modelli di sorveglianza della mortalità materna
      L’OMS riporta per l’anno 2004 un rapporto di mortalità materna nella Regione Europea pari a 13 x 100.000. In Italia, in analogia con gli altri paesi industrializzati, il rapporto di mortalità è diminuito negli anni passando da 133 per 100.000 nel 1955, a 53 nel 1970, 13 nel 1980, 9 nel 1990, 4 nel 1998 e 3 per il periodo 1998-2002.
      I Paesi che hanno istituito un sistema di sorveglianza della mortalità materna stimano che dal 40 al 60% delle morti materne siano prevenibili mediante un’analisi delle cause e una loro correzione.
      In Italia, il rapporto di mortalità materna, attraverso il flusso informativo corrente, appare sottostimato. Tale evidenza, sommata al potenziale incremento del fenomeno, a seguito dell’aumento dell’età media al parto, dell’incremento delle donne straniere in età riproduttiva e dell’aumento dei parti mediante taglio cesareo, giustifica l’obiettivo di questo progetto ,che consiste nel correggere la sottostima del rapporto di mortalità materna e rilevare le principali cause di morbilità e mortalità materna in diverse Regioni del paese e nella messa a punto di modelli di sorveglianza del fenomeno.