Riforma dell'assistenza territoriale

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 14/01/2025
    Riforma dell'assistenza territoriale

    La Riforma dell’assistenza territoriale è prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Missione Salute con l’obiettivo di definire un nuovo modello organizzativo del Servizio Sanitario da realizzare entro il 2026.

    Nasce con l’obiettivo di potenziare i servizi assistenziali territoriali per perseguire la garanzia dei LEA, riducendo le disuguaglianze, e contestualmente costruendo un modello di erogazione dei servizi condiviso e omogeneo sul territorio nazionale, che mira a una sanità più vicina alle persone. Viene resa esecutiva con il Decreto Interministeriale n. 77 del 23 maggio 2022 (GU Serie Generale n.144 del 22-06-2022) che definisce modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale. L’articolazione organizzativo-funzionale dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) sul territorio viene individuata nel Distretto, che costituisce il luogo privilegiato di gestione e di coordinamento della rete dei servizi sociosanitari a valenza sanitaria e sanitari territoriali. È inoltre deputato al perseguimento dell’integrazione tra le diverse strutture sanitarie, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni della popolazione, l’uniformità dei livelli di assistenza e la pluralità dell'offerta.

    I punti chiave della Riforma

    • Casa della Comunità - Aperte fino a 24h su 24 e 7 giorni su 7 nei casi di Case della Comunità Hub, diffuse su tutto il territorio nazionale. Sono il luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Rappresentano il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione.
    • Centrale operativa 116117 - La Centrale operativa 116117, sede del Numero Europeo Armonizzato – NEA per le cure mediche non urgenti, è il servizio telefonico gratuito a disposizione di tutta la popolazione, 24 ore al giorno tutti i giorni, da contattare per ogni esigenza sanitaria e sociosanitaria a bassa intensità assistenziale.
    • Centrale Operativa Territoriale - COT - Svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza.
    • Infermiere di Famiglia o Comunità - È la figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica, ai diversi livelli di complessità, in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera. Non solo si occupa delle cure assistenziali verso i pazienti, ma interagisce con tutti gli attori e le risorse presenti nella comunità per rispondere a nuovi bisogni attuali o potenziali.
    • Unità di continuità assistenziale - UCA - È un’équipe mobile distrettuale per la gestione e il supporto della presa in carico di individui, o di comunità, che versano in condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e che comportano una comprovata difficoltà operativa.
    • Assistenza domiciliare - Le Cure domiciliari sono un servizio del Distretto per l’erogazione al domicilio di interventi caratterizzati da un livello di intensità e complessità assistenziale variabile nell’ambito di specifici percorsi di cura e di un piano personalizzato di assistenza. Trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, diagnostici sono prestati da personale sanitario e sociosanitario qualificato per la cura e l’assistenza, in particolare, alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita quotidiana.
    • Ospedale di Comunità - È una struttura sanitaria di ricovero afferente all’assistenza territoriale, dotato di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti, che svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, per evitare ricoveri ospedalieri impropri e favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio.
    • Rete delle cure Palliative - È costituita da servizi e strutture in grado di garantire la presa in carico globale dell’assistito e del suo nucleo familiare, in ambito ospedaliero, con l’attività di consulenza nelle Unità Operative, ambulatoriale, domiciliare e in hospice. Le cure palliative sono rivolte a malati di qualunque età e non sono prerogativa della fase terminale della malattia. Possono infatti affiancarsi alle cure attive fin dalle fasi precoci della malattia cronico-degenerativa, controllare i sintomi durante le diverse traiettorie della malattia, prevenendo o attenuando gli effetti del declino funzionale.
    • Servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie - Il Consultorio Familiare e l’attività rivolta ai minori, alle coppie e alle famiglie garantiscono prestazioni, anche di tipo domiciliare, mediche specialistiche, diagnostiche, terapeutiche, ostetriche, psicologiche, psicoterapeutiche, infermieristiche, riabilitative e preventive, nell’ambito dell’assistenza territoriale, alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie. L’attività consultoriale può svolgersi all’interno delle Case della Comunità, privilegiando soluzioni che ne tutelino la riservatezza.
    • Telemedicina - Viene utilizzata dal professionista sanitario per fornire prestazioni sanitarie agli assistiti o servizi di consulenza e supporto ad altri professionisti sanitari. Inclusa in una rete di cure coordinate, la Telemedicina consente l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie a distanza attraverso l’uso di dispositivi digitali, internet, software e delle reti di telecomunicazione.

    Il Progetto di Salute

    L’approccio di presa in carico della persona, secondo la Riforma, prevede un percorso integrato che accompagni la storia della persona e dei suoi bisogni clinico-socioassistenziali, in raccordo con i servizi sociali, assistendola, prima ancora che sviluppi una patologia, dal momento in cui viene identificato come portatore di fattori di rischio o a partire dal primo contatto con il SSN, alimentando in modo coerente e tempestivo il relativo FSE.

    Il Progetto di Salute, come viene definito questo approccio integrato, parte dalla stratificazione della popolazione in cluster differenziati per “bisogno di salute”, all’interno dei quali viene classificata la singola persona, permettendo così di inserirla in una specifica strategia di intervento.

    Questo approccio consente non solo di prendere in carico la persona sia in termini di prevenzione, che di cura in modo tempestivo, ma allo stesso tempo rappresenta un prezioso strumento di programmazione, gestione e verifica dei servizi offerti, tracciando, orientando e supportando la persona e i professionisti nelle fasi di transizione tra i diversi setting di cura.